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sabato, Aprile 27, 2024

Ops… ci siamo persi qualcosa?

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Anna Fermo | La destagionalizzazione del turismo e’ la notizia del giorno e non manca di rivelare animosità contrastanti rispetto ad una politica che sembra non aver fatto nulla per pianificare anche al Ischia ciò che Capri realizza con naturalezza. C’e’ chi può e chi non può? Purtroppo e’ proprio così ed i meriti o le colpe stanno sempre nella mancate programmazioni, quelle che nel tal caso, si sarebbero dovute costruire e condividere tra politica ed imprese del turismo. Come a dire: la politica da sola può ben poco, così come gli albergatori da soli non possono davvero fare nulla. Di destagionalizzazione del nostro turismo se ne parla da sempre, ma l’affronto serio non c’e mai stato. Così ci si sveglia una mattina, e non e’ questa la prima volta, si vede Capri cosa fa e partono i lamenti e le invettive “a chi coglio coglio”. E’ una vita che facciamo questo. E’ una vita che guardando fuori dalla finestra Ischia ci rendiamo conto di esserci persi qualcosa. Per farci ancor più male ci lasciamo propinare anche i racconti fantastici di chi in un anno o più di Sindacatura sembrerebbe avesse risolto, incompreso, tutti i mali di Ischia e non manca dunque di ricordarcelo! Personalmente ho una curiosità: non riesco ancora a capire quale popolo stolto, dinanzi ad un amministratore così attivo e capace, l’abbia poi rinnegato mandandolo a casa e, se non bastasse, bocciandolo poi successivamente nel non riconfermarlo nemmeno come consigliere d’opposizione. Credo che anche qui ci siamo persi qualcosa: o il genio incompreso e dunque la panacea di tutti i mali o solo un signor nessuno visti i risultati ultimi alle urne. Resta che la destagionalizzazione e’ un tema caldo che dovrebbe scaldare e non poco il dibattito su ciò che vogliamo farne della nostra economia. Il problema non e’nel confermare vigilini o definire cartelloni di eventi fino a gennaio, ma prestare il fianco ad una logica di mercato che guarda sempre di più alla territorialità vissuta. Di cosa parlo? Ischia deve vivere ogni giorno dell’anno dei suoi colori e delle sue risorse. Al netto degli eventi, che servono, ma non come si crede, il richiamo di Ischia può essere giocato con un semplice piano di marketing territoriale, punto d’avvio di politiche territoriali organiche ed integrate con la voce economica del nostro turismo. E’ sempre una questione di target: a chi vogliamo rivolgere le nostre offerte? Chi vogliamo come nostro potenziale ospite? Che livello di accoglienza siamo in grado di offrire?

Lo sviluppo di un territorio passa attraverso la conoscenza di ogni suo potenziale, di ogni sua risorsa e soprattutto attraverso la capacità di saper usare il tutto nell’ottica di un benessere generalizzato e non di un malcontento dei più.

Siamo seri: la politica c’entra molto rispetto ad una programmazione di interventi finalizzati alla crescita ed allo sviluppo, ma se ci siamo persi qualcosa sino ad oggi e’ anche e soprattutto perché dalle imprese ai singoli cittadini, non ci siamo fermati un attimo a riflettere su ciò che potevamo e possiamo fare davvero per attivare il processo di programmazione. Servono gli uomini? Certo che sì e basterebbe che ce ne fossero, magari con uno in meno, che invece di rivangare mancanze o passati che non ricordiamo, si destreggiassero su ciò che va fatto adesso per domani.

La questione turistica e destagionalizzazione e’ solo una delle mille questioni che si potrebbero affrontare con maggiore coscienza e capacità di proposte riscontrando le richieste di un territorio potenzialmente ricco come il nostro.

I vigilini, i dipendenti di Ischia Ambiente, i 7 milioni ed oltre di turisti: solo chiacchiere! Non sono i numeri o le proroghe di un servizio o di un altro che fanno la differenza. Non e’ un patto sociale con le categorie che determina il salto di qualità, ma il coraggio di assecondare scelte dal basso, di ascoltare il territorio ed i suoi stakeholders oltre la politica che vorrebbe imporre dall’alto scelte inconciliabili con la voce del cittadino e delle nostre imprese.

I nostri imprenditori sanno di cosa parlo, conoscono bene ciò che può innescare un processo di crescita virtuoso per davvero e non per solo un annetto, seppur non ci ricordiamo davvero di quella grande svolta del 2000, ma che sappia compiersi per durare.

Oggi che si parla tanto di leader e futuri sindaci, perché non si sospende per un po la querelle e ci si concentra su piani di crescita e sviluppo?

Gli uomini della politica attuale li conosciamo: saranno gli stessi che ci ritroveremo nel 2017. “L’uomo del 2000”, credo che debba mettersi l’animo in pace e limitarsi a raccontare solo ai suoi nipoti le sue ardite gesta, magari lo crederanno.Ma basta sentire queste storie commoventi e patetiche solo per chi le racconta.  Ci piace sentir parlare di Enzo Mazzella perché di lui parlano le nostre strade e le nostre strutture, e ci piace ricordarlo noi! Ma non si può ricordare tutti anche per uno starnuto venuto male!

Destagionalizzare significa anche questo: cambiare stagione in ogni senso e la stagione del 2000 e’ bella che passata!

Il turismo ha nuove regole di mercato e la velocità con le quali cambiano adeguandosi ai tempi della globalizzazione impongono strategie d’azione e non “io avevo fatto…io avevo detto”. Questo vale per tutti, anche per gli imprenditori che insistono a voler colpevolizzare solo la politica.

Ci siamo persi qualcosa? Ebbene, cerchiamo di non perdere più nulla.

 

2 COMMENTS

  1. è un articolo fatto per parlare della destagionalizzazione, o è un articolo fatto per mandare le frecciatine a questo che tu chiami “genio incompreso”??
    Ditevele in faccia certe cose, non usate il giornale per rompere le scatole ai lettori con le vostre guerre personali!

  2. Chi ha progetti e programmi li espliciti, ne renda partecipi gli stakeholders e gli elettori. La politica dal basso presuppone una teoria opposta a quella americana (elettori spettatori e non attori) altrimenti sono solo truismi. Nient’altro che truismi.

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