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mercoledì, Maggio 15, 2024

Lagnese’s Rules. Diocesi revolution sull’isola d’Ischia

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Convocati i parrochi per chiedere ubbidienza. Pronte una serie di unificazioni: bye bye parrocchie. Mercato parroci: Trani lascerà Barano. Candido a Lacco Ameno o a Ischia “Centro”? Pugliese a Ischia Ponte?

Gaetano Di Meglio | Saranno mesi particolari. Saranno mesi in cui ne sentiremo e leggeremo di tutti i colori, ma è certo che dopo San Gennaro, come disse il buon Gladiatore, avremo molti cambiamenti. Evitiamo la citazione di Massimo Decimo Meridio.
Veniamo subito ai fatti. Il Vescovo di Ischia, Pietro Lagnese (spesso criticato da queste colonne) sta mettendo in atto la fase 2 della sua “Diocesi Revolution” come vi avevamo accennato nei mesi scorsi. Una rivoluzione che cambierà aspetto alla nostra chiesa cattolica sull’isola, alle sue posizioni di comando e alle sue spine velenose che hanno infettato la politica, la comunità e tutti gli aspetti con i quali sono entrati in contatto.
In questi giorni, raccontano i Corvi Dispari di Via Seminario, il Vescovo Lagnese ha iniziato il suo giro di consultazioni. Proprio come quando si cambia un governo, i diversi esponenti delle varie forze in campo sono salite al colle (al Vescovado) e hanno ricevuto la “notizia”. Il Vescovo ha, soprattutto, chiesto ai suoi interlocutori (i parroci, ndr) ubbidienza rispetto alle decisioni che saranno prese nei prossimi mesi.

Un lavoro complicato, quello dell’ex parroco di Vitulazio che, in questi anni ,ha saputo calvacare (meglio di molti politici) la denominazione ISCHIA e ha acquistato valore nonostante la piccola porzione di territorio e di persone amministrata.
Una scalata verso l’alto che, ricorderanno i lettori, lo ha visto condividere la cessazione del diritto di prelazione dei comuni di Casamicciola e Forio nelle rispettive Chiese con l’avallo e l’appoggio di Papa Francesco. Mica pizza e fichi…
Il vento che arriva da Ischia Ponte, però, porta con sé, davvero, l’eco di una rivoluzione.
La prima, vera, esigenza di Lagnese è quella di far fronte alla carenza di preti e così, via con le unificazioni.

Lo schema, potenziale, dei cambiamenti vedrà diverse “unificazioni” nonostante restino le varie denominazioni parrocchiali. Per farvi un’idea di quello che trapela è che avranno un destino e una guida unica Testaccio e Vatoliere, Barano e Buonopane, Piedimonte e Fiaiano, Serrara e Fontana, Sant’Angelo e Panza: in questi “fusioni” troveremo un solo parroco alla guida delle nuove comnuità.
Di maggior impatto, invece, sarà la costituzione di una sola grande parrocchia a Ischia Centro. San Pietrop, Portosalvo e San Ciro, infatti, diventeranno il territorio di Don Carlo Candido (sempre che a Carlo non venga affidata Lacco Ameno). Così come Campagnano si accoderà alla parrocchia di Sant’ Antuono e San Domenico e Don Gaetano Pugliese, potrebbe tornare al Ponte per la gestione della “nuova” parrocchia con Cattedrale, Ponte e Buon Pastore.

La roulette dei preti locali sarà rumorosa. Nel frattempo, però, iniziamo a salutare don Marco D’Orio che attende l’apertura delle frontiere per raggiungere la nuova sede oltre le alpi italiane così come Don Brusiello che ha chiesto di essere trasferito a Roma con tanto di cambio “Diocesi”.
Sarà un autunno caldo. Ne vedremo delle belle, ma aspettiamo San Gennaro e poi ne parliamo…

1 COMMENT

  1. Sarebbe meglio stracciare i patti Lateranenzi e eliminare l’8×1000 alla chiesa cattolica. Se vi piace sentire la messa, mettete mano alla tasca e pagatevela, come fanno i tifosi per le partite di calcio. Peraltro è anche di dire basta alla Caritas, se volete fare la carità fatela con la vostra tasca. Poi visto che a uno dei preti in questione piace fare le morali nelle prediche dal pulpito, ci parlasse della famiglia allargata del fratello.

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