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venerdì, Aprile 26, 2024

L’emblematico graffito di Zeus40, una porta simbolo di accoglienza o barriera per i migranti

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Anna Lamonaca |Da anni ormai sentiamo la parola “migranti” un vocabolo che serve a definire chi si sposta dalla propria terra in cerca di posti migliori in cui vivere .Succede però spesso che questa parola fa paura a molti, che chiudono  le porte dell’accoglienza. E’ incentrato su questa tematica il graffito eseguito dal noto street artist napoletano Luca Caputo in arte “Zeus40”. Il 29 maggio alle ore 10.00 presso Ischia Street Art Gallery, Luca ha tenuto un Live nel quale ha scelto di disegnare su una porta il volto di un migrante accompagnato da una profonda frase di Martin Luther King. Il Graffito ha significato emblematico, può avere la doppia valenza: di apertura, accoglienza, ma anche di chiusura, un desiderio di non far passare, di essere barriera chiusa simbolo di isolamento ed intolleranza. Il messaggio dello Street Artist è quello di aprire la porta, di accogliere. Per comprendere meglio il suo messaggio siamo andati in galleria ed insieme a Salvatore Iacono abbiamo incontrato Zeus 40 e lo abbiamo intervistato per voi:

Luca raccontami cosa hai disegnato…

Ho voluto rappresentare il tema dei Diritti Umani, ho dipinto con gli spray un volto di una persona presumibilmente di colore, ma potrebbe essere di qualsiasi altra etnia ed ho riportato una frase che è comunque molto importante di Martin Luther King che dice: “Le nostre vite finiscono il giorno in cui siamo silenziosi riguardo alle cose importanti”- e quindi questo da un po’ tutto il senso al disegno che ho voluto fare.

Come è avvenuto l’incontro con Salvatore?

Io e Salvatore ci siamo incontrati un paio di anni fa, siamo diventati amici, abbiamo fatto una mostra insieme e realizzato dei progetti ad Ischia.

Cosa ne pensi di questa realtà interattiva?

E’ una bella idea, una realtà diversa dalle classiche gallerie molto più formali. Salvatore è una persona molto aperta come mentalità. Penso che nessuno dia la possibilità all’interno della propria galleria di scrivere sulle pareti e di lasciare un segno sui muri, questo lo fa anche con i visitatori che arrivano e lascia piena libertà d’esprimersi a chiunque voglia farlo perciò interattiva ed è un’idea molto interessante.

Nel settembre 2017 sei stato ad Ischia realizzando un graffito dal titolo “La Fenicia”, a significare la rinascita di Casamicciola dopo il terremoto, creato con il supporto di Ischia Street Art su un muro interno dell’Istituto Comprensivo “Vincenzo Mennella” di Lacco Ameno, quali sono le differenze tra queste due opere?

Sicuramente cambiano tante cose perché una delle prerogative di un artista è quella di non fare sempre lo stesso lavoro, ma evolversi e realizzare qualcosa di diverso. Cerco sempre di dipingere soggetti totalmente differenti, in questo caso le location e le storie sono diverse: Casamicciola è stata colpita dal terremoto l’anno scorso e quindi necessitava di un messaggio d’incoraggiamento. Io vengo dal mondo dei graffiti ed utilizzo dei simbolismi infatti ho usato per rappresentare Casamicciola il simbolo della Fenice come emblema di rinascita, era un augurio per far rinascere dalle ceneri ipotetiche le persone a livello umano, non fisico. Questa volta invece il messaggio è sociale e riguarda il tema emigrazione.

Come mai hai deciso di dipingere su una porta?

La cosa che mi ha stimolato molto è che dovevo decorare una porta. Dipingere su una porta ha un gran significato perché può essere sia una grande apertura verso qualcuno che ti invita e che ti dice: “Ok, entra, la mia porta sarà sempre aperta per te”, ma può essere anche una forma di chiusura molto forte cioè quando ti sbattono una porta in faccia pensando un po’ alle barriere, ai confini che sono state poste nel mondo per chiudere fuori i migranti. L’orientamento politico che sta prendendo il nostro paese secondo me non è giusto. Per quello che volevo comunicare  cioè accoglienza, era la superficie più adatta per trasmettere il messaggio sperando che poi resti una porta sempre aperta.

In genere quando dipingi da che cosa parti?

Parto sempre da un’idea che voglio comunicare, quindi in base a quello che voglio trasmettere poi trovo delle frasi che aiutino le persone a capire che cosa intendo dire, ma anche delle icone che trasmettono in modo grafico il messaggio.

Ti sei preparato un bozzetto?

Preferisco comunque sempre prepararmi un bozzetto, studiarmi il posto in cui il graffito deve essere realizzato, perché ogni posto ha la sua storia e deve essere rispettato. Non sono il tipo di persona che arriva in un luogo e si comporta da “alieno di turno” che arriva da un altro pianeta e se ne frega di tutto quello che c’è intorno e fa quello che vuole senza tener conto delle persone che lo vivranno tutti i giorni. Qui c’è la torre, c’è un’atmosfera molto particolare, si tratta comunque di un portone storico era una casa antica di Forio ed esigeva riguardo.

Come ti sei avvicinato a questo mondo?

Al mondo dei graffiti? Diciamo che ho avuto sempre questa passione innata per il disegno, non so perché all’inizio disegnavo su carta poi successivamente ho incontrato dei ragazzi che dipingevano per strada e mi sono appassionato al writing, ho incominciato a studiare perché volevo sapere che cosa fosse quello che loro realizzavano.  Sono un writer, scrivere il proprio nome è fondamentale e quando sono diventato un po’ più grande, adesso ho 40 anni e ho cercato di trovare delle strade diverse non proprio legate al mondo dei graffiti realizzando altri tipi d’espressione anche su tela e su altre superfici e quindi ho incominciato ad intraprendere questo percorso un poco più artistico ovviamente senza dimenticare il mio backgound portandolo sempre con me.

Come mai hai scelto la Tag Zeus40?

Nessuna ragione precisa, semplicemente ho scelto le lettere che più mi piaceva disegnare, le ho messe insieme ed é uscito il mio nome.

Che cos’è per te l’arte e la street art?

Esse possono essere tranquillamente la stessa cosa, non c’è bisogno di catalogare le diverse tipologie di arte, l’arte in generale è la libertà di poter dire quello che si vuole e come lo si vuole.

Se volessi descriverti per chi non ti conosce personalmente, ma solo attraverso le tue opere?

Io ragiono sempre prima partendo dal livello umano delle persone, poi quello che fanno è relativo. Spero di essere un buon essere umano e questo già dovrebbe essere una cosa molto importante.

Hai progetti per il futuro da svelarci?

Sì penso che quest’anno farò un murales che rientra in un progetto molto importante del Comune di Napoli e molti viaggi nei periodi più caldi andando a diversi eventi di graffiti in Ungheria, Belgio e Francia.

Come ti vedi tra 10 anni?

Mi vedo molto simile ad ora e spero di diventare una persona più saggia e più umana di quello che sono,  nella vita bisogna sempre migliorarsi, mi piacerebbe essere una specie di “Buddha” per veicolare messaggi, ma non è un qualcosa che si studia a tavolino, è una mia ricerca personale, una scansione di me stesso, penso che se uno sta bene ed è in pace con sé allora  sarà anche in pace con gli altri, non ferendoli, tutto parte da noi. Credo molto al karma quella bilancia cosmica per cui se fai qualcosa di brutto, qualcosa di brutto ti torna prima o poi, ma se fai qualcosa di buono anche quello torna triplicato.

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