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venerdì, Aprile 26, 2024

Giacomo Pascale e il consiglio doppio

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Questione Personale di Gaetano Di Meglio

Il consiglio comunale è la casa della politica. Il centro operativo dove la politica si deve mettere in modo. Dove deve nascere il confronto. Dove il confronto si deve alimentare e, dove, le idee e le proposte dovrebbero trovare agibilità e concretezza.

Purtroppo, però, da troppi anni, con l’avvento di questa squallida seconda repubblica, abbiamo smarrito anche questo “luogo” e abbiamo accettato che un sistema elettorale poco adatto alle reali esigenze delle comunità, potesse ridurre il civico consesso ad un battibecco sterile tra il sindaco e i consiglieri di minoranza. E, anche ieri, al consiglio comunale congiunto di due comuni, Casamicciola e Lacco Ameno è risultata assente la “politica”.

Vabbè, è inutile sottolineare l’assenza del vicesindaco di Casamicciola che ha preferito non “perdere” la giornata di lavoro alle poste, ma è obbligatorio sottolineare l’assenza della “politica”.

E, diciamocelo, anche la falsa pratica dell’evitare la polemica perché il popolo “non capisce” o perché grida “vogliamo i fatti” dimostra che abbiamo smarrito le direttrici che ci devono muovere.

Ho apprezzato, molto, il sindaco di Lacco Ameno e, sono convinto, che Giacomo abbia interpretato bene quello che doveva essere lo spirito iniziale. Un discorso, il suo, che ha focalizzato con intelligenza e chiarezza la problematica. Poi il vuoto. Sono stanco di assistere a consigli comunali dove vince il silenzio. Consiglieri comunali che non sanno neanche dove stanno. Gente che non articola un argomento, che non si ritaglia un pezzo di protagonismo in una pagina importante della storia della nostra isola. Personaggi politici dal minuscolo calibro che non lasceranno nessun segno. Ma non può essere diverso da tutto questo se consideriamo che l’altro vicesindaco, quello di Lacco Ameno, fa «u mast e fest» con le ruspe, i camion e le ditte amiche che gli garantiscono clientela politica e forse, “ben altro”.

Credo sia fuori luogo il protagonismo eccessivo del segretario di Casamicciola. In altri contesti, sarebbe costretto a fare il funzionario e a rispondere alle domande dirette dei consiglieri comunali. Invece dobbiamo subirci gli sproloqui di tal Anastasio Mario Nunzio. Cose che capitano solo a Casamicciola.

Nei giorni scorsi ho criticato la convocazione congiunta perché, ahimè, credo poco alle delibere “che fanno voti” e alle “esortazioni istituzionali”. Al tempo stesso, però, sono concorde con Pascale quando difende la convocazione congiunta rivendicando di aver dato maggior peso politico e istituzionale alle richieste espresse dall’articolato documento prodotto dai civici consessi. E’ vero, ma credo che quelle richieste, ad oggi, mostrano un serio lato debole: quello di essere indicative solo dei tre comuni colpiti dal sisma.

Se non usciamo da questo buco nero (ottuso!) continuiamo ad affossare la nostra economia. Se la politica ischitana non fa la voce grossa e unitaria, non usciamo dalla questa palude.

Chiedere interventi legislativi per le aziende al pari dei lavoratori delle zone colpite dal sisma e non comprendere che il danno complessivo è isolano rappresenta una seria limitazione alla portata, anche politica, della iniziativa.

Non mettere al centro del tavolo il problema del “credito cessante” di una intera economia che ha bisogno di un “aiuto di Stato” per rialzarsi è l’errore che stiamo compiendo. Comprendo le motivazioni che Annalisa Iaccarino ha sollecitato ai civici consessi, ma non sono d’accordo con le motivazioni alla base. Abbiamo bisogno che lo Stato intervenga NON come ha fatto al Centro Italia, ma che lo faccia in maniera seria sulle nostre esigenze. Siamo un’isola. Abbiamo il mare che ci circonda e un sistema economico molto complicato, fragile e diviso nettamente in due grandi parti: quello turistico e quello residente. Due segmenti di una comunità che è al tempo stesso opulenta e stracciona. Lo stato ha l’obbligo di dover dare risposte al circuito delle star, dello shopping, del turismo e delle grandi firme così come all’Ufficio di Piano con le pensioni di accompagnamento, i sostegni agli anziani e l’assistenza domiciliare. Tanto per raccontare gli estremi opposti.

E’ questa la motivazione politica che vorrei venisse fuori. E’ questo l’argomento politico che fosse discusso. Giacomo era alla ricerca di un atto istituzionale e condiviso per poter sollecitare e “caldeggiare” gli interventi successivi. Ora ne ha uno, ma credo che lo stesso abbia bisogno di una condivisione totale e di una correzione sostanziale: l’eliminazione della indicazione geografica dei comuni e l’introduzione di un concetto fondamentale: l’isola d’Ischia intesa come unico territorio colpito dal sisma. La faglia, giusto per ricordarcelo, non ha rispetto per i nostri confini amministrativi. E’ stata colpita tutta la nostra economia. Quella che sostiene 60mila abitanti.

 

 

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