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venerdì, Aprile 26, 2024

Graziella 2019. Conosciamo le concorrenti

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Leo Pugliese | «Gli occhi, grandi e allungati, avevano quel colore incerto tra il nero cupo e il blu del mare che negli occhi di una donna addolcisce lo splendore con l’umidità dello sguardo, e che unisce in egual misura la tenerezza d’animo e la forza della passione, tinta celeste che gli occhi delle donne dell’Asia e dell’Italia ricevono dalla luce ardente del giorno e dall’azzurro sereno del loro cielo, del loro mare e delle loro notti. Le sue gote erano piene, tonde, dal contorno fermo e dall’incarnato un po’ pallido e un po’ abbronzato dal clima, e non quel pallore malaticcio del nord, ma quel biancore sano del mezzogiorno, simile al colore del marmo esposto da tanti secoli all’aria e ai flutti»

Per tutte il sogno è quello di indossare l’antico abito alla procidana e di poter vivere una serata da protagonista. Viaggio attraverso il mondo delle otto ragazze che quest’anno si contenderanno lo scettro di Graziella 2019.

ECCO LE PROCIDANE CHE RIVIVRANNO IL MITO LAMARTINIANO

MICHELA ROMANO: Ho deciso di indossare l’abito di Graziella per far si che una storia come questa non venga dimenticata e per portare avanti un sogno che tutte dovrebbero vivere un giorno.  Non esiste una sola Graziella, tutte lo siamo.

SEFORA MANFREDI: Ho deciso di partecipare perche fin da piccola, mi ha sempre affascinato questa tradizione che da sempre coinvolge la mia isola, desidero provare questa esperienza che sarà di sicuro emozionante ed indimenticabile.

VALENTINA MANNA:  La figura di Graziella è radicata nella storia e nella cultura procidana. Ragazza umile e bella che attende il suo amato fino a struggersi. Ma soprattutto è radicato in quasi tutte le famiglie procidane il senso del distacco e dell’attesa di un amato che, seppur per ragioni diverse, è lontano in mare. Ho deciso di leggere il libro di Lamartine per conoscere meglio la sua storia e devo dire che mi ha molto appassionato ed emozionato. Graziella per me significa l’attesa di un amore, ed io mi sono ritrovata in lei, per questo motivo quest’anno ho deciso di partecipare e vivere questa esperienza.

FLAVIA ROSVINO: Da piccola credevo che Graziella fosse una Pricnipessa. Il suo vestito mi ha incuriosita e affascinata. Con il tempo ho conosciuto la storia di questa dolce  e sfortunata ragazza procidana, dipinta con tanto amore nel romanzo di Lamartine ed ho desiderato ancora di più immedesimarmi in Lei anche se sol per  una sera, con l’orgoglio di una Procidana e l’entusiasmo di una ragazza innamorata.

GIULIANA LUBRANO LOBIANCO: La storia di Graziella evoca senso di appartenenza, semplicità, lealtà, amore puro, sensibilità d’animo. Sono tutti valori in cui credo molto. Rappresentare Graziella per me significa affermare queste virtù ed impegnarmi a viverle.

ARIANNA COSTAGLIOLA: Nel  momento in cui ho indossato l’abito, è come se intorno a me si fosse aperto un mondo antico culla delle nostre tradizioni e dei nostri inossidabili valori. Qualcosa che ho sempre ascoltato dai racconti  dei miei familiari ma che ora si sta materializzando intorno a me.

TECLA MAMMALELLA: Penso che questa esperienza debba essere fatta  da tutte le ragazze che come me si sentono legate visceralmente a questa isola. Indossare l’abito di Graziella che è la donna procidana per antonomasia, è un onore. Quest’abito oltre ad essere prezioso per la seta e gli ori con cui è stato ricamato. Simboleggia l’amore, un amore puro e semplice che ogni ragazza sogna.

ANNA AMBROSINO: C’è una frase che mi ha fatto riflettere: “Fate come gli alberi, cambiate le foglie ma conservate le radici. Quindi cambiate le vostre idee ma conservate i vostri principi. A volte noi ragazzi non cerchiamo altro che scappare per poter scoprire noi stessi ma alla fine ciò che siamo l’abbiamo in noi e in questo caso la figura di Graziella e l’emozione che trasmette quell’abito, ci appartengono da sempre ed è per questo che penso che vivere in pieno la storia della mia isola mi aiuterà ad avere un bagaglio pronto per il futuro.

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