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venerdì, Aprile 26, 2024

VITO IACONO: «Mi candido a sindaco di Forio, pronto a costruire la squadra»

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Lo sguardo è già rivolto alle elezioni, ma mettendo in primo piano il programma. «Ad esempio se mio figlio volesse fare il segretario generale, io non farei il sindaco di quel comune. Forse si pensa che se non si è più sindaco, poi il figlio non fa il segretario generale… non è lo stesso più bravo degli altri?»

Gaetano Di Meglio | Tre anni per un progetto “innovativo”. «E’ un percorso politico che deve partire, come è stata la mia candidatura alle regionali, dalla gente, dai giovani, soprattutto dalle donne e dagli uomini, gli anziani, i disabili, il mondo dell’associazionismo sportivo… Questi sono i miei interlocutori». Le fibrillazioni degli altri gruppi, tutte mirate al potere. No alle beghe di paese. I problemi da risolvere con una attenta programmazione

Vito Iacono a tutto campo. Sul passato, sul presente e sul futuro di Forio. Siamo partiti dalla situazione attuale ed è arrivato l’annuncio della volontà di candidarsi tra tre anni.

L’ultima volta che ci siamo visti eri candidato alle elezioni regionali. Forio sta vivendo un momento particolare sotterraneo, frenetico; tra i vicoli di Forio quelli che una volta dovevano essere Saraceni… c’è questo fermento. Aiutaci anche tu a raccontare.
«Al netto di quello che è il dibattito, diciamo sotterraneo, che si sta sviluppando nel paese quello che preoccupa è il silenzio nella quotidianità. Dopo la mia esperienza della candidatura sto cercando ancora di mantenermi lontano da queste beghe locali che oserei definire delle zuffe perché chiaramente l’opposizione e la maggioranza hanno degli atteggiamenti, anche in Consiglio comunale, che non hanno niente a che vedere con i problemi del paese, della gente, della quotidianità. Dei bimbi che vanno a scuola e che non hanno spazi adeguati. Ad esempio in questi mesi non è stato fatto nulla per reperire spazi per la didattica in presenza. Ecco, molti si sono preoccupati di cosa sarebbe successo il 1 febbraio, ma da un punto di vista degli spazi e dei trasporti non è stato fatto niente.
Invece di guardare a questo, c’è fibrillazione rispetto all’elezione che ci sarà addirittura tra tre anni, ci si preoccupa di chi sarà il candidato, qualcuno si propone, qualcuno dalla maggioranza sta cercando spazi, ma non capisco perché a tre anni dall’elezione, in un momento in cui il paese vive una quotidianità che preoccupa, non si pensi invece alla sopravvivenza delle famiglie.
Questa mia esperienza della candidatura mi ha portato lontano anche mentalmente dalle beghe locali e anche dalle beghe “politiche”. Chiaramente ho inteso anche in campagna elettorale, a Forio come sul resto dell’isola, di non stringere “accordi” con i potenti locali per una preferenza in più, non ne valeva assolutamente la pena. Altri hanno deciso che era l’occasione per contarsi, hanno puntato su qualche candidato per capire cosa sarebbe successo».

Stai parlando del gruppo Regine?
«Non solo, su scala isolana ci sono stati altri candidati cosiddetti locali e altre candidature sulle quali anche ad Ischia e Barano. Ma alla fine nessuno ha messo al centro le politiche di un Consiglio regionale di una Giunta regionale a favore della nostra isola, della nostra comunità. Tant’è vero che subito dopo le elezioni è calato come sempre il silenzio più assordante».

LE CENE DI DEL DEO

Torniamo però a Forio, ci siamo un po’ allargati. Il Dispari ha pubblicato la notizia di questo rientro di Nicola Monti come presidente del porto. Diciamo che Monti era stato già annunciato, Nicola è riuscito a superare le ritrosie dei soci privati che non lo amavano più di tanto e quindi Del Deo vince e piazza due uomini suoi, perché in Consiglio ci dovrebbero andare sia Nicola Monti che Libero Di Maio. Questo ingresso ha una lettura politica?
«Potrebbe essere all’interno delle dinamiche di quella maggioranza, anche se dal dibattito in Consiglio comunale sentivo che in qualche modo la risultanza di questa scelta doveva essere sintesi del gruppo di maggioranza. Mi sembrava di aver sentito queste parole anche dalla voce del presidente del Consiglio comunale. Ma sono questi i nomi».

A te risultano Michele Regine e Nicola Monti insieme? Ti risulta che Nicola Monti va alle cene organizzate da Del Deo per Michele Regine?
«Non lo so».

Io immagino un tavolo con Mario Savio, Francesco Del Deo, Michele Regine e Nicola Monti. Tu no?
«Io non mi soffermerei sui nomi. Chiaramente se ci sta e viene indicata una personalità alla guida di una società partecipata, significa che la maggioranza condivide la scelta. Se il sindaco, il vicesindaco, il presidente del Consiglio comunale e chi si occupa di questo lo fanno davanti ad un tavolo, beati loro…».

Io so che Francesco organizza cene…
«Per fortuna non mi ha mai invitato… non è il più tempo di “litigare”, non a caso mi sono dato un obiettivo anche rispetto alle dinamiche foriane. All’ultima elezione ho cercato di sostenere l’opportunità di una candidatura in qualche modo di rinnovamento a prescindere dal dato anagrafico per dare un segnale…».

Ed oggi ti sei pentito?
«Ma non oggi, mi sono pentito già nell’imminenza dell’esito delle elezioni, ma anche delle trattative del dopo primo turno».

IMPEGNO PER IL PAESE

Ma poi arriverà a fare questo presidente?
“Non lo so, ma al netto di quello che accadrà io non ho più interlocuzione. Il dato è quello politico e ti posso anticipare che personalmente tra tre anni lavorerò per creare le condizioni per essere io candidato sindaco. Ma la premessa, e per questo non mi occupo di questi nomi e di queste cose, è che nessuno dei sedici che attualmente ricoprono il ruolo di consigliere comunale, piuttosto che gli assessori, saranno i miei interlocutori. E’ un percorso politico che deve partire, come è stata la mia candidatura alle regionali, dalla gente, dai giovani, soprattutto dalle donne e dagli uomini, gli anziani, i disabili, il mondo dell’associazionismo sportivo… Questi sono i miei interlocutori.
Ricordo che le altre mie candidature a sindaco erano dettate da necessità. La prima volta che mi sono candidato è perchè siamo stati lasciati a piedi da un gruppo che si è venduto all’allora sindaco per qualche incarico tecnico, quindi per dare un segnale che non tutto è comprabile e vendibile facemmo una lista, ma non prendemmo il seggio.
La seconda volta idem: le dinamiche dei vecchi politici che tirano per la giacca, gli altri lasciano fare per soddisfare nuove ambizioni personali… Il gruppo che mi sosteneva, che era quello dell’Associazione del Volo, mi chiese di candidarmi, lo feci ben volentieri e avemmo un discreto successo.
Adesso c’è da costruire qualcosa di diverso ma mettendo bene i punti sulle “i”. Non c’è un qualcosa contro nessuno. C’è solo un modo diverso di vedere la politica, l’impegno, la passione per la propria gente, per il proprio paese. Questo è quello che voglio mettere in campo da oggi, ma senza fibrillazioni. Tre anni non sono pochi.
Io vedo che c’è un vuoto nel paese. Perché per esempio, se chiudono la strada a Monterone per una settimana, costringendo la gente a fare voli pindarici per andare a lavorare, per andare dal medico, nessuno ne parla o dà solidarietà ai cittadini. Esempi banalissimi. Oppure il degrado nel quale vive la comunità di Monterone, nel Rione Umberto I. Ho fatto appello e su una cosa è interessata la Regione col manager della società, non mollo perché è una vergogna che una forza politica come la nostra di sinistra, che governa il paese, faccia vivere la propria gente in quelle condizioni.
Io non vedo una presenza programmata. Ad esempio c’è il Piano urbanistico comunale, ma non si sa dove andremo a gestire i rifiuti. Quindi c’è, diciamo, anche un problema di disegno del paese, in termini infrastrutturali di edilizia scolastica, sportiva, la piscina… tutta una serie di cose che voglio colmare, ma di cui voglio parlare con la gente.
Tutti gli altri in questi incontri parleranno non del paese e dei problemi, ma della propria candidatura».

I PROBABILI CANDIDATI

Quindi ad oggi ci sarebbe un Franco Regine, Stani Verde, Vito Iacono… e chi vedi più che ha questa voglia?
«Io ho voglia di segnare un passo diverso per il paese. Loro si richiamano alle proprie ambizioni. Io voglio una candidatura diversa, io sono contro nessuno, laddove dovessi vincere i miei interlocutori saranno tutti i sindaci uscenti».

Gaetano Colella farà la lista?
“Non lo so. Ma ritengo che nessuno di noi possa fuggire dalla propria responsabilità. Qualcuno di loro è rimasto vittima di alcune cose. Parlo ad esempio di Franco Monti. Ognuno di loro deve dare conto degli errori e delle cose buone, deve concorrere a costruire. Non avrei problemi a chiedere a Francesco, nel caso di Del Deo, il perché avvengano delle cose. Che poi erano le cose che avrei chiesto all’epoca a chi è scappato, sugli imbrogli del Green Flash, le dinamiche della gestione del porto, la metanizzazione… Al di là del lato strategico, ci sono delle cose che sfuggono, delle cose di cattivo sulle spalle dei cittadini, quello che accade nelle periferie del paese. Ma pensiamo che si possa fare politica con queste premesse e in questa stagione? E si continua così.
Bisogna andare oltre. Entrare poi nella gestione ordinaria della macchina amministrativa. Non sono contro nessuno però sono uno, ripeto, che dal punto di vista di posti di lavoro, vigili, amministrativi, consulenze, ritiene che tutti devono avere la propria possibilità. Ad esempio a Forio se ho un problema mi devo affidare a quel tecnico, a quell’ufficio legale…
Tre anni sono lunghi per costruire questo percorso, ma dobbiamo aiutare tutti a rialzarsi. Dare importanza alle competenze, ai curricula è fondamentale a Ischia come in tutta Italia. Perché non si capisce come alcuni nomi diventino bravi solo quando si fanno i concorsi sull’isola. Se mio figlio fosse davvero il più bravo di tutti e meritasse di vincere un concorso, io per motivi di opportunità e amore di mio figlio, penserei di dovermi mettere da parte. Qui nessuno per amore di un altro fa questa scelta. Ad esempio se mio figlio volesse fare il segretario generale, io non farei il sindaco di quel comune. Forse si pensa che se non si è più sindaco, poi il figlio non fa il segretario generale… non è lo stesso più bravo degli altri?
Su questi interrogativi dobbiamo aiutare i giovani. Questo è il percorso che voglio fare. Possiamo testimoniare che la politica è anche altro?
Ad esempio non condivido, ma è stato un azzardo legittimo quello di Renzi. Ritengo estorsiva la posizione del premier Conte quando si pone dicendo o io o il voto, ma lui non è stato nemmeno eletto. Ma secondo me se diamo vita ad un percorso formativo delle coscienze e della politica, può essere utile, un percorso entusiasmante. Tre anni possono essere anche pochi per portare ad un voto consapevole, ma aiuta il fatto che il sindaco è al secondo mandato e si potrebbe avere più spazio.
Il paese deve riappropriarsi dei propri spazi. Per il rispetto degli ospiti che da fuori investono nella nostra terra, ma penso che spesso perdiamo il controllo della nostra terra e ci svendiamo a chi viene da fuori. Anche gli imprenditori alberghieri esterni ci impongono delle strategie».

SILENZIO ASSORDANTE

Tutto il tuo ragionamento ripercorrere gli ultimi 10-15 anni con protagonisti che non ci sono più e alcuni che sono tornati. Poi vi era un vuoto all’alba del “Francesco 1”. Intanto Forio ha chiuso la pratica Colombaia e tiene molti capitoli aperti come Citara, il Porto e il vecchio municipio che riavrà dignità. Sui problemi di Forio, come via G. Mazzella, Zaro e la raccolta rifiuti, sembra tutti fermo…
«Non solo vi è stagnazione e degrado, è fermo anche il dibattito politico. Io parto da zero, nessuno pensi che perché siamo stati il primo partito a Forio e abbiamo staccato gli avversari che si sono uniti contro di me sia cambiato qualcosa. Io ho un debito con l’elettorato che mi ha dato fiducia. Mantengo una corrispondenza con De Luca e con l’Asl, costantemente cerco di sollecitare le istituzioni.
Non sono i voti a spingermi, ma il silenzio assordante. Non è che Cava dell’isola è franata e allora si fa il post su Facebook convincendo un cittadino che non è elettore ma spettatore. Quando ero consigliere, pretendevo che in Consiglio si relazionasse su Cava dell’Isola, ora non sento una partecipazione attiva. Ci sono strategie da mettere in campo, anche con il Recovery Plan. Questo vale anche per la Colombaia. Vi è un silenzio di tutti, anche in Consiglio Comunale, su un possibile debito che può coinvolgere il Comune.
Il parco di Zaro, di proprietà della Città Metropolitana che lo ha dato in comodato d’uso alla Fondazione, perché non si fa qualcosa con un progetto sinergico?
Per i rifiuti, la struttura interrata sulla variante di Panza per una gestione innovativa, o gestire il tutto con gli altri Comuni. Cose dette da 10 anni. Come anche per la depurazione, di cui si è cambiato il sito ma non se ne parla più. Il problema della rete fognaria… non se ne parla più.
E la valorizzazione dei siti culturali, come Punta Chiarito? Ma su questo anche gli altri comuni peccano».

PUC, OPPORTUNITA’ PERSA

Francesco Del Deo si è reso protagonista del progetto del Waterfront foriano, risulta evidente che a Forio c’è la gente in piazza, forse non compra ma c’è, ad Ischia c’è il deserto. Forio ha creato una New Age fiorente, c’è una zona in via Marina con ristoranti e punti vendita che, al di là di qualche perdita per la cultura come la Libreria di Barbara, credo sia una zona fiorente rispetto ad altri centri.E’ vero che vi sono i bravi imprenditori, ma vedo che ad Ischia lo stesso imprenditore non ci è riuscito, a Forio sì.
«L’elettore sarà chiamato a dare il consenso vedendo anche il New Deal dell’economia del paese, ma si deve capire ad esempio che con il PUC si sarebbero potute creare nuove attività commerciali e non si capisce questa polarizzazione verso il centro. Manca una visione di programmazione.
Sono contro il comune unico, perché sono convinto che vi siano problemi nella gestione del paese. Ma credo nel mettere a sistema i valori. Ad esempio si può fare una programmazione per la gestione della viabilità.
Parliamo ad esempio dell’intitolazione del Liceo a Giorgio Buchner. Noi a Forio abbiamo Taki, Gino Coppa, Peperone… tantissimi artisti che meriterebbero uno spazio. Il respiro ampio di un’amministrazione vorrebbe che prima di fare dei lavori al Municipio si debba pensare a cosa voler fare degli spazi. La cultura, e Procida ne è testimone, è un fattore strategico per sviluppare un territorio. Sono queste le idee che candidiamo nel progetto».

Per ora sei solo tu nel progetto? Con te c’è sempre Franco Castagliuolo?
“Sì, sono solo. Franco Castagliuolo ha condiviso con me l’ultima elezione comunale, candidando anche il figlio. Non so cosa ne pensa del candidato o del comportamento della lista. Lui ha un ruolo diverso, ha rapporti con una platea più ampia. Potrei fare tanti nomi, ma non è questo il problema.
Se non si accettano interlocuzioni, non è per spocchia. Se per anni non si è condiviso un cammino, non vedo perché parlare. L’idea oggi è di mettere al centro il progetto. Mi ricordo delle trattative all’ultimo consiglio, sentivo gli altri candidati che si mettevano insieme per combattere qualcuno invece che per fare qualcosa. Sentivo amici che dicevano che la gente doveva votare loro stessi».

LA POLITICA DI UN TEMPO

Una cosa è candidarsi con quella che è una struttura politica, ciò che oggi forse manca. Si può pensare il ritorno di un simbolo?
«Io credo che il territorio per emanciparsi debba tornare alla politica di un tempo, quando si candidava Valenzi ad esempio. Di certo non farò il Marchese del Grillo del momento, ma la mia candidatura deve emergere dal sostegno di una struttura. Poi se non c’è spazio e prevalgono le dinamiche delle tessere, se qualcuno pensa di usare i simboli del partito senza di me, saremo “costretti” ad usare una lista civica.
Io sono sempre stato accusato di essere partito tardi. Ora abbiamo tempo e cerchiamo anche di essere attrattivi per le forze politiche che possono sostenerci e per l’elettorato.
L’appartenenza politica è figlia di una storia personale, non di una convenienza del momento. I voltagabbana vi sono stati anche sulla nostra isola. Ad esempio vi è un politico isolano che si fa sostenere da parlamentari di Forza Italia e 5 Stelle, poi si supera il primo turno, vince l’altro lato politico alle regionali, e al secondo turno si hanno altri supporti. Ma si può fare politica così?».

La domanda è: Giacomo, si può vivere così?
«Chiunque esso sia. Giacomo merita grande rispetto. Io penso altro. Ad esempio, porti un progetto a De Luca, lui potrebbe dire perché quando hai avuto difficoltà hai fatto conferenze e incontri con qualcuno dei 5 Stelle e Forza Italia? Certo la Regione deve ascoltare ciò che proviene dai territori, ma dovrebbe anche dare conto… ci si deve giustificare. Si può anche cambiare idea, non perché ci conveniva, ma si deve giustificare il tutto.
I risultati poi si vedono. Ad esempio per il terremoto non si è riusciti ad ottenere nemmeno una proroga per i lavoratori. Questo andare da una parte all’altra non paga».

LE NUOVE GENERAZIONI

Parliamo delle nuove generazioni. Il mondo ha cominciato ad avere altre dimensioni. La tua presenza sarà candidarsi a Forio, avere un ruolo diverso con una matrice politica chiara, rivendichi anche un posizionamento inequivoco. Ma penso sia difficile da portare avanti come discorso…
«L’esigenza di partire prima è proprio questa. Spesso i giovani sono strumentalizzati e usati come spot. Se ritieni che debbano avere un ruolo, devi dar loro l’occasione e affidare loro compiti. E’ una questione anche di qualità della rete. Ritengo che la fuga dei cervelli dipenda anche dagli investimenti nei centri.
Procida è una opportunità, ma sappiamo che quel sistema di flussi turistici, il turismo culturale risponde ad altre strategie e mercati rispetto al posizionamento di Ischia.
Oggi noi abbiamo il problema dell’identità. Prevale un mix di cose, ma non c’è una strategia di vendita e di accoglienza.
Fatta questa premessa, ritengo che i giovani debbano insegnarci qualcosa, abbiamo molto da imparare e da un punto di vista politico dobbiamo spiegargli che non è sempre come vedono. Non è che se sono figlio di, devo vincere un concorso o altro. Non è che se amministro il paese, devo essere l’avvocato al quale il cittadino deve rivolgersi per risolvere un problema…».

Ti stai riferendo a Michele Regine?
«Non mi permetterei assolutamente. Io sono nato in un sistema politico tradizionale, il proporzionale. Ricordo che non si è mai prevaricato uno sull’altro, diciamo che c’era spazio per tutti. Sono convinto che sarò così anche oggi, me lo auguro.
Il messaggio da dare ai giovani è questo: un modello che sviluppi un consenso alternativo nasce dalla consapevolezza dei propri meriti e consapevolezze. Non c’è nulla che possa contrapporsi tra loro e le opportunità. Questo il ragionamento sul quale sviluppare il percorso».

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