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sabato, Aprile 27, 2024

Barano, due passi verso la storia ma il baratro è vicino

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Era il 22 maggio di un anno fa, quando, nello spareggio play off, il Barano di mister Giuseppe Monti schiantava al “Don Luigi Di Iorio” il Polisportiva Santa Maria Cilento per 4-0 (poker di uno scatenato Pasquale Savio) e conquistava una storica prima partecipazione al campionato di Eccellenza. A guardare bene la formazione degli aquilotti che in quell’ultimo match di Promozione superò i giallorossi cilentani, non si trova alcuna differenza con quella che è scesa in campo – praticamente sempre – durante tutta la stagione d’esordio nel massimo campionato regionale. Ciò, quindi, va solo ad incrementare il valore del risultato poi ottenuto nel campionato chiusosi meno di un mese fa della squadra allenata da Billone: una salvezza conquistata sul campo, senza passare attraverso la tagliola dei play out, anche se accompagnata da un brutto finale di campionato fra errori, risultati negativi e un deciso scollamento che si era creato fra società ed uomini di campo. Nonostante ciò, la squadra bianconera ha portato a casa il secondo risultato di rilievo in due stagioni consecutive, attestandosi come mai così in alto in quasi 50 anni di vita.

 

IL CAMMINO – Non è da ricordare l’impatto con la nuova categoria per Monti ed i suoi ragazzi: i 3 gol rimediati a Procida (primo derby), da una squadra costruita per provare la promozione, sono un brusco risveglio. Ma la prima vittoria in Eccellenza arriva solo 7 giorni dopo, quando alle “Chianole” cade il Mondragone dopo 2 rigori di Savio. Altra settimana ed altra vittoria, ben più roboante: è un 4-2 contro il Casalnuovo (doppietta di Sogliuzzo, gol di Sirabella ed Arcamone) che da il la allo stupefacente volo di andata degli aquilotti. La goleada subita ad Afragola (6-0) viene dimenticata con quella imposta al Virtus Volla ed il successo firmato ancora Sogliuzzo (2) sul campo di una Real Albanova in difficoltà. Dopo 6 giornate, il Barano è nel gruppone delle terze. Arrivano 3 sconfitte (Portici, Savoia e Sessana) ma il Barano si rifà con una strepitosa prestazione nel derby in casa del Forio: l’1-3 è firmato ancora da Sogliuzzo e Savio. Un paio di vittorie in casa contro Neapolis e Mariglianese tengono i bianconeri a metà classifica, ed il largissimo successo contro il Casagiove prima della sosta pare mettere al riparo dai guai. Non sarà così.

Il girone di ritorno del Barano è da incubo: si dovrà attendere l’ultima gara della stagione, quella che si giocherà in casa dello stesso Hermes retrocesso ormai 3 mesi prima, per festeggiare i 3 punti. Nel mentre, 4 mesi di errori, episodi sfortunati, sviste arbitrali, polemiche e solo 6 punti racimolati in 14 giornate. Tantissime le sconfitte senza che le stesse siano meritate (quelle contro Isola di Procida, Afragolese e Savoia su tutte), mentre il primo punto del 2017 arriva alla quinta di ritorno contro quella che, intanto, è diventata una diretta concorrente, il Virtus Volla. Il Barano, infatti, perde progressivamente terreno in classifica rispetto a tutte, anche perché tutte si sono rinforzate mentre alla corte di Monti sono arrivati solo Lubrano (si stenda un velo pietoso) e Angelo Arcamone (che dopo l’esordio dal primo minuto col Procida è diventato lentamente una riserva). Gli aquilotti, più teoricamente che praticamente, vedono aprirsi la botola dei play out sotto le loro ali, e riescono a tirarsi fuori da tutto solo al 90° della gara giocata in casa del Neapolis ad un mese dalla fine di tutto. E’ Sogliuzzo, che fino alla fine del campionato segnerà 18 gol, a prendere i suoi per i capelli e farli restare in Eccellenza senza soffrire ulteriormente.

 

UNA SOCIETA’ LONTANA – La più grave sconfitta che può rimediare una dirigenza non è quella che può concretizzarsi sul campo, ma quella che arriva dopo che – lentamente – i suoi tesserati perdono gli stimoli che li spngono alla ricerca della vittoria. Questo è il tipo di sconfitta che ha subìto la dirigenza del Barano nel girone di ritorno dell’ultimo campionato di Eccellenza. Tutti, al campo di allenamento, si erano accorti che qualcosa non andasse per il verso giusto, anche se i ragazzi – agli ordini di mister Monti – proseguivano il loro lavoro settimanale con abnegazione ed impegno. Però, basta pensare che nel momento più buio e duro, quello (per capirci) in cui il Barano faceva davvero una fatica bestiale a fare punti, i rappresentanti della società baranese erano praticamente mai presenti al fianco dei propri tesserati in settimana, per non parlare di come la squadra si è presentata in almeno un paio di trasferte di fine stagione.

“Diciamo che questo è stato il primo anno di Eccellenza anche per la società. Voglio essere positivo e voglio augurarmi un futuro roseo per il Barano nella mia mente. Noi calciatori ci prendiamo le nostre colpe, anche se quando siamo andato in campo in settimana abbiamo dato sempre il massimo. Quindi le colpe sono da dividere, anche se nei momenti chiave del girone di ritorno una presenza maggiore, più costante della società, poteva aiutare di più la squadra. Si sentiva il bisogno di una presenza più costante della dirigenza al campo ed in trasferta, a prescindere dal fatto che c’è chi ci fa caso e chi no”, questo diceva poco più di 15 giorni fa il capitano degli aquilotti, Pietro Ferrari, che ormai da 10 anni veste la casacca bianconera.

Non se l’è passata meglio Billone che, nonostante non avesse bisogno di supporto psicologico (è troppo esperto il mister…), è stato lasciato solo sul piano della logistica. Perso per strada (ancora) il ds Gianfranco Pilato, il tecnico del Barano si è ritrovato a gestire da solo la complessa macchina organizzativa che deve essere portata avanti in un campionato di Eccellenza. Il risultato è stato che Monti è arrivato stanco e molto stressato al rompete le righe finale, e non ha fatto nulla per nascondere il suo pessimo stato d’animo. Insomma, i tanti dirigenti della squadra isolana sono mancati all’appello delle loro competenze, morali e logistiche, gettando squadra e tecnici in una piccola confusione dalla quale sono usciti solo grazie alla fine del campionato.

 

MERCATO – C’è davvero poco da raccontare sulle operazioni fatte dal Barano nelle due sessioni di mercato attinenti il suo primo campionato in Eccellenza. Il vero colpo dell’estate fu rappresentato dall’arrivo del difensore Francesco Del Franco, un pupillo di mister Monti, con il quale ha già condiviso le esperienze di Ischia e Forio. L’esperienza di Del Franco in bianconero, sorvoliamo sul perché, si conclude dopo soli 3 mesi (passò alla Real Albanova di Potenza): il classe 1986 fu sostituito a fil di sirena del mercato dicembrino da Antonio Lubrano, difensore classe 1996 arrivato alle “chianole” davvero con poca voglia di sacrificarsi. Alla corte di Billone, prima di Natale, approdò anche Angelo Arcamone, che in poche apparizioni ed in 4 mesi ha messo a segno 6 reti. Ma un significativo apporto alla causa baranese la sessione di compravendite non lo ha dato per nulla: quindi, fra assenze ingiustificate e un mercato davvero non all’altezza, la dirigenza del Barano pare davvero aver inteso il campionato di Eccellenza alla stregua di quelli fatti in Promozione.

 

IL FUTURO – Grigi (tendenti al nero) nuvoloni incombono sul Barano in vista della prossima stagione. Il budget economico stanziato dalla società per il campionato non è stato – ma non poteva esserlo – all’altezza dell’Eccellenza. Si stanno avendo difficoltà a chiudere i conti per la stagione che sta andando a chiudersi e, nonostante la buona volontà che potrebbe e che sicuramente sarà messa per riorganizzare il tutto in vista dell’estate (anche dopo gli errori commessi negli ultimi mesi), sarà difficile vedere il Barano di nuovo in Eccellenza a breve scadenza. In tutta onestà, confrontarsi con la durezza e la spregiudicatezza – anche sul mercato – di società della terra ferma che a metà stagione rivoltano la proprie rose come un calzino, per il Barano è troppo. E lo è soprattutto perché la società ischitana non ha la possibilità economica di portare sull’isola quegli almeno 3-4 calciatori capaci di fare la differenza in aggiunta ad un gruppo consolidato.

Lo stesso bellissimo gruppo baranese è rimasto intatto anche perché durante l’estate scorsa la società e mister Monti hanno deciso di proseguire insieme questa avventura in Eccellenza e perché da per molti sarebbe stato un onore disputare il primo campionato del club nella categoria. Oggi le cose sono cambiate: Billone è più lontano che mai dalla piazza e molti calciatori (parliamo dei più rappresentativi) hanno già la valigia pronta, soprattutto dopo che la dirigenza della Nuova Ischia ha fato sapere che la squadra gialloblu farà almeno l’Eccellenza fra 4 mesi. Magari proprio col titolo del Barano. Fra l’altro, proprio ieri in un post su facebook in cui ricordava la promozione in Eccellenza, Gabriele Sirabella, una delle punte di diamante della squadra, ha scritto “dopo 2 anni forse si è chiuso un ciclo che ci ha visti sempre “vincitori” poiché siamo sempre andati oltre le aspettative”. Se non ci sarà l’arrivo di nuovi fondi, in aggiunta a quelli esistenti, da sfruttare per migliorare strutture e creare una rosa che possa essere servita e riverita come si confà a queste categorie, meglio passare la mano. Chi vivrà vedrà.

 

 

 

 

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    Il campionato di Eccellenza ha chiuso i suoi battenti (per chi non ha dovuto disputare le appendici play off e play out) ormai da 20 giorni e, quindi, il tempo dei bilanci – che precede di poco quello della riorganizzazione – è arrivato. Il Real Forio ha chiuso il suo cammino nel girone A con 37 punti, ad un ottimo settimo posto in coabitazione con la Sessana a sole due lunghezze da quanto la stesa squadra biancoverde era stata capace di fare, piazzandosi però in ottava posizione. Quella ottenuta dalla compagine allenata da mister Franco Impagliazzo è stata la terza salvezza consecutiva (dopo le due portate a casa quando in panchina sedeva Giovanni Iovine), forse la più facile da ottenere, sicuramente quella che potrebbe davvero consolidare la società foriana all’interno della difficile categoria regionale.

    “Per il terzo anno consecutivo abbiamo raggiunto l’obbiettivo prefissato dalla società. Dal 2014 una crescita costante che è culminata con lo storico settimo posto di quest’anno, che ci ha dato tante soddisfazioni. Siamo anche onorati dell’importante risultato ottenuto da Francesco De Felice (classe 96) che con 19 reti (2 rig) si è piazzato al terzo posto tra i bomber del Gir. A di Eccellenza, scavalcato solo da Carotenuto (Afragolese) ed Esposito (Savoia). A parte tutti i soci e tutti gli sponsor che ci sono stati vicini, voglio ringraziare particolarmente lo staff tecnico e i dirigenti che per tutto l’anno, ogni giorno, hanno lavorato duramente e con passione per raggiungere l’obbiettivo, superando tante difficoltà e portando in alto il nome di Forio in tutta la Campania”, queste sono le parole con cui il ds biancoverde Vito Manna ha salutato, attraverso il suo profilo Facebook, i risultati raggiunti da società, squadra e staff tecnici nelle ultime tre stagioni.

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    IL CAMMINO – Con la salvezza nel mirino, il Real Forio parte davvero bene. Un 5-5 con la Sessana è solo il primo indizio di come si comporterà la squadra nei mesi a venire. Alla 9a giornata i foriani hanno già battuto Neapolis, Pimonte ed Hermes Casagiove, tre dirette concorrenti e si trovano a 4 lunghezze dalla zona play off. Intanto è avvenuto già un cambio di modulo (dal 4-3-3 al 3-5-2 usato nella passata stagione), ed inoltre Gianluca Saurino segna già a raffica ma trova spazio e reti anche Francesco De Felice. Il derby perso col Barano al “Calise” fa segnare la prima crisi, che si conclama ad Afragola e si risolve con l’enensima vittoria contro una pericolante, il Virtus Volla. Sarà l’ultima di Gianluca Saurino, che lascia con una tripletta (e 12 marcature in 11 gare) per portare a termine il suo discusso trasferimento alla Nuova Ischia. Per approdare al sodalizio gialloblu lascerà anche suo fratello Ciro. Altro momento no, prima della sosta natalizia: arrivano tre sconfitte di fila (Real Albanova, Portici e Savoia) ma anche calciatori nuovi (Castagna, Sollo ed i fratelli Costagliola). L’andata si chiude con 18 punti. Tutto sembra poter volgere al peggio, ma invece la squadra si compatta e rinasce ottenendo ben 8 punti in sole 5 gare del girone di ritorno, prima della incredibile debacle di San Giorgio (da 0-2 a 3-2 per i locali in poco più di un tempo), che crea forte tensione fra staff tecnico e squadra. La vittoria con il Casagiove restituisce serenità, ripersa in uno sfortunato ed arbitrato male derby a Procida. Ma la cose più belle le sta facendo vedere De Felice che, libero dalla ingombrante presenza di Saurino, spadroneggia nelle aree avversarie. La vittoria col Mondragone da la serenità quasi definitiva in classifica, d il derby col Barano una piccola soddisfazione alla squadra (finisce 2-2). Le sconfitte contro Afragolese e Virtus Volla sono indolori, visto che con tre turni di anticipo la salvezza senza passare per i play out è matematica. La vittoria contro l’Albanova e le sconfitte contro Portici e Savoia fanno chiudere il Real Forio a quota 37 con un po’ di delusione: i 40 punti erano un bel traguardo a livello simbolico ed avrebbero consentito di chiudere la stagione sopra quella precedente.

    BENE MA…LA SOGLIA NON E’ STATA VARCATA – Tutti al Real Forio si attendevano, in questa stagione, di superare il punteggio finale con cui la squadra aveva salutato la salvezza in quella passata (39 punti). La squadra allenata da Franco Impagliazzo non ci è riuscita, benché mediamente il girone A 2016/17 non sia stato migliore di quello dell’annata scorsa. Per accorgersene bastano pochi dati. Infatti, la lotta per la salvezza fu nettamente più dura un anno fa, vista la sola Arzanese (chiuse con 2 punti) a fare da materasso all’intero lotto, e con la penultima (lo Stasia) che terminò il suo campionato con ben 23 mattoncini. Anche nella passata stagione la quint’ultima (il Gladiator) non disputò il play out perché a più di 9 punti dal Virtus Volla terz’ultimo, ma non fu salva con lo stesso anticipo con cui si è salvata la quint’ultima di questa stagione, la Mariglianese, che già a marzo pensava all’estate.

    Inoltre, non per screditare il Barano, ma gli aquilotti sono riusciti a salvarsi, in pratica, ottenendo 9 punti ed una sola vittoria in tutto il girone di ritorno, contro l’ultima in classifica Hermes Casagiove che, unita alla Neapolis (14 punti finali) ha formato la coppia cuscinetto per quest’anno. Il fatto che in testa ci sia stata più lotta in questa stagione non sta a significare che il campionato sia stato di una qualità superiore ai precedenti: benché il Real Forio ha messo insieme pochissimi punti con le prime della classe, non ha quasi mai sfigurato, segno tangibile che le stesse non erano poi così imbattibili sul campo. Comunque, la salvezza è arrivata anche se non come – probabilmente – si sperava all’ombra del Torrione, anche perché l’estete scorsa è stata fatta una scelta precisa e sicuramente tendente alla volontà di migliorare quanto già fatto: il riferimento è all’affido a Franco Impagliazzo della gestione tecnica della squadra.

    Al di la delle dicerie che accompagnano Taratà sul suo modus operandi (non gradisce una squadra troppo giovane ed altro…), il Real Forio ha inteso portare l’esperto e sicuramente carismatico allenatore alla guida della sua rosa anche per estendere la fidelizzazione dei suoi tifosi. In pratica, il nome di Impagliazzo avrebbe dovuto portare più supporters sulle gradinate del “Calise” durante le gare interne della squadra biancoverde. L’operazione pare essere riuscita in minima parte, visto che il pubblico foriano non è aumentato a dismisura nel suo seguito. Va da se, che il club con sede nel comune del Torrione dovrebbe comunque chiedersi il perché non riesca ad attirare più affezionati di quanti ce ne siano sempre stati. Anche se non necessariamente è colpa sua.

    Ciò, invece, che con il nuovo tecnico è cambiato rispetto ad un anno fa è il dato relativo alle reti incassate e subite dalla squadra: molte di più quelle fatte, ma anche quelle subìte, segno che il gioco del mister era molto votato all’offesa e meno alla difesa, quindi più spettacolare rispetto a quanto ammirato in passato. Questo anche perché a livello qualitativo la rosa forse è salita di tono rispetto alla sua composizione precedente. Però, va detto che dal periodo buio della stagione, dal mese in cui la rosa si è impoverita non poco, Impagliazzo ha saputo uscire con tanto lavoro e tanta calma, mettendo a tacere le tante bocche che in quei giorni già stavano annunciando una debacle finale senza precedenti. A salvezza acquisita, quindi, è giusto che il Real Forio celebri il risultato come un bella vittoria sportiva e societaria (lo ha fatto anche il Barano anche se con toni meno trionfalistici), ma è anche giusto sottolineare che la crescita a cui la società biancoverde puntava per consolidarsi nella categoria non c’è stata o, comunque, è stata davvero poco apprezzabile.

    COSA SUCCEDERA’ – Non è la prima volta, e non sarà nemmeno l’ultima, che alla fine di una stagione le società dilettantistiche isolane si trovano a confrontarsi con un (eventuale) successo ottenuto sul campo, ma con una difficile riorganizzazione in vista della successiva. In particolare, il Real Forio dovrà necessariamente fare i conti con gli addii di Nicola Mora, Franco Verde (anche se per quanto riguarda il portiere non sarà molto dolorosa la sostituzione) e De Felice (la punta è già in contatto con società di categoria superiore). Inoltre, appaiono certe le partenze dei fratelli Costagliola (non si può puntare sui bravi ragazzi procidani visto che si allenano davvero poco in settimana) e di Fanelli. Probabilissima anche quella di Castagna, arrivato alla corte di Taratà solo a dicembre. Incerta, invece, la permanenza di Sollo: il portiere ex Casalnuovo si è trovato bene in maglia biancoverde, ma per restare vorrà che la società gli sottoponga un progetto serio e con serie basi economiche. Un po’ quello che chiede Franco Impagliazzo per proseguire la sua avventura al timone della squadra: il tecnico è stato quello che ha portato Davide Trofa (un lusso per l’Eccellenza) a Forio, e quindi la presenza in biancoverde del forte centrocampista pare essere legata a doppio filo a quelle che sono le intenzioni del tecnico, che certamente non vorrà ripetere l’annata terminata da poco. Una mano al Real (ma anche al Barano) pareva averla fornita la permanenza della Nuova Ischia (ahilei!) in Promozione: con la squadra gialloblu ancora in una categoria inferiore sembrava difficile il dover assistere ad una migrazione verso Fondo Bosso di alcuni titolari biancoverdi (e bianconeri), in stile Saurino. Invece, con tutta probabilità, la società ischitana nella prossima stagione frequenterà almeno l’Eccellenza (anche se l’obiettivo dichiarato è l’acquisizione di un titolo in Serie D) e con ciò la razzia di talenti isolani dalle cugine più povere potrebbe tramutarsi in dura e cruda realtà.

    Va sottolineato, inoltre, che la società foriana, per una scelta forse non condivisibile ma precisa, ha dedicato meno attenzione al settore giovanile negli ultimi tempi, soprattutto alla parte dello stesso che poteva preparare una buona parte di giovani al salto in prima squadra. Le difficoltà in cui sono costrette a muoversi le dirigenze isolane le conosciamo tutti: per convincere un calciatore della terra ferma ad approdare sull’isola anche per pochi mesi, vanno garantiti uno stipendio mediamente più alto di quello dei compagni, più il vitto e l’alloggio. Ovvio, quindi, che un club dalle risorse economiche limitate come il Real Forio ci pensi su più volte prima di approcciare trattative con giocatori che potrebbero costare un occhio dalla testa. Come sarebbe stato ovvio prestare attenzione alla creazione di un paracadute che, mancando, costerà tanta fatica e grossi investimenti sul mercato. Da qui l’incertezza, atavica e quasi genetica, con cui ogni club isolano va a confrontarsi ogni anno in questo periodo. Forse per Forio, come per altrove, basta fare mezzo giro dell’isola per capire dove, è arrivato il momento di rendersi conto che il transitorio non va d’accordo con il vittorioso, anche se l’impressione è diversa.

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    Papaleor Mag 23, 2017 at 16:04
    Anni che dico che bisognerebbe formare una sola squadra ad Ischia le altre società devono formare i piccoli per poi inserirli in prima squadra invece ogni società ogni anno spende migliaia di euro tra trasferte vestiario e altro. Ma c’è chi vuole giocare i derby tra barano e Forio e altro abbiamo visto che fine ha fatto la nuova Ischia quest’anno. Basta un progetto di questo tipo per vedere l’Ischia Isolaverde a grandi livelli nazionali. Gravano sulla testa dei presidenti isolani vitro alloggio per i ragazzi della terraferma ricordo che ad Ischia con il potenziale che c’era e c’è si poteva fare uno squadrone. I vari Mattera, oratore impagliazzo iovene monti in porta savio potevano giocarsela tranquillamente la lega pro invece non solo è fallita l Ischia ma con questi costi e senza organizzazioni falliranno altre società. Una sola squadra un unico gruppo sotto il nome Ischia. Svegliatevi da quest incubo.

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