sabato, Luglio 27, 2024

Ruotolo: «Ischia attenta al pericolo “lavatrice”.Occhio a camorra e sfruttamento dei lavoratori»

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Il secondo del PD isolano all’autonomia differenziata ed i danni che potrebbe causare alla sanità, alla cultura, all’economia del Sud. E un focus sull’Isola d’Ischia. " È significativo che due donne siano protagoniste della politica italiana, una femminista che fa opposizione e una donna che guida il governo, ma che si definisce “il presidente del Consiglio” e non promuove politiche femministe. Anzi, la sua posizione sull'aborto e sui diritti delle donne è un segnale preoccupante."

Ancora meno. Neanche parenti e amici. Il PD ischitano continua i suoi incontri elettorali in vista delle prossime elezioni europee. Il secondo incontro, quello con Sandro Ruotolo, presso l’Hotel Hermitage di Ischia, ha visto la partecipazione di una trentina di spettatori. Una soluzione che va ben oltre l’immagine da ztl del partito della Schlein.
Con Sandro Ruotolo abbiamo affrontato diversi argomenti a margine dell’incontro dopo che l’ex giornalista aveva assaggiato uno dei babà prodotti dalla pasticceria dell’hotel di Cinzia Bazzoli.

Sandro Ruotolo ad Ischia per la campagna elettorale del Partito Democratico e per lanciare questa sfida in Europa alle destre. Il Pd si dimostra, o almeno vuole riacquistare il ruolo di alternativa al governo Meloni.
“E dobbiamo essere al centro di questa alternativa, insieme alle altre forze di opposizione, perché da soli non possiamo vincere in una competizione elettorale con il proporzionale e quindi non possiamo pensare a un campo democratico. Ma i nostri nemici non sono gli amici che ci fanno compagnia nell’opposizione nel Parlamento italiano, ma i nostri nemici sono la Meloni e la destra europea che diventa sempre più minacciosa e assomiglia, sempre di più, a democrazie illiberali come quella di Viktor Orban, il capo del governo ungherese.

La campagna elettorale si sta polarizzando sulle donne alternative e, neanche a farlo apposta, anche l’annuncio del confronto Meloni-Schlein tiene fuori tutti gli altri protagonisti maschili. È un po’ il paradigma della nuova politica.
“È significativo che due donne siano protagoniste della politica italiana, una femminista che fa opposizione e una donna che guida il governo, ma che si definisce “il presidente del Consiglio” e non promuove politiche femministe. Anzi, la sua posizione sull’aborto e sui diritti delle donne è un segnale preoccupante. È importante sapere che noi abbiamo la segretaria del Partito Democratico che è la leader del partito più influente della sinistra europea, che è donna e ha appena compiuto 39 anni. Questo dimostra un forte femminismo e un impegno per la parità di genere e i diritti civili. Questa è un’idea moderna di coniugare i diritti sociali, tipici della sinistra, con i diritti civili. Questa è la bellezza di questa nuova esperienza che stiamo conducendo.”

Volevo portarla un attimo sul piano locale, essendo un giornale locale. Lei è rappresentante del nuovo Partito Democratico a Napoli e, di conseguenza, il nostro più diretto interlocutore almeno per degli iscritti alla Partito Democratico. Che idea si è fatta dell’isola d’Ischia? Del PD ad Ischia e delle esigenze del territorio, se le vengono sottoposte?
“Mi confronto spesso con le problematiche delle isole che dipendono dal turismo, come la Penisola Sorrentina, dove ci sono questioni di mobilità sostenibile, infrastrutture, ma anche di salari, sfruttamento e condizioni di lavoro precarie in questo settore, che spesso offre contratti a tempo determinato con stipendi molto bassi. Penso che molti di questi lavoratori guadagnino meno di 9€ lordi l’ora e quindi ritengo importante portare avanti questi temi anche sul territorio. Mi colpiscono anche il tema della sanità e della salute, il tema della mobilità sostenibile dei traghetti e del rapporto con la terraferma. Ischia è un’isola bellissima e va preservata e sostenuta. Il Partito Democratico di Ischia mi ha impressionato positivamente per l’incontro di oggi, perché raccoglie un’idea che io promuovo e che trova riscontri, ovvero che il partito deve essere il partito degli elettori e non il partito occupato dagli eletti. Oggi ho parlato di pace e di politica estera. Il militante di questo partito non deve essere solo allineato con quell’assessore regionale o con quel sindaco, ma deve avere una visione più ampia. Noi dobbiamo appoggiare gli amministratori, ma il partito deve essere fatto dagli elettori e non dagli eletti.

Anagraficamente ricordo un altro Sandro Ruotolo, quello che stava da quest’altra parte
“Il 1º maggio 2024, l’altro ieri, ho fatto cinquant’anni di giornalismo”

Ecco, appunto, il giornalismo in Italia. Si parla tanto di una insofferenza, reale o presunta, al confronto da parte del Governo. Abbiamo sentito la storia delle querele fatte e non ritirate, l’occupazione della RAI che c’è sempre stata ma che adesso sembra essere tornata. E poi ci sono i giornalisti che hanno pagato sulla loro pelle. Come è cambiato, però, il concetto di libertà di stampa oggi? Soprattutto con l’avvento dei social e con una classe di giornalisti che magari ha anche degli editori diversi?
“Ora ci sono molti editori che prima non c’erano, ma il vero problema che abbiamo nel nostro paese è che non ci sono editori indipendenti, ma c’è sempre una relazione con la politica. L’origine di questo male, però, secondo me è Berlusconi. Berlusconi è entrato in politica e grazie a tutto un lavoro che ha fatto in Fininvest prima e in Mediaset dopo, non era solo Emilio Fede e il Tg4, ma era la cultura che esprimeva il moderatismo. Quel partito di destra, Forza Italia, era rappresentato da Iva Zanicchi, da Mike Bongiorno, da Sandra Mondaini, da quel mondo dell’intrattenimento e da lì prendeva i voti. Berlusconi pensava a quella periferia che stava chiusa in casa a guardare la televisione. E quando Silvio Berlusconi è stato al governo, ha dominato l’informazione e l’intrattenimento di una televisione privata ma anche della televisione pubblica. Ora sono pochi quelli che leggono i giornali, la maggioranza si informa attraverso le cosiddette televisioni generaliste e, certamente, rispetto a 25 anni fa il mondo è cambiato anche in questo settore. E ti correggo”

Prego
“Non condivido il tuo parere che la Rai fosse occupata anche prima, no, prima c’era il pluralismo. Oggi in televisione hai il dominio della destra sia sul polo privato Mediaset che su quello pubblico. E a differenza di Berlusconi, oggi la situazione è cambiata solo negli equilibri interni alla destra. La Meloni è cresciuta molto con “Fratelli d’Italia” ma c’era già da prima. Mi domando, il ministro Sangiuliano da dove arriva? Era direttore del TG Due. Bruno Vespa non è un novizio, è una presenza storica. Insomma, prima c’erano opinioni diverse. Oggi le hanno eliminate e trasformato il servizio pubblico in uno strumento di propaganda che noi chiamiamo “Tele Meloni”.

I pezzi pregiati se ne sono andati perché la RAI è una televisione megafono. Non possono imporre la cultura fascista, ma sicuramente possono piazzare i loro uomini e non sempre seguendo criteri di professionalità. Guardate al direttore dell’approfondimento giornalistico, quello che ha censurato il monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile. È lo stesso che alla festa di partito di Fratelli d’Italia è andato a parlare come rappresentante di Fratelli d’Italia. Ho lavorato 28 anni in RAI e mai mi sarebbe venuto in mente, alle feste dell’Unità dove ero invitato, di dire noi del Partito Comunista o del Partito Democratico. Chi lavora in RAI, chi è un dirigente del servizio pubblico, deve rispettare il telespettatore di destra, di centro e di sinistra e quello che non si reca alle urne. Tutto questo ha indebolito ancora di più il servizio pubblico che oggi non è più credibile e te lo dice uno che ci ha lavorato e ancora oggi si sente figlio della RAI. Questi signori stanno rovinando la RAI”.

In conclusione, vorrei farle una domanda un po’ particolare. Lei ha parlato di Caivano, della camorra, della lotta alla mafia. Noi viviamo in un’isola che potrebbe sembrare un’isola felice, ma che potrebbe anche nascondere un’isola lavatrice e questo rappresenta un grosso pericolo. Come si può affrontare questo problema?
Per contrastare il problema, servono le indagini e gli strumenti che consentono di verificare la legalità. Oggi abbiamo una destra che sta riducendo il controllo di legalità quando sarebbe sufficiente una banca dati interforze che ti faccia conoscere in tempo reale la storia dell’imprenditore. Quello che è certo è che, ultimamente, stanno aumentando le interdittive antimafia e quello che è certo è che nei primi due anni di pandemia ci sono stati cambiamenti di proprietà di 57.000 aziende.

Ora è evidente che in una situazione di crisi di pandemia il fondo straniero può approfittare. Cioè, se questo albergo vale 100, con la pandemia io te lo compro per 30 e prendo tutto. Secondo gli investigatori, questo è proprio il tipico caso di “lavatrice” e di pulizia. Io ti do solo un dato, secondo la Banca d’Italia il 2% del prodotto interno lordo, cioè della ricchezza del Paese Italia, l’indicatore che misura la ricchezza, il 2% deriva dalle attività illecite delle mafie e un altro 2% dalle attività lecite, cioè dal passaggio dall’economia illegale all’economia legale. Chi ce lo può dire? Le indagini della magistratura o una buona inchiesta giornalistica! Il politico deve fornire gli strumenti agli investigatori per indagare e garantire la libera informazione.

3 COMMENTS

  1. non è questione nè di Dx nè di SN -sono gli uomini che non valgono nulla—purtroppo è la politica di oggi–l

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