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venerdì, Aprile 26, 2024

Il Cristo dimenticato: il duro affondo del Superiore della Congrega dei turchini

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Procida. «Molta gente entra in chiesa, si guarda intorno ed esce senza nemmeno accorgersi di quel capolavoro che giace sotto una teca di plexiglass»

Leo Pugliese | «Procida è il Cristo morto della processione del venerdì santo…» scriveva tempo fa la Treccani nel suo magazine “Atlante”.

A memoria ci sovviene questa definizione ma sono tante le altre pubblicazioni che identificano in tutto e per tutto la statua del Lantriceni col popolo procidano.

Peccato che molto spesso la stessa statua e questo legame, siano sconosciuti ai tanti turisti che visitano l’isola che non si soffermano ad ammirare l’opera lignea che da molti viene definita come una delle massime espressioni d’arte e devozione procidana.

Di ciò ha scritto con rammarico il Priore dei Turchini, Matteo Germinario

«Arrivano persone a Procida che non sanno dell’esistenza del Cristo Morto. La più importante opera d’arte custodita nella nostra isola. Qualche tassista che accompagna i gruppi cerca di dare ragguagli approssimativi. Molta gente entra in chiesa, si guarda intorno ed esce senza nemmeno accorgersi di quel capolavoro che giace sotto una teca di plexiglass. All’uopo abbiamo pensato di dare il benvenuto a quanti vogliono conoscere questa opera esponendo una dettagliata descrizione in italiano e in inglese sul Cristo del Lantriceni all’ingresso della chiesa».

Ovviamente un fatto simile sull’isola ha acceso gli animi e portato a numerose discussioni. Nello specifico è entrato anche il medico e scrittore procidano Giacomo Retaggio:

«Il Cristo morto di Procida è un’opera d’arte di valore assoluto. Si inserisce nel trittico “Cristo velato” Di Sammartino, “Cristo deposto” del duomo di Capua di Matteo Bottiglieri e il Cristo morto di Carmine Lantriceni che è il nostro. Rientrano nelle opere del barocco napoletano del ‘700. Il non prendere in considerazione questi elementi è frutto di superficialità o di una scelta voluta. Basterebbe soffermarsi sulla letteratura esistente sull’argomento (ci sono anche due pubblicazioni del sottoscritto) per avere una maggiore conoscenza.

Proprio in questi giorni ho scritto una relazione sul Cristo morto e il Venerdì Santo procidano che è stata inviata a “Europassion”, un’associazione sovranazionale per sponsorizzare l’entrata della nostra processione nell’elenco dei “beni immateriali” dell’UNESCO. Come si vede non è che l’argomento viene ignorato.

Devo dare atto a Matteo Germinario che, nel suo attaccamento alle tradizioni procidane, mi ha dato sempre il sostegno e l’incoraggiamento necessari per procedere nel lavoro. Non posso, però, fare a meno di notare un certo menefreghismo da parte di chi dovrebbe prendere in mano le redini della situazione, nel superiore interesse di Procida. Spero che l’essere Procida “capitale della cultura” stimoli i responsabili ad una maggiore sensibilità sull’argomento».

Oppure come Umberto Bosco che ci va giù pesante: 

«Si è fatta e si continua a fare pubblicità e vanto di un “rudere” che anche se fa parte della nostra storia ha bisogno di soldoni per essere messo solamente in sicurezza, si fa pubblicita di un palazzo ormai “fatiscente” che è visitabile solo in una piccolissima parte, si fa pubblicità di un “bene isolano” non visitabile, per i motivi riportati, nel frattempo si nega l’esistenza di un’opera d’arte forse invidiata da tutto il circondario provinciale.

Un’opera d’arte che potrebbe essere valorizzata molto di piu a livello nazionale da questo evento politico/turistico che è quello che è iniziato, ma a chi puo interessare un’opera d’arte quando per cultura si intende solamente il turismo ed i suoi bene/malefici sul nostro scoglio, a chi puo interessare il nostro “AMATO CRISTO” se ha gli occhi pieni di immondizia turistica, si pubblicizza la Corricella i suoi colori, si non nego che è uno scorcio bellissimo del nostro scoglio, non me ne vogliono i concittadini della Corricella, ma Procida non è solo Corricella o palazzo d’Avalos.

Procida è pregna di posti bellissimi, di scorci affascinanti, di arte, espressa nelle costruzioni di antichi palazzi, ma espressa nei tesori delle nostre chiese, tesori forse dimenticati, ma molto piu autorevoli e vivibili di un palazzo fatiscente ed invisitabile.

Apprezzo fortemente gli sforzi del presente Governo della Congrega, ed in particolare del suo Priore in carica, che tanto sta facendo per la chiesa, il nostro CRISTO ed i vari confratelli, ma molte volte, anzi tante volte passo da quella strada mi fermo e vedo una chiesa vuota di anime, anche noi ci ricordiamo di LUI solo in quel giorno, ahimè, ormai da due anni (forse tre) dimenticato per colpa di un nemico invisibile e pericoloso

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