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sabato, Aprile 27, 2024

Le terme finiscono nel redditometro Ischia ha paura della grande fuga

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Occhio alle cure termali. Perché d’ora in avanti finiscono nel redditometro. Tracciate, al fine di combattere l’evasione fiscale tra il reddito e le spese effettuate, al fine di scoprire eventuali discrepanze tra l’effettivo tenore di vita ed il reddito dichiarato. I soldi spesi per fanghi e massaggi, Spa e aerosol – anche sull’isola d’Ischia – saranno una voce importante, e non più secondaria, al punto da influire tra le voci di spesa presenti nella nuova versione del redditometro, il cui decreto è stato pubblicato nei giorni scorsi in “Gazzetta Ufficiale”. Terme, centri benessere e centri bellezza, insieme con gli abbonamenti alla pay-tv, alla rette per gli asili nido e agli investimenti in fondi di investimento, tra le nuove voci del redditometro. Quanto questa novità possa influire sulle spese in un settore certo cruciale per l’economia della nostra isola è ancora da stabilire, ma certo gli operatori termali del nostro territorio si stanno ponendo il problema.
Gli accertamenti, come i nostri lettori sapranno, avvengono nel solo caso in cui lo scostamento superi il 20% fra reddito dichiarato e le spese sostenute. E al contribuente è comunque data la possibilità di difendersi, anche in contradditorio. La nuova versione accoglie i rilievi del Garante della Privacy ed elimina il concetto di «spese medie dell’Istat», che non concorreranno quindi nè alla selezione dei contribuenti nè potranno venire utilizzate in sede di contraddittorio. L’altra novità riguarda «la determinazione sintetica del reddito complessivo delle presone fisiche», per la quale «l’ammontare risultante dalle informazioni presenti in anagrafe tributaria si considera prevalente a quello calcolato induttivamente».
I nuovi criteri si applicano per gli accertamenti validi sui redditi a partire dal 2011 e riguardano oltre 100 voci di spesa che ricalcano quelle della precedente versione, divise in due grandi macro-aree: consumi e investimenti. La prima comprende gli alimentari, l’abitazione (mutuo, affitto, condominio e anche i compensi all’agente immobiliare), i combustibili, i mobili, la sanità e i trasporti, con un dettaglio che scende fino al costo al metro per le riparazioni dei natanti a motore o a vela. E, per l’appunto, i soldi spesi nelle cure termali e tra gli agi, il lusso e il comfort degli stabilimenti della nostra isola.
Ricadute possibili? Certo, la netta flessione del turismo russo – quantificabile intorno al 47% – ha già inciso notevolmente sul reddito del settore termale. Un settore fondamentale per il Bel Paese al punto che proprio nei giorni scorsi il Ministro Giuliano Poletti ha sottolineato l’interesse per i ritorni economico-sociali dell’industria termale come comparto da rilanciare. Il tutto mentre Ischia vive un momento di profondo disorientamento, acuito certo dalla questione delle concessioni. Staremo a vedere.

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