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sabato, Aprile 27, 2024

L’isola latita e l’Ischia rischia

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ECCELLENZA | PER RITROVARE SMALTO CI VORREBBE UN ALTRO CARLINO

Pancrazio Arcamone

Ci risiamo. La storia si ripete. Ancora una volta il destino dell’Ischia è appeso a un filo. Come al solito, dopo le tante promesse e relativi sogni, siamo costretti a ritornare con i piedi per terra. L’era D’Abundo è finita nello spazio di un amen. Eppure, l’armatore napoletano, malgrado l’eccessiva riservatezza e la poca disponibilità a comunicare con la stampa, aveva aperto il cuore alla speranza quando, al momento dell’insediamento, aveva promesso di riportare i gialloblé in una categoria più consona al suo blasone.

Cosa è successo per spingere l’armatore ad alzare bandiera bianca, è un mistero. E’ vero che a volte è stato oggetto di critiche ingiuste. Ma è altrettanto vero che se non fosse stato un “presidente ombra”, delegando il “Gran Ciambellano” a comunicare con stampa e sportivi, forse certi malintesi si sarebbero chiariti. A lui va comunque un grazie per quanto fatto in questi pochi anni che ha gestito la società. Nella speranza che prima o poi si riuscirà a sapere il perché di tutto questo. Bisogna guardare al futuro ed anche in fretta.

A breve, si dovrà organizzare la prossima stagione burocraticamente. Le date di scadenza sono imminenti ma senza un gruppo dirigente, si rischia una brutta fine. Pino Taglialatela si sta prodigando in tutti i modi per cercare qualche imprenditore interessato a rilevare la società ma ad oggi i risultati sembrano non siano incoraggianti. “Batman” però di sicuro non demorde e continuerà ad impegnarsi per risolvere il problema. Dispiace constatare che ancora una volta gli imprenditori isolani brillano per assenza, e che ancora una volta bisogna sperare che qualche imprenditore del continente intervenga per dare “linfa vitale” alla società. Eppure resta un mistero che i nostri imprenditori del settore turistico non si rendono conto che l’Ischia è un veicolo pubblicitario di notevole importanza e con un minimo sforzo da parte di tutti l’isola potrebbe avere un ritorno notevole anche in termini economici.

Purtroppo la storia dell’Ischia, tranne rarissime eccezioni – vedi Catello Buono – diche che la società è stata sempre tenuta in vita da imprenditori del continente che poi puntualmente sono stati ripagati con palate di letame. Malgrado ciò, visto che quasi sempre la fortuna ci strizza l’occhio benevolo, si spera che un altro Carlino si immoli alla causa. A proposito di Carlino, di certo è stato tra i presidenti migliori visti sull’isola. Il patron della “Carpisa” spesso è stato sulla graticola, subendo aspre critiche anche da parte di chi scrive. Ma tutto ciò fu causato da alcuni soggetti che gli ronzavano intorno perché avevano visto in lui la classica gallina dalle uova d’oro. E qualche “anonimo cugino”, trovò anche il modo per farsi notare e assurgere agli onori della cronaca. Conoscendo l’amore che Carlino nutre per la nostra isola, non ci resta che sperare che possa riavere il classico “colpo di fulmine” e rilevare la società per farla ripartire. A Carlino va comunque il grazie da parte di tutti gli sportivi isolani per quanto ha fatto e per quanto ha profuso nei suoi tre anni isolani.

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