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venerdì, Aprile 26, 2024

E SE DIVENTI FARFALLA

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una riflessione di Sandra Malatesta | E vorrei scrivere una poesia per le donne che amo e ammiro, ma non mi viene perché sono troppe le cose che dovrei dire di loro. Si festeggia la donna ma non tutte le donne festeggeranno perché alcune sono donne distrutte e spente da una vita faticosa e dal non sentirsi amate, da dolori di distacco da chi amavano. Altre donne usciranno da sole per andare in locali a festeggiare ballando e guardando piccoli spettacoli in cui magari vedranno un bel ragazzo spogliarsi. Altre ancora resteranno in famiglia organizzando un bel pranzetto in attesa che figli e marito arrivino con un fiore per loro.

E questa festa che fa parte del periodo del boom economico fa anche guadagnare tanti soldi a fiorai ad ambulanti a ristoratori e questo mi fa piacere perché la crisi l’hanno avvertita anche loro. Io non amo questa festa e tutte le feste che mi impongono gli altri. Credo e amo i giorni dedicati alla memoria di fatti che hanno cambiato la storia, che sono stati ingiusti o che ricordano vittorie di lavoratori e di diritti civili. Sono donna e amo le donne così come amo gli uomini e chiunque scelga di essere quello che vuole, ma non sono una donna che vuole essere festeggiata. Un giorno non cambia quello che sono sempre e un fiore che mi portano quando non lo aspetto mi fa tanto felice.

Oggi penso e dedico questo giorno alle mamme che nel naufragio di Cutru sono morte abbracciate ai figli, alle donne che sognavano un futuro migliore e che stanno ancora in fondo al mare, a chi sta combattendo come una leonessa per vivere, a chi sorride spesso e a chi sa che per lei conta amare e dare più che avere e essere amata. E scrivendo capisco perché le donne di inizio secolo, pur non avendo una vita loro ma dedicata a chi amavano, erano così belle senza trucco con i capelli asciugati al sole, con le mani nel lavaturo a sciacquare panni cantando canzoni che sono rimaste in me. Quelle donne lavoravano tanto e la sera crollavano eppure la mattina di nuovo belle e forti pronte a stringerci e a tenerci come gioielli. Quelle donne non avevano tanti gioielli ma sapevano anche che i gioielli devono essere tenuti con cura e, allo stesso tempo indossati con orgoglio, quello stesso orgoglio che insegnavano ai figli rendendoli uomini e donne forti e rispettosi di chi li aveva cresciuti.

E invece tante donne oggi saranno maltrattate da mariti e anche figli sempre più sicuri di poter chiamare scema la propria mamma, e alcune aspetteranno invano quel fiore che forse meritano più di altre. Se questo giorno vuole essere lo spunto per arricchirci culturalmente e per scambiarci opinioni allora ben venga, ma se deve ridursi al ramo di mimosa magari comprato dicendo: ” Fammi comprare un attimo la mimosa a mia moglie altrimenti chi la sente” allora no preferisco non pensare nemmeno che sia un giorno chiamato festa della donna.

Mi piace concludere con una frase di Alda Merini che va bene per tutte le donne che hanno toccato il fondo, ma sono riuscite a rialzarsi più forti di prima e alle donne che annientate da maltrattamenti e dolori per la perdita di una persona amata, non riuscivano a sognare nemmeno di avere le ali per fuggire, ed è questa:”E se diventi farfalla nessuno pensa più a ciò che è stato quando strisciavi per terra e non volevi le ali”

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