I camper dell’Assessore Fortini in Campania che parleranno ai giovani studenti liceali di chirurgia plastica e di “cultura del bello” fanno il paio, negli ultimi due giorni, con il provvedimento della Suprema Corte sull’anticostituzionalità storica dell’assegnazione del solo cognome paterno ad un neonato.
Questo genere di notizie, in tutta onestà, mi provocano disagio e sconcerto. Se infatti, da una parte, mi rendo conto che anche in Italia tutto il mondo è paese, dall’altra mi chiedo come sia possibile, ancora una volta, che questo genere di idiozie possano rappresentare delle priorità -anche mediatiche- in una società stremata da una serie di problemi gravissimi tuttora privi di soluzioni concrete da parte di chi ci amministra, sia a livello nazionale che regionale.

Ho deciso, dopodomani, di recarmi a Milano di buon mattino alla giornata conclusiva della conferenza programmatica di “Fratelli d’Italia” e non certo semplicemente perché è quasi un anno che ho aderito al partito di Giorgia Meloni: il discorso conclusivo della leader del primo partito italiano costituirà la sintesi di decine di tavoli di lavoro svoltisi nei due giorni precedenti sulle keyword INDIPENDENZA, LIBERTA’, CRESCITA con relatori di primissimo livello. Una vera idea di programma di governo per un centrodestra auspicabilmente unito e senza contaminazioni nelle elezioni politiche del prossimo anno.

A cinquantacinque anni le speranze che la politica possa riservarci sorprese positive e in linea con le reali esigenze del Paese non sono poi ancora tantissime. Ma se c’è da crederci almeno un pochino, ecco, per quanto mi riguarda non si può che confidare nella grinta e nell’entusiasmo di una donna tanto scomoda quanto capace ed inattaccabile, che con coerenza d’altri tempi sta portando avanti un’idea sovranista e conservatrice che, allo stato, rappresenta l’unica possibile alternativa allo sfacelo della sinistra e, soprattutto, dei governi tecnici tanto cari al Quirinale e all’Europa.