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martedì, Aprile 30, 2024

UN CDM A TEMPO DI RECORD

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Attori e spettatori di Anna Fermo | La notizia è appena di ieri: in tempo record il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge di bilancio. Un’ora sola è bastata per approvare la manovra e il Dpb, e poi per discutere sul decreto di legge recante “misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili”. Un decreto, quest’ultimo, che dovrebbe stanziare 3,2 miliardi di anticipo ricavati in deficit dalla Nadef. Come previsto, si è discusso anche su due decreti legislativi (entrambi in esame preliminare) per l’attuazione della riforma fiscale in materia di fiscalità internazionale (con la global minimum tax) e per l’attuazione del primo modulo di riforma dell’Irpef. Ma andiamo per ordine.

La manovra vale complessivamente “poco meno di 24 miliardi, frutto di 16 miliardi di extragettito e per il resto di tagli di spese. E’ una manovra che considero molto seria, molto realistica che non disperde risorse ma le concentra su grandi priorità continuando a seguire la visione che il governo ha messo dall’inizio del suo mandato, nonostante il quadro complesso”; ha detto la premier Giorgia Meloni, rimarcando che “nel 2024 avremo circa 13 miliardi di euro di maggiori interessi sul debito, da pagare in forza delle decisioni assunte dalla Bce, e circa 20 di superbonus. L’aumento dei tassi e il Superbonus fanno complessivamente più della manovra di bilancio”. “Le poche risorse di cui disponiamo le vogliamo concentrare su chi ha più bisogno”, quindi “continuiamo il lavoro sulle pensioni più basse”.

Non a caso, via al vincolo sulle pensioni contributive: “Interveniamo su alcune situazioni di squilibrio e abbiamo cominciato a dare un segnale sulle pensioni di cui non si è occupato nessuno”, cioè quelle interamente nel sistema contributivo. Quindi il governo ha eliminato il vincolo che impone a chi è nel contributivo di andare in pensione con l’età raggiunta solo se l’importo della sua pensione è superiore a 1,5 la pensione sociale. “Secondo noi non è una misura corretta e lo abbiamo rimosso”; ha confermato dunque la Meloni.
La rivalutazione delle pensioni per il recupero dell’inflazione cuba in effetti 14 miliardi di euro e ci sarà pertanto una rivalutazione del 100% per le pensioni fino a quattro volte il minimo, del 90% tra 4 e 5 volte il minimo e poi c’è un decalage. La rivalutazione viene confermata per le pensioni minime di chi ha più di 75 anni.

“Le pensioni ape sociale e pensione donna vengono invece sostituiti da un unico fondo per la flessibilità in uscita”, nel mentre spunta Quota 104 per il pensionamento anticipato anziché Quota 103 attualmente in vigore. La nuova soglia compare come nome di un articolo nell’indice della bozza della manovra. «Non è Quota 104 piena – ha spiegato in conferenza stampa il ministro del’Economia, Giancarlo Giorgetti – c’è un meccanismo di incentivi per rimanere al lavoro». Ma, ha ammesso «sui pensionamenti anticipati ci sono delle forme rafforzate e restrittive rispetto al passato»
Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti hanno portato sul tavolo del Consiglio dei ministri la seconda manovra del governo di centrodestra che rinvia oggettivamente i progetti di riforma a tempi migliori, eccezion fatta che per l’avvio della nuova Irpef. Ciò dovrebbe servire a favorire, come il taglio del cuneo, soprattutto i redditi medio-bassi.
Senz’altro, i tempi che stiamo vivendo non sono dei più miti, a parte il meteo, ed è chiaro che la prudenza debba essere la regola.

Domenica sono state elaborate le linee generali e le macro voci che andranno inviate a Bruxelles con il Draft Budgetary Plan, che contiene l’ossatura della manovra e come gli esperti sanno, serviranno comunque tempi supplementari, come accade ogni anno, per limare l’articolato vero e proprio della legge di Bilancio da inviare alle Camere: il Senato, da dove partirà l’iter parlamentare, non si aspetta il ddl prima del 26-27 di ottobre ma c’è chi scommette che arriverà dopo il ponte di Ognissanti. Staremo a vedere!
“Le tasse prima di tutto”:qui, i pilastri sono noti, la conferma per una anno del taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef che vanno a rappresentare il cuore della manovra. Le nuove aliquote per scaglioni di reddito sono così determinate: fino a 28.000 euro, 23%; oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, 35%; oltre 50.000 euro, 43%. Inoltre si amplia fino a 8.500 euro la soglia di no tax area prevista per i redditi di lavoro dipendente che viene parificata a quella già vigente a favore dei pensionati.
Le priorità “che avevamo annunciato vengono confermate: difendere potere acquisto ovvero più soldi in busta paga per i redditi medio bassi, con il taglio del cuneo di 6 punti per chi ha fino 35mila e 7 per fino a 25mila. E’ un aumento in busta paga che mediamente corrisponde circa 100 euro al mese per una platea circa 14 milioni di cittadini”, ha spiegato durante la conferenza stampa la premier Meloni aggiungendo che “Un’altra misura che cuba una somma significativa riguarda gli aumenti contrattuali del pubblico impiego: complessivamente oltre 7 miliardi euro a disposizione del ministro Zangrillo, particolarmente per gli aumenti contrattuali, di cui oltre 2 miliardi riguardano sanità, cinque sono per i rimanenti settori”. La manovra prevede in effetti 3 miliardi in più sul piatto della sanità.

E per le donne, madri in particolare, qualcosa che si attendeva davvero da tempo: “Prevediamo che le madri con due figli o più non paghino i contributi a carico del lavoratore”, e “la quota del lavoratore per le madri con due e o tre figli la paga lo Stato”, ha detto Meloni, spiegando che “noi vogliamo stabilire che una donna che mette al mondo almeno due figli ha già offerto un importante contributo alla società e quindi lo Stato in parte compensa pagando i contributi previdenziali. Vogliamo smontare la narrativa per cui la natalità è un disincentivo al lavoro. Vogliamo incentivare chi mette al mondo dei figli e voglia lavorare”. “Dal secondo figlio l’asilo nido è gratis”, ha poi annunciato.
Per il “lavoro autonomo”, “anche qui è iniziato un lavoro importante lo scorso anno con un aumento dell’importo per tassa piatta al 15% per i lavoratori autonomi: viene confermata questa misura, e prorogata per altri 3 anni una norma che considero molto importante che è l’indennità straordinaria di continuità, una sorta di cassa integrazione anche per i lavoratori autonomi. Viene anche ampliato il reddito per usufruire di questo ammortizzatore sociale. Inoltre per la prima volta quest’anno gli autonomi non dovranno pagare l’anticipo irpef a novembre ma rateizzarlo in 5 rate da gennaio a giugno”.

Priorità è stata data anche al rinnovo del contratto del comparto sicurezza. “Voglio dire con chiarezza che per noi la priorità quest’anno è soprattutto il rinnovo del contratto del comparto sicurezza. Penso non si possa più accettare una realtà in cui un poliziotto guadagna per lo straordinario poco più di 6 euro l’ora, meno quanto prenda un collaboratore domestico: bisogna intervenire. La priorità per noi è rinnovo comparto difesa e sicurezza”: ha detto la premier. “Ma oltre a questi 5 miliardi ce ne sono 2,3 sul tema della sanità”, ha aggiunto.
Confermata anche la carta “dedicata a te” nella misura di 600 milioni di euro per l’anno 2024, si integra lo stanziamento dei mutui prima casa di circa 380 milioni di euro per l’anno 2024 e si stanziano risorse per il rifinanziamento del contributo straordinario per il caro energia e il bonus sociale elettricità (200 milioni di euro) per sostenere le fasce più deboli della popolazione nel primo trimestre dell’anno prossimo, il trimestre nel quale i consumi di energia sono più rilevanti.

II viceministro Maurizio Leo dal canto suo, ha portato in Cdm anche sconti fiscali per le imprese che investono o assumono, oltre all’introduzione della global minimum tax con cui il governo conta di coprire parte della manovra. Nel primo caso si tratta di un Maxi-sconto per chi assume a tempo indeterminato, una maxi-deduzione in pratica, con una corsia privilegiata per determinate categorie, tra cui giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile, donne ed ex percettori del reddito di cittadinanza.
Per i titolari di reddito d’impresa e per gli esercenti arti e professioni, «il costo imponibile del personale di nuova assunzione con contratto indeterminato è maggiorato, ai fini della determinazione del reddito, di un importo pari al 20%» per tutti ma che potrebbe essere aumentata di altri 10 punti percentuali, dunque fino al 30%, nel caso in cui l’impresa decidesse di assumere lavoratori cosiddetti svantaggiati». Tra questi: donne di qualsiasi età con almeno due figli di età minore di diciotto anni o prive di un impiego; giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile.

L’aumento della deduzione sulle nuove assunzioni per il 2024 è accompagnato dall’abrogazione dell’Ace, l’agevolazione dell’aiuto alla crescita economica. L’azzeramento dell’Ace – la deduzione a chi incrementa il capitale proprio, che fu introdotta nel 2011 dal governo Monti, prevede, il conseguente ripristino a tassazione della quota di reddito imponibile corrispondente.
Confermato lo stop al Superbonus. «Lo sconto in fattura l’abbiamo già abolito, ciononostante la dinamica del Superbonus continua imperterrita. Noi non abbiamo fatto nessun intervento in legge di bilancio su questo: i lavori devono essere completati entro la fine dell’anno, se si vuole beneficiare dello sconto in fattura. Altrimenti parte il meccanismo delle detrazioni senza la possibilità di sconto in fattura e cessioni, salvo quelli maturati in precedenza»: parola del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Arriva poi una norma sul ’reshoring’, per favorire con meno imposte per chi torna a produrre in Italia. Lo ha annunciato il ministero per le Imprese al termine del cdm che ha approvato la manovra e i dlgs fiscali. La misura prevede l’abbattimento del 50% delle imposte per le imprese che decidono di tornare in Italia dall’estero con i propri impianti di produzione. Ma viene previsto per le imprese fruitrici di tale incentivo l’obbligo di restituzione di quanto ricevuto ove delocalizzassero nuovamente le attività, nelle modalità previste nel recente decreto sugli asset strategici. «Sì al reshoring, no alle delocalizzazioni», scrive il Mimit.
Rinviata fino al 1 luglio 2024 l’entrata in vigore della plastic e sugar tax.
Un’ora per fissare i punti salienti della manovra e per confermare che dalla maggioranza non ci saranno proposte di emendamenti. Speriamo dunque che le Camere non perdano tempo!

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