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mercoledì, Maggio 15, 2024

Parco dell’Epomeo: cui prodest? | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 6 dicembre 2023


Non avevo avuto ancora modo di prestare attenzione alla nascita del nuovo comitato denominato “Coriverde”, presentato ad Ischia alla metà del mese scorso.
Sono sempre scettico rispetto all’effettiva valenza di questo genere di organismi, che normalmente dalle nostre parti si smarriscono nei fumi inutili e talvolta maleodoranti dell’astratto e della retorica salottiera, perdendo lungo la strada (o peggio ancora, mai incontrando) chi da sempre condisce la propria vita di concretezza e fattività.

Ebbene, fin quando dal comunicato di convocazione della prima assemblea, leggo l’intenzione di “contribuire a risolvere il problema abitativo dei terremotati e alluvionati che, forzatamente o volontariamente, saranno delocalizzati dalla zona più critica; vogliamo contribuire a riconvertire l’isola a un turismo soft e rispettoso, combattendo il traffico privato eccessivo nonché l’incidentalità stradale, i rumori molesti, il degrado dei centri urbani e delle periferie, gli inestetismi” posso senza dubbio essere d’accordo, facendo finta di non trovarmi dinanzi ad enunciazioni di principio fritte e rifritte da sempre.

Quando, però, si passa a “vogliamo portare avanti il Progetto di Parco Regionale del Monte Epomeo, ai sensi della L.R. n.33 del 1/ 9/ 1993. Il Parco dell’Epomeo è un passo fondamentale per mettere in sicurezza la parte alta dell’isola, la cui precarietà minaccia la sicurezza degli abitati  a valle; per preservare l’ultima roccaforte naturale da nuova speculazione edilizia; per rigenerare il patrimonio arboreo; per ripristinare e migliorare i sentieri di montagna, ai fini turistici ma anche ai fini agricoli e di recupero di terreni incolti o abbandonati” e nell’elenco degli invitati, guarda caso, ci sono tutti tranne i rappresentanti delle associazioni venatorie, allora ecco che la puzza di ambientalisti-anticaccia dei miei stivali si comincia a sentire lontano un miglio.

Mi rendo conto che se dipendesse dalla correttezza di certi pseudo-cacciatori, probabilmente impedire loro di infestare le falde dell’Epomeo potrebbe realmente rappresentare un vantaggio, così come per i pescatori di frodo nel Regno di Nettuno. Ma se alla fine la costituzione di una zona protetta, a terra come a mare, deve rappresentare semplicemente il divieto di andare alla cerca dei funghi o della beccaccia col cane o, ancora, di pescare un “purpetiello” agli Scogli di Sant’Anna lasciando sistematicamente impunito tutto il resto, allora impediamoglielo subito, prim’ancora che siano loro a dissolversi nel nulla cosmico.

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