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venerdì, Aprile 26, 2024

Antimo Puca: “Rivogliamo i nostri basoli”

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Antimo Puca | Una antica pavimentazione non dovrebbe mai essere sostituita. Le piastrelle prodotte con la lava raffreddata dello “sterminator vesevo” stanno sparendo a poco a poco. E le strade cambiano faccia. Togliendo quelle pavimentazioni, Ischia viene stravolta a poco a poco. E la sua storia, la sua tradizione, mortificate. La pietra lavica vesuviana è da sempre la carta d’identità di strade e piazze storiche. Si lavora in silenzio. Cosa che non dovrebbe accadere. Ogni intervento relativo alle pavimentazioni dovrebbe essere impostato sulla assoluta conservazione dei basoli e dovrebbe svolgersi in stretto raccordo con le Soprintendenze competenti.

Le nostre strade stanno letteralmente sprofondando considerato che non si effettua più la manutenzione ordinaria delle strade a basoli e sampietrini e che, non chiudendo le fughe, si favorisce l’infiltrazione dell’acqua piovana sotto alla pavimentazione, provocando l’abbassamento delle sedi stradali.
Un vero e proprio disastro,considerato che, in futuro, il ripristino dei luoghi ci costerà decine e decine di milioni di euro. Per non parlare di un piano di verifiche del sottosuolo, notoriamente caratterizzato da cavità naturali e da cisterne antiche di oltre duemila anni. Il rischio di nuovi cedimenti resta particolarmente alto. Per gli assi viari e gli slarghi dovrebbe essere previsto un intervento di recupero e di riqualificazione volte a conservare le antiche pavimentazioni in pietra vesuviana e le relative arditure.

Laddove si dovrebbe intervenire sul sistema fognario, i basolati dovrebbero essere sollevati, lavorati secondo le indicazioni delle Soprintendenze e riposizionati secondo l’originaria orditura. Ogni basolo dovrebbe essere sollevato con la fune anziché con mezzi meccanici volti a rompere, rovinare e svalorizzare. Non ci dovrebbe essere cementificazione o asfalto tra un basolo ed un altro affinché si preservi intatto, ma ogni basolo dovrebbe essere poggiato al suolo.
Le cosiddette pavimentazioni lapidee di vario formato e dimensione costituiscono un innegabile valore culturale ed un elemento di qualità architettonica particolarmente importante. Le pavimentazioni sono infatti ampiamente consolidate nell’immagine che tradizionalmente si ha del luogo ed incidono in maniera essenziale nella qualità degli spazi architettonici, costituendo un elemento complementare alle facciate degli edifici.

Per questo motivo vale la pena ricordare alcune disposizioni del Codice dei Beni Culturali che recita all’articolo 10: “sono Beni Culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri Enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro Ente ed Istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico. Sono comprese le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico”. Bisognerebbe fondare un comitato dei cittadini, preparare un dossier ed inviarlo al sindaco, alla Soprintendenza e al Ministero dei Beni Culturali. Bisognerebbe porre una interrogazione al sindaco, agli assessori e al Soprintendente. Oggetto: vincolo della Soprintendenza del patrimonio lapideo. RIVOGLIAMO I NOSTRI BASOLI.

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