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lunedì, Aprile 29, 2024

Ischia pensa al baratto amministrativo

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L’ultima idea dell’amministrazione Ferrandino, sulla scia di casi analoghi in tutta Italia. Se non paghi le tasse comunali puoi pulire pinete e scuole elementari

Pasquale Raicaldo | Non hai i soldi per pagare l’odiata Tari, la tassa sulla spazzatura? Sei moroso da anni perché i tempi sono duri e a stento hai quel che basta per sopravvivere? Il Comune di Ischia sta pensando di venirti incontro. Proprio così. Perché tra le pieghe del lungo elenco di obiettivi snocciolati da Giosi Ferrandino ieri l’altro in consiglio comunale, si fa largo un’idea assolutamente nuova per l’isola e certo suggestiva, la «verifica dei procedimenti idonei alla introduzione del cosiddetto baratto amministrativo e definizione delle categorie che avranno  facoltà di avvalersene come modalità alternativa di estinzione degli obblighi derivanti dalla pretesa tributaria».
Il baratto amministrativo, già. Quell’istituto che già ha iniziato a diffondersi, in particolare al Nord, e che permette di promuovere una sorta di scambio virtuoso: lo sconto sul pagamento (o l’esenzione) di una tassa locale o un altro debito con le casse municipali, come ad esempio una vecchia multa, in cambio di un impegno concreto volto a migliorare il territorio. Qualche esempio? La pulizia del parco comunale, della strada del centro e della periferia, la piccola manutenzione della scuola elementare, l’intonacatura dell’immobile comunale fatiscente. Un “do ut des” che potrebbe, insomma, accontentare l’uno – il Comune, che spesso fatica a garantire il decoro alla  cosa pubblica – e gli altri, i cittadini, alle prese con i proverbiali salti mortali per far quadrare i conti, tra una bolletta e l’altra.
Intendiamoci: non è che, laddove il regolamento (al quale il Comune ha iniziato a pensare nei mesi scorsi, come confessa Enzo Ferrandino) vada in porto, chiunque possa risparmiare i soldi dei tributi comunali o della contravvenzione per divieto di sosta rimboccandosi le maniche, anziché aprendo il portafogli.  Non funziona proprio così. L’istituto corre in soccorso a determinate fasce di cittadini, naturalmente, in particolare quelle meno abbienti e fa riferimento nel dettaglio all’articolo 24 del decreto legge 133/2014 (poi legge 164/2014), norma che peraltro lascia ampio spazio alle amministrazioni locali per individuare le forme della cosiddetta “cittadinanza attiva”. Purché, naturalmente, si produca qualcosa di utile al territorio.
Certo, il Comune di Ischia avrebbe l’imbarazzo della scelta: degradate le pinete “orfane” dei pinetini, sporche d’inverno tutte le spiagge, poco curati gli angoli periferici. In alcuni casi, IschiAmbiente – beninteso – dovrebbe e potrebbe fare di più. Ma in altri, l’aiuto diretto dei cittadini, magari manovali in disoccupazione (il settore dell’edilizia sull’isola ha subito una fortissima contrazione) e alle prese con situazioni economiche disastrate, potrebbe essere particolarmente utile.
Naturalmente, spetta a un regolamento comunale ancora in fase embrionale il compito, non semplicissimo, di definire i contenuti delle prestazioni. E va da sé che l’intervento del cittadino sia sostitutivo di quello del Comune, e proprio per questo le prestazioni non possano essere di valore superiore alla prestazione che il Comune non fa grazie all’intervento del cittadino.
Ma la madre di tutte le domande è, soprattutto, una:  il fenomeno dell’evasione dei tributi comunali è davvero consistente a Ischia? In particolare, sarebbe proprio la tassa sulla spazzatura quella più ‘evasa’. E se le strutture alberghiere morose, per ovvie ragioni, non potranno certo avvalersi dell’istituto del baratto amministrativo (benché vedere alcuni albergatori intenti a rifare l’intonacatura del Municipio sarebbe senz’altro spettacolo interessante), tra le pieghe dei nuovi poveri, una categoria in evidente crescita sull’isola e sul territorio di Ischia in particolare, si fanno largo morosi ed evasori. Gente oggettivamente in difficoltà. Ed è a loro che si rivolge l’idea del Comune di Ischia. Non meno fastidiosa, la percezione che la Genesis – che procede agli accertamenti tributari – abbia tempi di verifica ed elaborazione molto lunghi. Il moroso riceve abitualmente una notifica di contestazione per mancato pagamento a partire dal quarto anno successivo al suo omesso versamento. Con tutti i costi relativi. E questo si riflette negativamente sulle entrate dell’ente in termini di cassa, producendo anche un altro inconveniente. Chi ha pagato regolarmente e per un qualsiasi caso il versamento non risulta, non può che provare fastidio se il Comune dopo quattro cinque anni si “svegli”, costringendo all’affannosa ricerca fra le carte ricevute di pagamenti effettuate anni fa. Con la sensazione che sia il Comune a …provarci. Di qui, insomma, l’idea  che una soluzione che incentivi a mettersi in regola, in modo inusuale, anche chi presenta oggettive difficoltà a pagare i tributi possa rivelarsi assolutamente proficua anche per l’Ente. Un’idea che peraltro altrove ha già riscosso particolare successo. Con risultati e ricadute positive spesso addirittura inaspettati.
Prendete il Comune di Massarossa, in provincia di Lucca, il primo a pratica lo scambio. Gongola, il sindaco Franco Mungai: oltre alla manutenzione del verde e ai piccoli lavoretti sugli immobili comunali, spiega, a Massarosa il “baratto amministrativo” ha permesso di estendere gli orari scolastici a favore dei genitori. Grazie ai “cittadini attivi” individuati con il bando sullo “sconto fiscale”, la scuola elementare apre un’ora prima dell’orario ufficiale, e permette ai genitori lavoratori di lasciare i figli in classe in anticipo sull’inizio delle lezioni. Niente male.
In Campania, è il Cilento – al solito – il territorio più virtuoso. I consigli comunali di Polla e Castelnuovo hanno approvato da poche settimane il regolamento che prevede appunto che il nuovo modo di pagare le tasse, per i cittadini in difficoltà, consista in piccole manutenzioni, cura del verde pubblico, interventi di decoro urbano, pulizia delle strade e dei locali comunali, persino vigilanza all’entrata e all’uscita delle scuole. A Castelnuovo, la delibera di giunta propedeutica all’adozione dell’istituto denuncia “la situazione di grave crisi che sta attraversando il nostro territorio ha determinato per alcune fasce sociali di cittadini l’impossibilità a pagare i tributi comunali e non solo”. Il sindaco Eros Lamaida ha spiegato che così il suo Comune  «può usufruire di forza lavoro, in un periodo in cui scarseggiano risorse, le assunzioni sono bloccate ed i risparmi e i tagli nella gestione amministrativa rendono determinate attività di difficile soddisfacimento». Mica male?
D’accordo, come per incanto, maggioranza e opposizione. Non paiono esserci particolari controindicazioni, purché naturalmente il regolamento sia ben studiato. Che, per esempio, prevede un netto dell’indicatore patrimoniale  e un massimo dell’importo per il quale sia consentito il baratto, con la formazione di una graduatoria che, ad ogni modo, privilegi le fasce sociali più deboli. Tutto chiaro. Ma riuscirà il Comune di Ischia a non restare impelagato nella fase propedeutica alla stesura del regolamento?
 

 

 

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