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sabato, Aprile 27, 2024

DDL Falanga “salva demolizioni”, il 5 aprile ancora in Commissione

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In sede referente, domani martedì 5 aprile, proseguirà l’iter per la discussione in II Commissione del famoso DDL Falanga. Un decreto legge che stabilisce, in cinque fasce, una graduazione delle demolizioni degli abusi edilizi.
L’indagine conoscitiva, appunto, toccherà le “Disposizioni in materia di criteri di priorità per l’esecuzione di procedure di demolizioni di manufatti abusivi (seguito esame C. 1994, approvata dal Senato – Rel. Sarro).
Per la votazione, invece, l’iter della Camera è già calendarizzato.
Martedì 26 aprile (p.m., con eventuale prosecuzione notturna) Discussione sulle linee generali di progetti di legge: “proposta di legge n. 1194 – Disposizioni in materia di criteri di priorità per l’esecuzione di procedure di demolizioni di manufatti abusivi 8approvata dal senato).
Mercoledì 27 e Giovedì 28 continuerà l’esito dell’esame dei progetti di legge mentre nella giornata di venerdì 29 aprile (con votazioni) dovrebbe terminare l’iter del DDL Falanga.
Un’iniziativa dei senatori campani che prova a porre un freno alla barbarie di stato che, fino ad oggi, ha solo lasciato molte macerie sui territori, molti debiti nelle pubbliche amministrazione e non è riuscito a risolvere nessun problema. Una barbarie di stato che si è scatenata e impegnata solo contro i piccoli, contro gli indifesi, i vecchi, le vedove, le giovani coppie lasciando impunite le grosse speculazione, i ricchi e quanti – negli anni – hanno consentito che i vari territori venissero violentati senza pietà.
Così, mentre l’indifesa Elizabeth di Procida, aspetta con ansia le ruspe dello stato che dovranno demolire i suoi 20 metri quadrati di cero block, il dibattito politico continua,
La proposta di legge 1994 – che definisce i criteri di priorità per la demolizione degli immobili abusivi “rappresenta un’opportunità per dare una prima risposta, di tipo emergenziale, al problema. Il tema, però, va affrontato in modo più organico. A partire dalla necessità di criteri oggettivi e dall’approccio, che va orientato maggiormente ai problemi sociali, e non solo urbanistici, insiti nell’opera di demolizione degli immobili abusivi”. E’ questa in sintesi la posizione dell’ANCI (Associazione nazionale dei comuni italiani) espressa nel corso di un’audizione presso la Commissione Giustizia della Camera, che sta esaminando il provvedimento.
L’ANCI ha fatto notare come “il problema dell’abusivismo coinvolga, solo in Campania, almeno 70 mila edifici, equivalenti a un’intera città. Per questo motivo è innanzitutto necessario – precisa l’Associazione – che i provvedimenti normativi non parlino solo alle Procure, ma anche ai Comuni, che devono materialmente eseguire le demolizioni. L’aspetto amministrativo e quello penale, in altre parole, vanno coordinati in modo omogeneo a livello nazionale, altrimenti il rischio è quello di un’azione a doppia velocità, che rischia di far impantanare la macchina della legalità”.
L’ANCI fa notare inoltre “l’assenza di strumenti adeguati a fronte di un costo stimato per una concreta opera di avvio delle demolizioni che ammonta a circa 5 miliardi, anche alla luce del fatto che in un solo anno le Polizie municipali hanno registrato 12 mila nuove situazioni di abuso”.
Auspicando che vengano accolte e ascoltate le riflessioni degli enti locali, l’ANCI si è infine resa disponibile a mettere a disposizione la propria rete di tecnici ed esperti, per valutare e definire le proposte migliorative per il provvedimento.
IL PARERE DELL’INU. L’Istituto Nazionale di Urbanistica osserva che la proposta di legge “interviene su uno dei due binari, attualmente vigenti, sulle competenze per l’esecuzione delle demolizioni: il binario dell’autorità giudiziaria, che si attiva in presenza della condanna definitiva del giudice penale e quando la demolizione non sia stata ancora eseguita. Non tratta, invece, il binario delle autorità amministrative (Comuni, Regioni, Prefetture)”.
Secondo l’INU, “anche in presenza di demolizioni a seguito di sentenza definitiva, le sole strutture tecniche che hanno le competenze per definire criteri di priorità sono i Comuni. Solo questo livello di governo del territorio ha la capacità e le conoscenze per inserire la questione dei criteri di priorità, così come normati nell’art. 1 del PdL, in un progetto urbanistico”.
Sebbene “le Procure siano degli Uffici fondamentali nell’amministrazione della Giustizia, non lo sono per quanto riguarda la definizione di un progetto di riordino della città infestata da procedimenti di demolizione a seguito di condanna definitiva”.
L’Istituto Nazionale di Urbanistica osserva inoltre che la proposta di legge “affronta poi solo le priorità, nulla vi è detto della questione finanziaria. Non solo per i costi della demolizione, quanto per il conferimento in discarica del materiale inerte e soprattutto della rimessa in pristino dell’area liberata e della popolazione direttamente o indirettamente investita dalle demolizioni. Operazioni fondamentali che non possono essere fatte dalla sola Procura”. Pertanto, per l’INU “l’apertura di una speciale voce di bilancio comunale a destinazione vincolata sarebbe auspicabile”.

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