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mercoledì, Maggio 1, 2024

Reciproco rispetto | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 14 aprile 2024

Il messaggio augurale del presidente della repubblica Mattarella a proposito della conclusione del Ramadan non mi ha affatto convinto. Che la libertà di culto religioso sia alla base della nostra Costituzione è fuor di dubbio, ma che Il capo dello Stato si sia talmente sovraesposto rispetto a una questione così delicata in materia di integrazione nel nostro Paese, specie dopo l’episodio della scuola di Pioltello, lo trovo decisamente fuori luogo.
Non è un problema rivolgere un simile augurio a tutta la comunità islamica in Italia così come per le festività natalizie, specialmente insistendo sul fatto che la libertà religiosa sia un vero e proprio fondamento della civile convivenza tra persone di diverse estrazioni. Il problema nasce allorquando il già dilagante processo di islamizzazione che sta riguardando il nostro Paese come un po’ tutta l’Europa ottiene dei riconoscimenti in modo assolutamente unilaterale, continuando a disdegnare ogni forma di reciprocità nell’ambito della comunità che accoglie ormai senza troppe limitazioni cittadini stranieri, rispettandone le tradizioni ma accettando che essi non facciano lo stesso con le nostre.

Alla base di questo genere di fenomeni fondati sulla diversità c’è sempre una sistematica esasperazione del concetto a rappresentare l’approccio critico al problema. Metto da parte per un attimo la mia storica opinione sulle rivendicazioni ad ogni costo di certe uguaglianze, che finiscono sistematicamente per perdere di efficacia e credibilità per il loro stesso cieco oltranzismo. Quello che però non capisco è il perché la nostra società debba quasi sempre finire per osservare una deriva molto radicalmente “sinistra” nel modo di affrontare argomenti quali l’integrazione, l’uguaglianza di genere e la diversità di culto, anziché imbastire un momento di confronto sereno tra componenti del sociale che la pensano in modo diametralmente opposto. 

Anche in questo caso, come nella maggior parte di essi, si finisce per fare appello alla politica. Perché se anche solo per un attimo si riuscisse ad innalzare ulteriormente la qualità del dibattito parlamentare e la capacità di mettere insieme le energie migliori all’insegna della soluzione dei temi cruciali o, quanto meno, cari a buona parte della popolazione, sarebbe anche la credibilità di tutti (Paese compreso) ad uscirne avvantaggiata e rivitalizzata.
A poco contano certi proclami, caro presidente Mattarella. Piuttosto, si renda protagonista di un momento di sana e democratica sintesi tra le prime cariche dello Stato. Bisognerà pur cominciare a parlarne seriamente, prima o poi…

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