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venerdì, Aprile 26, 2024

Bomba alveo tombato. Solite macerie nell’uovo di Pasqua per Casamicciola

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L’Alveo La Rita resta intasato. In fumo 50 mila euro di somme urgenze: Regione e Protezione Civile hanno già chiuso il cantiere. Sempre più un miraggio il ripristino dell’officiosità del canale

Ida Trofa | Crolli sull’alveo La Rita, sono finiti i soldi. Così sono le macerie la nuova sorpresa nell’uovo di Pasqua. Forse non sono neppure tanto una sorpresa, conoscendo i tempi italici e la nostra realtà. La Regione Campania con la somma urgenza affidata alla Protezione Civile ed al Genio Civile, come era ovvio che accadesse, ha già mandato in fumo 50mila euro! Tutto per una pallida messa in sicurezza e una montagna di macerie ancora da rimuovere. Uomini, mezzi ed energie impiegate senza esito né concretezza, il problema resta ed è più grave che mai. E pensare che ci era voluto un mese di rimpalli, carteggi, PEC ed incontri.

Un teatrino assurdo e, a ben vedere, inconcludente oltre che rischioso per la pubblica e privata incolumità. I decisori istituzionali giocano all’allegro carteggio. L’emergenza resta cosi come resta innescata la bomba tombato con tutti gli effetti e le sciagure a più livelli palesati. L’imperativo doveva essere “fare presto” si è rimutato nell’ennesimo sperpero di soldi pubblici. Che fine ha fatto l’allarme ospedale? L’allarme case popolari e i toni da stato di calamità nazionale?
Tutte chiacchiere! I soldi e gli affari restano le uniche tracce, ahinoi, seguite nell’amministrazione della cosa pubblica in un sistema che mostra tutte le sue lacune con effetti nefasti sulla pelle della gente. E speriamo sempre che vada tutto bene.

50 mila euro per lasciare tutto com’era. Una settimana di lavoro, un carrello estendibile e un ragno telescopico: così va in fumo l’inutile somma urgenza regionale
L’ultimo giorno di lavoro e l’ultimo centesimo investito dalla Regione Campania sull’area delle antiche terme casamicciolesi è stata il 29 marzo. Quando si sono rivisti così gli operai della Protezione Civile dopo 10 giorni di stop, ai lavori a causa di uno scontro istituzionale sullo smaltimento delle macerie (chi pagherà i quasi 500 metri cubi da portare a rifiuto?). A fine marzo c’è stato l’arrivo sull’isola di un mezzo adibito al trasporto di un “ragno telescopico” su cingoli per alcune lavorazioni necessarie alla messa in sicurezza.
Nonostante ciò, nulla è stato fatto per il ripristino in sicurezza del deflusso delle acque dell’alveo La Rita a causa del crollo dei fabbricati termali verificatisi il 13 febbraio 2021 e il 7 marzo. 50 mila euro per lasciare tutto com’era. Una settimana di lavoro, un carrello estendibile e un ragno telescopico e così va in fumo l’inutile somma urgenza regionale.
Dunque, grande dispiego di uomini e mezzi per un intervento che appare davvero improbo e tutt’altro che rapido ed indolore.

Nel merito, i sindaci di Casamicciola Terme e Lacco Ameno avevano avanzato al governo la “Richiesta di stato di calamità” con l’invio di uomini e mezzi straordinari per affrontare il problema dei crolli e della ostruzione dell’Alveo La Rita. Una richiesta rimasta lettera morta.
Il medico studia e l’amo latano muore. La messa in sicurezza e la bonifica restano un miraggio
Intanto, dopo quasi due mesi di stucchevoli rimpalli e sterili tavoli tecnici, si registra, come era prevedibile, l’abbandono del cantiere con previsione di ripresa alle Calende Greche. Sempre più un miraggio il ripristino dell’officiosità del canale. Al 4 aprile le urgenze restano la bonifica e la messa in sicurezza dell’intero alveo, sia nel tratto tombato interessato dai crolli sia nei tratti a monte e a valle che interessano entrambi i comuni. Innanzitutto per garantire sicurezza e scongiurare tragedie possibili in caso di negativo evolversi degli eventi, di ulteriori crolli e di possibili e prevedibili allerte meteo addirittura di semplice livello arancione.

A Casamicciola, dunque, resta caldo il dibattito civile sul tema del rischio idrogeologico, degli alvei da risistemare e soprattutto della necessità di pensare ad una mitigazione, ad una messa in sicurezza reale e opportuna per il territorio e rischio idrogeologico. Nel merito il tema dei temi è l’alveo La Rita. Qui si sono registrati crolli nella parte bassa del tombato su via Terme La Rita con l’ostruzione del canale e, sempre qui, da anni si discute dell’importante progetto di mitigazione del rischio con l’imbrigliamento delle acque che giungono dal monte e che ora dilavano a cielo aperto in zona via Serrato. Lungaggini burocratiche, contrapposto i tra enti e competenze varie rendono anche le cose semplici e necessarie progetti impossibili. Tutto quando si dovrebbe trattare di normale amministrazione per realtà fragili come le nostre.

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