Che c’è di vero sul militare no vax ricoverato in codice rosso al “Rizzoli” dopo essere stato in vacanza a Forio e giunto ad Ischia in autobus? Che c’è di vero sui due hotel di Forio distanti mezzo chilometro l’uno dall’altro, posti entrambi “in quarantena”? Che c’è di vero su un extracomunitario domiciliato a Lacco Ameno, portatore di variante Delta?

A differenza di quanto accadeva nella prima fase, oggi tutte le informazioni relative al Covid sull’Isola tendono a essere, per così dire, trascurate, o quanto meno a passare in secondo piano. E mentre scrivo, posso assicurarVi che ci sono ancora tantissimi ischitani che hanno preferito evitare la vaccinazione per non meglio precisabili insicurezze sia sui rischi del farmaco loro destinabile sia sulla tipologia della seconda dose da ricevere.

A lungo andare, stiamo riprendendo la strada della tolleranza e della leggerezza a tutto spiano, pur sapendo che il nemico resta dietro l’angolo, così come ci viene testimoniato dalla situazione nel Regno Unito e, in particolare, dal dramma africano, a fronte del quale nessuno ancora si decide a porre fine agli sbarchi clandestini lungo le nostre coste.

Qualche ora fa (ieri, ndr), il sindaco d’Ischia ha annunciato che la Festa di Sant’Anna ci sarà! Qualche suo elettore, nei commenti, ha rilevato l’inopportunità di questa scelta, compiuta senza tener conto dell’impossibilità di controllarne gli assembramenti pur di “fare qualcosa” per dimostrare di esistere. Per giunta, i soliti venti giorni prima.

Ecco, quindi, cosa c’è di vero: come scritto più volte, ISCHIA COVID FREE è un assoluto colabrodo pubblicitario e politico, una roba da idioti che avrebbe dovuto lasciare il posto ad una seria intensificazione dei controlli e a un’azione di programmazione, prevenzione e coordinamento a monte dell’incoming derivante dalla ripresa del turismo.

La nostra innata improvvisazione tutta ischitana continua a regnare sovrana. Ci vorrebbe ben altro per debellarla.