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venerdì, Aprile 26, 2024

91 anni. Tanti auguri Maestro Marchegiani!

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91 anni. Tanti auguri Maestro Marchegiani!

Un irriducibile innamorato della nostra isola; un vero e proprio artista che, con l’attenzione e la sensibilità che sono i creativi veri possono avere, racconta la società di oggi attraverso le proprie opere; un ambasciatore anche della nostra terra. Oggi vi parliamo di Elio Marchegiani, grande artista contemporaneo che, dopo aver esplorato il mondo, ha eletto la nostra isola a sua meta ideale per periodi di relax in riva al mare.

Ed è proprio qui, sulla sua adorata terrazza dell’Hotel Le Querce, che Elio Marchegiani ha spento le sue prime 91 candeline, tra i suoi affetti più cari e il nostro immenso panorama naturalistico.

Elio Marchegiani, noto nel mondo per le sue opere che sono esposte non solo in Italia,ma anche a Israele, New York e Parigi (per citare alcune delle città più note) è da sempre punto di riferimento per chi ricerca nell’arte lo stimolo in più per riflettere e pensare circa il mondo che ci circonda. Un mondo in continua evoluzione che ci affascina, cattura e incanta.

Come è il mondo in cui viviamo?

“Che se non ci diamo una regolata siamo destinati a lasciare il pianeta a qualchedun altro. E basta una parte infinitesimale della natura per mettere in crisi il nostro sentirci al centro di tutto, pandemia docet. Di questo passo chissà che non si estingueremo. Ho vissuto l’era dei Mussolini e degli Hitler e oggi mi ritrovo con Trump e Putin: non sono così sicuro che l’umanità sappia evolvere. Sa che avevo previsto che la pandemia ci potesse aggregare?”

Ci spieghi meglio

“Nel ‘69 un americano fu selezionato come “superman” da lanciare con un missile nello spazio. Doveva per la prima volta allunare completando il programma Apollo, che gli americani vivevano in competizione con la Russia. Successe però che starnutì all’interno del casco della sua tuta spaziale. Si era ammalato. E io riflettei: una mosca, causa del contagio, era stata più potente della prima potenza mondiale. Così misi in atto una installazione con 9000 mosche vive che invadevano gli spazi espositivi sotto 350 bicchieri: erano elemento livellatore della società che sembra riscoprirsi unita sono con un’epidemia. Come la peste. O il Covid.”

A proposito d Covid19, in che modo ha trascorso il periodo di lockdown?

“In una casa di Pianoro vecchio, sulla Via Toscana, senza risentire delle costrizioni: sono molto casalingo, amo i rebus, soprattutto quelli difficili. E ne ho approfittato per proseguire un lavoro che confluirà in una mostra che chiamerò “Quando l’homo sapiens non prendeva ancora granchi”. Non senza ironia, parto dal costante degrado del pianeta e dalla fossilità della mente umana. Negli anni ho collezionato fossili preziosissimi, che sto rielaborando con l’oro zecchino. Mi anima, ancora una volta il motto “l’arte è una scienza esatta che ha fortuna di non esserlo”.

Che rapporto ha con la tecnologia?
«Già negli anni ’60, per le mie opere, usavo io primi led e laser. Ma oggi ho un vecchio cellulare, altro che smartphone. Un artista deve essere capace di vedere e leggere la realtà, in troppi si chiudono nel proprio studio».


Qual è il segreto del suo feeling con i giovani?  
«Bisogna avere profondo rispetto delle nuove generazioni. Non ho avuto figli, eppure ho miriadi di “ragazzi” che sento miei. Una volta, a tavola, contraddissi il padre di Luigi Carboni, che sarebbe diventato un grande pittore, insistendo perché non accettasse un posto fisso in Montedison. Lui si inalberò, offrendomi la patria potestà. I talenti vanno assecondati, sempre»


Napoli ne ha molti, non trova?
«Ha un notevole fermento artistico da diversi anni, conosco le potenzialità di un popolo straordinario del quale adoro l’ironia. Adoro Di Giacomo. E nel ’72 partecipai, con un’opera dedicata al vulcano, a Operazione Vesuvio, nella galleria di Dina Carola. Ma non posso dire di aver vissuto molto la città. Viceversa, a Ischia – dove ho presentato una mostra antologica, nel 2010, alla Torre Guevara – ho trovato l’intensità di rapporti umani veri. Insieme a questo mare, incredibile».

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