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lunedì, Aprile 29, 2024

La Procura torna in zona rossa, ma la strada è strutturalmente inaccessibile

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Il Genio Militare valuta la rimozione delle macerie di Via Serrato

Ida Trofa | La procura torna in quel che resta della zona rossa. Verifiche e sopralluoghi nelle strade interessate da cedimenti così come articolate ispezioni presso gli immobili crollati e sequestrati nel post Sisma, sono stati eseguiti ieri mattina.

Si tratta di nuovi sopralluoghi, attività peritali tese a tentare di accelerare anche sul dissequestro dell’immobile crollato in via Serrato a civico n.7, Villa Maria, dove ha trovato la morte Marilena Romani. Degli altri 14 immobili sequestrati lungo tutto il perimetro del Majo e di La Rita, invece, non se ne parla.
Le aree sono sottoposte a sequestro penale ed è fatto assoluto divieto di accesso alle persone non autorizzate. A firmare il provvedimento fu il comandante maggiore Roberto Di Costanzo.

Dopo il dissequestro della Chiesa di Santa Maria dei Suffragi che ha seguito a lunghi mesi di distanza quello di Via Casamennella, l’imperativo da parte della procura è tentare di terminare le perizie tecniche sulla palazzina di via Serrato. Perizie la cui consegna è in netto ritardo. Nel merito si registrano ritardi inaccettabili ed assurdi!

Lo ricordiamo, infatti, sono trascorsi più di due anni dal sisma e la consegna degli esiti d’indagine era stata prevista per il febbraio scorso in concomitanza con la cessazione dello Stato di Emergenza. Appuntamento fallito.
Ieri mattina si è tenuto, invece, l’ennesimo summit, con i Carabinieri del nucleo operativo di Ischia che, unitamente al personale dell’esercito e del Genio Militare, hanno ispezionato le zone per comprendere come raggiungere il sito di intervento. Con loro i tecnici del’UTC locale e incaricati dell’inchiesta.

Aree strutturalmente inaccessibili con i mezzi del genio Militare ma non solo
Ciò che emerso si sapeva già: la zona sequestrata è materialmente impossibile da raggiungere con i mezzi del Genio Militare e delle ditte specializzate. Parliamo di mezzi pesanti che consentano di passare e lavorare in sicurezza per la rimozione dei detriti e prodotti da crollo che, poi, dovranno essere poi stoccati per le verifiche richieste. L’area di intervento, oltre a non essere stata ancora messa in sicurezza come previsto dal piano degli interventi urgenti di Giuseppe Grimaldi, è caratterizzata da limiti intrinsechi legati alla struttura ed alla morfologia propria dei luoghi, alla precarietà delle costruzioni superstiti e già compromesse dal sisma. In larga parte via Serrato è vuota sotto, tra cunicoli, cantine e prodotti derivati dai precedenti crolli e terremoti. Macerie mai rimosse, insomma, che non fanno che aumentare il rischio e la improbabilità di operatività in relazione alla rimozione dei prodotti crollati.

Per il momento si valuta ancora (pensate un po’, ndr) la rimozione delle macerie per liberare le vie d’accesso ipotizzando ed ideando azioni alternative all’impiego dei mezzi pesanti del Genio Civile ai quali di fatto avrebbe impossibile addirittura lo sbarco ad Ischia mediante il naviglio in dotazione, nonché l’attraversamento dei ponti auto reggenti del Fango o della Spezieria.

Perizie ancora senza esecuzione
Dopo il sisma gli uomini dei Carabinieri, coadiuvati dai Vigili del Fuoco e dall’esercito, sequestrarono in tutto 17 edifici, molti in zona rossa e tutti privati eccetto un luogo di culto. Nel procedimento di sequestro, gli agenti procedettero anche al campionamento dei diversi tipi di macerie per cominciare ad avviare i rilievi statici e ingegneristici. Le perizie propedeutiche alla chiusura dell’inchiesta ed alla chiusura dell’indagine, però sono ancora in alto mare.
L’obiettivo numero uno dell’inchiesta è accertare i motivi per i quali i danni di maggiore entità siano tutti avvenuti in un’area limitata del comune di Casamicciola. Per questo motivo gli inquirenti hanno nominato come consulente tecnico un esperto di geofisica. A quanto pare però, gli esperti, come i mezzi del genio militare non riescono a raggiungere, senza temere per la propria incolumità, la zona.

Siamo ancora fermi, dunque, al primo atto eseguito dai militari dell’arma. Ovvero il censimento di tutti i crolli avvenuti in seguito all’evento sismico, per indirizzare l’attività investigativa e stabilire se vi siano state responsabilità legate a casi di abusivismo edilizio e difformità in materia di vincoli e destinazioni quali sismico e zone di rispetto ambientale.
Ieri è stato il giorno dell’ennesimo sopralluogo per tentare di liberare via Serrato e portare a termine, finalmente, il piano degli interventi urgenti, cominciare ad operare nella zona rossa rimasta affinché non resti ad imperitura memoria un dedalo di viuzze fantasma. A ben vedere per liberare il paese dalle macerie sequestrate, la strada è ancora lunga .

Le ipotesi di reato contestate
L’ipotesi di reato a carico dei soggetti, al momento non identificati, eccetto che per la questione dell’Addolorata dove è finito nei maglie della giustizia, suo malgrado, Don Vincenzo Avallone, è disastro colposo in danno in relazione al crollo delle stesse costruzioni “laddove – si legge nello stesso provvedimento – a seguito di una scossa di non rilevante intensità, la gran parte degli edifici ubicati nel medesimo contesto geografico ha resistito alla sollecitazione sismica”.
La macchina investigativa dovrebbe chiarire, continuando di questo passo, con fine che resta solo ambizioso, quanto inutile, se vi siano stati difetti di costruzioni, alterazioni degli originari corpi di fabbrica o interventi non autorizzati, come opere eseguite anche in zone limitrofe in grado di minare la stabilità degli edifici stessi.
Tutto ciò premesso che il procedimento di sequestro e l’inchiesta scaturiscono dall’evento sismico come dall’INGV contestualizzato (con gravi e marchiani errori dei quali nessuno ha chiesto conto!) e dal decesso di Carmela Balestrieri (deceduta a seguito del crollo, provocato dal sisma, del cornicione Chiesa di Santa Maria dei Suffragi detta del Purgatorio o della Addolorata) e Marilea Romanini (deceduta a seguito del crollo, provocato dal sisma, di una palazzina sita a Casamicciola Terme in via Serrato 7).

Le macerie, i detriti e quel che resta delle case è corpo del reato, cosa pertinente al reato necessario all’accertamento dei fatti, essendone indispensabile la acquisizione al fine dei successivi accertamenti tecnici finalizzati alla verifica della effettiva sussistenza di condotte penalmente rilevanti.
Questioni ed ipotesi tutte alla base del decreto di sequestro emesso dai pubblici ministeri Michele Caroppoli e Maria Teresa Orlando, della Procura della Repubblica di Napoli.Finalizzata l’interdizione degli immobili e finalizzata alla verifica dell’effettiva sussistenza di condotte penalmente rilevanti ed oggi limite invalicabile entro il quale deve muoversi l’intervento di via Serrato. Atteso il tempo trascorso, i dubbi sulla validità e l’esito di questo lavoro investigativo non fanno che aumentare.

Oltre al dramma la beffa. Un gioco delle tre carte che, a lungo andare, giustificherà agli occhi dell’opinione pubblica il mancato sostegno alle comunità del Majo e di La Rita e forse anche del Fango.

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