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venerdì, Aprile 26, 2024

Matias Iacono un cuore “Ischitano” che batte in Argentina

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Elena Mazzella | Nel flusso indefinito del tempo , gran parte della storia passata ritorna nel presente come un boomerang , si impone e segna il destino degli esseri umani. Così accade per Matias Iacono, nato in Argentina, precisamente a Bernal in provincia di Buenos Aires, da padre di origine ischitana. La storia che stiamo per raccontarvi ha dell’incredibile, e testimonia come il destino, per far sì che si compia, spesso si prende gioco di noi al di là dello spazio temporale. Tutto ha inizio dai nonni di Matias, originari del Ciglio (pesino di Serrara Fontana), costretti a lasciare la loro amata isola per cercare migliore fortuna in Argentina. Aprono i loro bagagli pieni di sogni nella città di Buenos Aires, li realizzano mettondo su famiglia, e la vita scorre tranquilla, sino a quando il destino bussa di nuovo alle porte dei genitori di Matias, Juan Iacono e Miryam Molina, e li riporta, come in un viaggio indietro nel tempo, qui ad Ischia insieme ai loro figli, tra cui Matias, il protagonista della storia che sarà lui stesso a narrarci. E’ una storia di rivalsa sociale, di riscatto e di successi che contribuisce a diffondere il nome di Ischia in giro per il mondo

Matias la tua è la storia di una emigrazione inversa. Dall’Argentina sei arrivato ad Ischia, luogo di orgine della tua famiglia in cerca di fortuna. Ci racconti come è iniziata?

La mia storia con Ischia comincia sin da piccolo quando all’età di 7 anni partii insieme ai miei genitori, Juan Iacono e Miryam Molina, e a mio fratello Leonel, verso Ischia dopo una crisi Argentina alla ricerca di nuove opportunità. Proprio come fecero i miei nonni ischitani Vito Antonio Iacono e Assunta Mattera nel dopoguerra verso l’Argentina. Furono 3 anni nei qualli ebbi la possibilità di finire le scuole elementari a Forio grazie anche alla cara Maestra Margherita.

Come è iniziata la tua avventura nella ristorazione?

Dopo alcuni anni facemmo ritorno in Argentina ma quando compii 21 anni ritornai a Ischia e in questo periodo feci le prime esperienze in cucina all’albergo Miramare a Sant Angelo dove conobbi il mio primo gran Maestro, lo Chef Giovanni Fiorentino. Ricordo che l’allora proprietaria dell’albergo Linda Calise mi disse: “adesso devi seminare, poi col tempo raccoglierai i frutti”.

In questo periodo di permanenza sull’isola mi inserii nel mondo del calcio isolano e insieme a mio fratello Leonel entrammo nella squadra del Barano Calcio.

Trascorsero 4 anni bellissimi sull’isola che custodiva le mie radici e la mia formazione, dopodiché decisi di tornare in Argentina per continuare l’università. Mi laureai in dottore Commercialista nel 2010, ma contemporaneamente  continuai a studiare cucina laureandomi anche come cuoco.

E poi il destino ti ha riportato ad Ischia, l’isola dei tuoi nonni. E hai ritrovato la strada della tua passione: la pizza.

Si. Alcuni anni dopo sentii la necessità di tornare ad Ischia anche solo per alcuni mesi. E fu allora che scoprii la mia nuova passione: la pizza Napoletana!

La prima esperienza lavorativa fu al Ristorante Al Comignolo al Ciglio, nel paesino del miei nonni.

Qui, oltre all’esperienza, ebbi modo di ammirare e apprendere la passione per il lavoro della Famiglia Calise.

E fu grazie a questa esperienza e alla fiducia di Luca Testa, proprietario della Pizzeria del Corso a Casamicciola (presentatomi dalla mia amica ischi tana Luciana Morgera) e al Capo Pizzaiolo Ciro Aracchi, che cominciai a d approfondire il mondo della pizza. Questo lo considero come un  Master in Pizza Napoletana.

E arriviamo al grande salto: l’apertura della Pizzeria in Argentina. Come nacque l’idea?

Dopo alcuni anni i miei fratelli Leonel e Juan Ignacio (anche loro con esperienza nel campo della ristorazione al Miramare, al Neptunus a Santangelo e al Cast hotels dal nostro caro cugino Nello Castiglione), mi convinsero di tornare in Argentina per aprire la nostra pizzeria dopo tutto ciò che avevo imparato in tanti anni di sacrificio. Fu cosi che nel 2016 inaugurammo Da Leo Pizzeria Italiana, arredata in gran parte con oggetti italiani, molti ischitani, con persino una vespa Piaggio modello 55. Il nome è dovuto a mio fratello Leo che aveva già una salumeria con questo nome e la Pizzeria si trova affianco. Ci piace il nome e il marchio che si rivelarono strategici.

Con l’apertura della pizzeria contribuite senz’altro alla diffusione della cultura culinaria partenopea. Come andò all’inizio? Fu difficile? Cosa proponete nel menù?

Fu una grande sfida perché la pizza napoletana ancora non era molto conosciuta in Argentina. Construimmo il forno a legna con tutte le misure napoletane. Poi facemmo una gran ricerca della materia prima adeguata che trovammo un po’ in Argentina e un po’ importata direttamente dall’Italia. Alla fine riuscimmo a creare la pizza sognata. E giorno dopo giorno cominciammo a crescere sempre di più. La nostra pizza contiene ingredienti di prima qualità, con lievitazione naturale e cottura a legna. Il nostro menù comprende più di 50 pizze sia tradizionali che innovative con sapori tipici argentini

La pizza napoletana non era ancora molto diffusa in Argentina.  Come andò il riscontro con i clienti?

Tutti coloro che già conoscevano  la pizza di Ischia o Napoli si meravigliavano di trovarla a Bernal in Argentina e per alcuni minuti offrivamo loro la possibilità di fare un viaggio di gusto in Italia. Invece per coloro che non la conoscevano affatto offrivamo loro la possibilità di scoprire nuovi sapori con un viaggio di andata per loro.

Anno dopo anno iniziano ad arrivare i successi, sino ad arrivare sulla tv nazionale argentina, contribuendo a diffondere le nostre tradizioni nel vecchio continente, Raccontaci un pò

Negli ultimi 2 anni soprattutto riscontrammo molti riconoscimenti sui giornali nazionali piu importanti come Clarin e Infobae fino ad arrivare in TV (nella TV publica, la “Rai Argentina”) per far conscere a tutta l’Argentina la Vera Pizza Napoletana.

Il 30 dicembre fummo invitati persino in una trasmissione sulla tv nazionale per raccontare la nostra storia e le nostre origini ischitane ma soprattutto per dimostrare praticamente come si crea la pizza napoletana. Due settimane fa Pietro Sorba, (critico gastronomico italiano molto riconosciuto in Argentina) ci dedicò uno spazio sulla rivista  Viva del quotidiano Clarin in cui si parla di Ischia e della nuova pizza in Argentina mettendo in risalto il nostro lavoro, che comprende oltre alla ristorazione, anche lo svolgimento di corsi di pizza napoletana.

Come è andato il lavoro durante il lockdown argentino?

Durante il lockdown siamo stati chiusi per 7 mesi senza poter accogliere clienti (il nostro locale ha la capienza di 250 persone). Continuavamo a lavorare con l’asporto e il delivery.

Ma non vi siete arresi, anzi, vi siete reinventati, giusto?

Si. All’inizio è stata molto dura ma ci siamo reinventati inventandoci la pizza surgelata da asporto, allargando così il pubblico. Solo da ottobre abbiamo riaperto la sala con capacità ridotta rispetto alle norme anticovid, ma negli ultimi mesi stiamo lavorando bene. Questo periodo anche se non ci siamo fermati ci è servito per pensare a nuovi progetti.

Ecco, arriviamo ai progetti futuri. Ora hai 39 anni e un grosso bagaglio di esperienze e successi . Cosa vedi nel tuo futuro?

A febbraio apriremo un nuovo locale un po’ più piccolo (Da Leo Piccolo) in cui offriremo, oltre la pizza napoletana classica, anche la pizza al taglio per gli amanti del croccante.

Siamo consapevoli che il percorso e’ lungo e abbiamo molto da imparare ancora ma siamo convinti che se continuiamo con la stessa passione e lo stesso amore per questo lavoro (il bene piu pregiato acquisito nella nostra amata Ischia) andremo sempre avanti.

Non ci si può fermare , continuiamo ad aggiornarci e a stare al passo con i tempi.

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