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venerdì, Aprile 26, 2024

Crisi idrica in Campania, nella notte emergenza al Rizzoli

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Decine di Tecnici Evi ieri al lavoro presso il presidio sanitario di Via Fundera per alimentare i serbatoi di scorta e rimettere in essere la fornitura d’acqua. Pesanti disagi per la struttura sanitaria dopo l’interruzione nottura.

 

Potrebbe essere un’estate da “bollino rosso”. Perché l’emergenza idrica che sta interessando la Campania si sta traducendo in una serie di disagi per le isole del golfo di Napoli, Ischia in particolare. Interessata da una riduzione del 30% dell’invio di volumi idrici attraverso le condotte sottomarine.
A pagarne le spese anche l’Ospedale Anna Rizzoli di Lacco Ameno. Il Presidio di via Fundera è stata la prima “vittima“ ufficiale di un emergenza, a memoria, senza precedenti.
Colpa delle scarse precipitazioni di un inverno e una primavera insoliti: è piovuto pochissimo e, come sottolinea in una nota l’Evi, l’azienda che gestisce il servizio idrico integrato dell’isola, “gli invasi idrici non sono in grado di assicurare un rifornimento adeguato alle esigenze della stagione calda e di una località turistica come Ischia”.
Nella notte l’ emergenza acqua al Rizzoli. Immediato l’SOS agli organismi competenti per scongiurare ogni rischio igienico sanitario da parte del direttore Luigi Capuano.
E’ partito cosi i tour de force istituzionale per scongiurare ogni rischio anche igienico sanitario. Compulsata la Regione e i vertici dell’azienda idrica locale per il ripristino immediato dell’erogazione la macchina dei soccorsi si è messa in moto.
Decine di Tecnici Evi sin dalle prime luci dell’alba sono cosi entrati al lavoro presso il presidio sanitario lacchese per alimentare i serbatoi di scorta e rimettere in essere la fornitura d’acqua. Tutto affinché l’unico ospedale isolano non resti più a secco.
Pesanti disagi per la struttura dopo l’interruzione notturna.
Luigi Capuano: “Abbiamo profuso il massimo sforzo per ripristinare subito le forniture. Tutto è rientrato nell’alveo della normalità. I nostri serbatoi dovrebbero consentirci di affrontare con tranquillità il prosieguo “.
Ridotto del 30% l’invio di acqua all’isola, la nota dell’azienda è stata chiara: “Mettete in efficienza cisterne e autoclavi”.
Così è stato, dopo la paura, per il Rizzoli anche grazie al lavoro di squadra, all’impegno di tutti, della Regioni richiamata a dovere, ma sopratutto degli operai EVI che non hanno lesinato sforzi per ridare acqua alla complessa organizzazione ospedaliera.
C’è dunque da preoccuparsi, a quanto pare: “Il servizio idrico dell’isola d’Ischia – annuncia l’azienda – è entrato in una fase di difficoltà che, purtroppo, ha tutte le caratteristiche per diventare strutturale e durare almeno per l’intera stagione estiva”.
Infatti, nella lettera inviata dalla Regione Campania agli enti locali, si evince che “a causa del severo e perdurante decremento della capacità di alimentazione di tutte le fonti disponibili, nonché dell’impossibilità di attingere da altre fonti, si porta a conoscenza che la carenza idrica che sta interessando la nostra Regione ha subito un ulteriore aggravamento”.
Ancora il quadro di una situazione delicatissima si rileva dai dati di fatto: “I dipendenti regionali stanno provvedendo ad effettuare la chiusura notturna dei serbatoi isolani di propria competenza, per tentare di recuperare il più possibile i livelli di accumulo”. La situazione è dunque decisamente seria. Al punto che l’azienda annuncia di aver organizzato un sistema di turnazioni, che vedrà impegnato tutto il personale 24 ore su 24, con i conseguenti problemi logistici e finanziari che ciò comporterà. Ai residenti dei sei comuni dell’isola d’Ischia l’azienda lancia un messaggio: “È assolutamente necessario che si provveda velocemente a mettere in efficienza le cisterne private e gli autoclavi”
Nel contempo, bisogna evitare ogni spreco, riducendo i consumi al minimo indispensabile. Ischia conta circa 65 mila residenti: una popolazione che nella fase dell’estate arriva a quadruplicarsi cosi come le richieste di cure e accessi ospedalieri.
“Non è tollerabile che l’Ospedale, i nostri pazienti restino senza acqua“- l’architetto Antonio Trinchillo dell’ASL Na 2 Nord dislocato al Rizzoli è stato categorico al termine di una lunga mattinata di richieste e di lavori istituzionali per riportare l’acqua e le forniture in ospedale.

RISPARMIARE ACQUA, ANCHE IN OSPEDALE SI POTREBBE
Anche in ospedale, in ogni caso, potrebbe doversi risparmia l’acqua, nonostante sia uno dei settori tutelati in caso di razionamento idrico, potendo attingere a dei pozzi dedicati vista la particolare destinazione d’uso della risorsa. Ma la siccità prolungata di questi mesi, le previsioni meteorologiche che non lasciano intravedere precipitazioni a breve termine, la vista di invasi a secco e di zolle di terreno spaccate dall’arsura, stanno inducendo tutti, privati cittadini e aziende, a un consumo oculato dell’acqua.
Così anche l’ASL potrebbe dover emettere a breve una circolare interna destinata ai propri operatori – sia gli addetti alla sanificazione e alle pulizie, sia gli operatori delle mense, sia i reparti e i settori amministrativi – dove si suggeriscono condotte per il corretto uso dell’acqua che si appellano al buonsenso, attenendosi ad alcuni piccoli accorgimenti, già dispensati peraltro con la diramazione della nota EVI sull’emergenza idrica in corso.

“STATO DI CRISI IDRICa”: UNA IPOTESI CHE LA REGIONE DOVREBBE VALUTARE
Chissà che il governo regionale, il presidente Vincenzo De Luca non debba pensare concretamente ad una dichiarazione immediata dello stato di crisi idrica su tutto il territorio regionale a causa delle anomale condizioni meteoriche, magari con riserva di modifica dei contenuti in relazione all’andamento meteorologico. Sempre che tutto dipenda solo dall’andamento meteo.
Una ipotesi che il governo regionale dovrebbe valutare seriamente per definire un protocollo di gestione delle risorse idriche regionali , allo scopo di preservare e tutelare, secondo principi di salute pubblica, il prioritario attingimento idropotabile.
L’altro passo importante sarebbe quello di migliorare e riparare interconnessioni fra acquedotti, eventuali dissalatori, ridurre le perdite e costruire pozzi per l’uso di risorse non sfruttate.
Opere urgenti, procrastinate da tanto, troppo tempo per ridurre drasticamente il rischio siccità. Bisognerebbe prevedere in Regione una cabina di regia dell’emergenza idrica, tesa a monitorare l’evolversi della situazione in tutti i Comuni e le Province interessate dalla drammatica carenza di acqua .

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