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lunedì, Aprile 29, 2024

Il Cristo Morto del Lantriceni sbarca a Forio. L’arrivo LIVE dalle 16.00

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In occasione dei sacri festeggiamenti in onore di Maria SS. MA Addolorata presso la parrocchia di S. Sebastiano Martire a Forio, arriverà domenica 26 marzo alle ore 16 in pellegrinaggio da Procida la Venerata Immagine del Cristo Morto. Una volta accolta sul molo Borbonico seguirà il corteo processionale, accompagnato dalle bande musicali di “Città di Forio” e “Città di Panza”, dall’ass. Actus Tragicus e dall’ass. Fantasynapoli APS fino alla chiesa del Soccorso dove sarà invocata la benedizione sull’intera isola d’Ischia.
La processione terminerà nella chiesa di S. Sebastiano dove l’effige del Cristo Morto sarà esposto alla venerazione dei fedeli.
“Le immagini sacre sono custodi della venerazione dei fedeli che negli anni hanno affidato la loro vita al signore Dio che nel suo Figlio ci ha redenti” spiega il parroco Don Beato.

L’annuncio dei giorni scorsi, invece, recitava: “Il parroco, unitamente ai ragazzi dell’Addolorata e alla comunità tutta, con grande gioia annunciano che è stata ufficializzata la pellegrinatio della venerata immagine del Cristo morto di Procida nella Parrocchia di San Sebastiano M., in occasione dei solenni festeggiamenti in onore di Maria SS.ma Addolorata. Durante il settenario, il Cristo sbarcherà nel comune di Forio, per poi essere esposto alla venerazione dei fedeli presso la chiesa di San Sebastiano. Prepariamoci con la preghiera a questo momento di gioia per la nostra Isola, nel vedere l’incontrò più bello, ovvero quello della Madre con il Figlio”.

Fra Fedele Mattera ha aggiunto: “L’amicizia degli ischitani e dei procidani ha bisogno di momenti come questo. Chissà che un giorno non vedremo l’Addolorata di Forio a Procida, sarebbe una occasione grande per onorare i pellegrini che dall’isola sorella, da decenni, si portano a Forio per venerarla con devozione.”

La storia della statua

Leo Pugliese
«La statua del nostro Cristo morto è un capolavoro assoluto ed esorbita di conseguenza dai confini di Procida» – dice il dotto Retaggio.
«Una antica leggenda metropolitana lo vuole scolpito da un carcerato della locale Casa Penale, ma non è vero. Infatti sulla base della statua è incisa una scritta:” A. D. 1728 Neapoli Carminus Lantriceni sculptor”.
Il carcere è stato istituito a Procida “solo nel 1830 da Ferdinando II di Borbone “, quindi più di cento anni separano le due date. Eppure la credenza è dura a morire e pare che quasi dispiaccia ai Procidani di conoscere la verità. Certo che l’immagine del carcerato , che nella penombra di una cella, sudando e bestemmiando, scolpisce il Cristo. è molto più romantica ed accattivante.
Io stesso nella mia permanenza venticinquennale sul carcere, aggirandomi quotidianamente per le celle del palazzo D’Avalos, pur sapendo che non era vero, mi chiedevo quale potesse essere stata quella che aveva ospitato il carcerato scultore. Forse nell’immaginario collettivo popolare la sofferenza dell’uomo crocefisso e del detenuto si sovrappongono e diventano tutt’uno. Ma chi era Carmine Lantriceni? Non si sa molto di lui, tranne che era un “pastoraio”, vale a dire un costruttore di pastori e scenografie presepiali.
Attività questa non disdicevole nella Napoli settecentesca tanto è vero che veniva praticata anche da scultori del calibro di Bottiglieri e Sammartino. Il nostro Cristo rientra nel filone del barocco napoletano che fa capo allo scultore e pittore spagnolo, trapiantato a Napoli, Josef De Ribbera».

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