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domenica, Aprile 28, 2024

GUERRA DI MAMMA. Clementina Petroni vs Nicola Mattera “Lascia stare mio figlio»

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Questa è una storia di parenti. E’ una storia di una mamma, di un figlio e di una famiglia ed è una storia privata con un imponente interesse pubblico. Prima di pubblicare questa lettera mi sono posto molte domande. Tutte le risposte mi hanno condotto ad un solo risultato: “Non la pubblicare”. Certo, l’interesse pubblico c’è, ma la questione è privatissima. Il Castello Aragonese è un bene privato ma con un incalcolabile interesse pubblico. Così come hanno un ruolo pubblico le famiglie che lo hanno in gestione. Ma tutto questo mi aveva spinto a decidere di non rendere pubblico questo sfogo, amaro, di Clementina Petroni. Ma c’è una domanda, più delle altre, che merita una risposta positiva. E’ l’appello di una mamma al figlio. Numerose volte ho detto a Clementina che nel rapporto tra mamma e figlio non ci poteva entrare nessuno e che non doveva essere un giornale a mettere le cose in chiaro. Dopo tante volte, però, non sarò certamente io a censurare una mamma che vuole avvisare dal pericolo il proprio figlio. Lo vuole fare in pubblico? Lo vuole fare su un giornale? Lo vuole fare con coraggio e determinazione? Non sarò io a dire “zitta” a Clementina. Che poi, tra l’altro, racconta il side B di una storia vera.
Gaetano Di Meglio

CLEMENTINA PETRONI | Ci risiamo. Ancora una volta la “famiglia” Mattera si è schierata contro la sottoscritta nel tentativo di contrastare la battaglia strenuamente condotta in difesa di un monumento la cui sopravvivenza è seriamente minacciata da una gestione familiare inidonea a tutelarlo.
Il signor Nicola Mattera, nei cui confronti non ho risparmiato legittime critiche in passato, questa volta ha superato se stesso e in reazione ad un contenzioso civile instaurato dalla sottoscritta a tutela della propria privacy, vanificata dal sistema di videosorveglianza che lo stesso Nicola Mattera ha fatto installare all’interno del “Castello”, non ha saputo trovare altri argomenti a sua difesa se non sferrare un violento contrattacco infarcendo il proprio “papello” difensivo di fatti non veri aventi, quale unico scopo, quello di mortificare l’attendibilità della sottoscritta agli occhi del Tribunale.
E valga il vero. La comparsa di costituzione e risposta di Nicola Mattera – meglio sarebbe definirla alla napoletana “O papiello” (in dizionario: scritto molto lungo, così lungo che ti fa passare ogni voglia di leggerlo) offre una visione assolutamente distorta della realtà dei fatti, essendo stata abilmente strutturata dal suo “legale” per omettere quelli salienti e far risaltare, invece, solo quelli a lui favorevoli.

Ecco il motivo per cui non posso astenermi da una replica chiarificatrice. Ne va della mia dignità di donna e di madre.
Contrariamente a quanto asserito in maniera tanto prolissa quanto stucchevole, è proprio Nicola Mattera l’artefice del “blocco” della crescita e dello sviluppo dell’area del Castello di proprietà di mio figlio Giovanni, che tanto mi sta a cuore.
La, da lui tanto sbandierata, collaborazione comune per valorizzare e preservare il bene storico è, al contrario, deleteria, distruttiva, tesa ad occultare tutto quello che non va.
Siamo ormai a maggio inoltrato ed il Castello, prossimo alla riapertura perché i turisti (e non solo loro) possano fruire delle sue bellezze è, purtroppo, soffocato da erbacce, cespugli infestanti, piante ad alto fusto che non vedono potatura da decenni, montagne di frasche ammucchiate dappertutto, mura lesionate, bastioni con piante alte tre metri, ruderi che crollano di continuo. Insomma un vero e proprio sfacelo.
È questo il “famoso” “biglietto da visita” che la famiglia Mattera intende offrire ai visitatori?

Mio figlio Giovanni è giunto, ahimé, al convincimento (sic) che da tutelare sia proprio questo stato di degrado in nome di una non ben compresa tutela naturalistica (???) piuttosto che i beni storici.
Non si può diventare “medico pietoso” con i propri figli, sarebbe un gravissimo errore, quindi non voglio che Giovanni si renda complice, forse involontario, di questo intollerabile andazzo, ma sono dell’avviso che anche il cugino Nicola (e perché no, anche la sua difesa) debbano assumersi la responsabilità di quanto affermato al fine di fuorviare l’adito giudicante.
Per quanto singolare possa apparire, Giovanni si è, ormai, apertamente schierato dalla parte del cugino Nicola finendo, così, con il tutelare il prevalente interesse di quest’ultimo rispetto al proprio.
In pratica Giovanni ha finito con l’idolatrare il suo “imbonitore”, Nicola.
Quest’ultimo ha, nel corso degli anni, evidenziato un atteggiamento cinico nei riguardi della sottoscritta non esitando a metterla costantemente in cattiva luce agli occhi del proprio figlio, Giovanni nei cui confronti, invece, ha evidenziato un atteggiamento prevaricatorio sia pur abilmente dissimulato al punto che non esiterei a definire Giovanni “troppo morbido verso Nicola”.

Nicola, in definitiva, non accetta la mia legittima quanto determinata interferenza in quanto io rappresento l’ultimo bastione tra sé ed una gestione monopolistica del Castello, non ha idea che il rapporto tra madre e filo è sacro.
Ed è per questo che mi “attacca” con inaudita sfacciataggine. Nicola ha scritto che “vuole fortificare” mio figlio. Pensasse a “fortificare se stesso”.
Inoltre, ciò che mi rattrista ulteriormente è che Giovanni è circuito anche da alcuni dipendenti senza scrupoli, che pensano solo a intascare stipendi, ed io cerco di metterlo in guardia solo ed esclusivamente nel suo interesse e per il suo bene, così come in passato ho già fatto con il padre, Antonio.
Ma io non cederò fintanto che avrò forza e continuerò a denunciare apertamente tutte le distorsioni e le pecche di questa asserita proficua (sic) “gestione comune” del monumento.
Con carte alla mano, posso dimostrare che Nicola Mattera tra trabocchetti e manovre, tenta di dominare sull’intero castello.
Ma io non lo permetterò a nessuno, neppure quando sarò cenere. Sappiano fin da ora che mi trasformerò in “orripilante spettro” verso gli usurpatori e millantatori. Sarò “angelo protettivo” per le anime nobili e pure. Come disse Napoleone Bonaparte: “La vittoria appartiene ai più perseveranti”.

P.S.: chi eredita un Castello, può alleggerire il “greve peso della storia”, solo dimostrando passione e sacro rispetto per essa, al fine di non esserne travolto.

7 COMMENTS

  1. Danni di immagine al figlio che fa apparire con uno incapace di intendere e di volere. Le mamme a volte fanno anche questo…..

  2. Bravi, adesso quando abbiamo bisogno di turisti, facciamo di tutto di farli allontanare. Si è iniziato con quelli furbi e pigri delle funivia a Stresa-Mottarone, che hanno tolto la vita a 14 persone. Adesso tocca questo posto che dà pane a tante persone. Ho lavorato per 8 anni al Castello Aragonese. Non l’ho mai visto “soffocato da erbacce, cespugli infestanti, piante ad alto fusto che non vedono potatura da decenni, montagne di frasche ammucchiate dappertutto, mura lesionate”. Nicola e Giovanni si sono adoperati sempre per mantenere in perfette condizioni il Castello. Ma almeno avete pensato alle tasse che vengono pagate dal Castello – (proprio da Nicola e Giovanni – i proprietari della parte significativa) e da tutto l’ente turistico di Ischia quando con tanto piacere state gettando spazzatura sull’immagine turistica dell’isola.

  3. Sono un ingegnere di Modena, da anni impegnato in interventi su edifici monumentali. Il Castello di Ischia è un bene di grande valore culturale e testimoniale e tali caratteristiche sono fortemente vincolanti in relazione ai modi di intervento sia a breve termine (manutenzione) che a medio termine (valorizzazione), richiedendo una dialettica quanto mai complessa ed articolata quando si confrontino con esigenze produttive come nel caso in questione. Ho sempre trovato ricco ed equilibrato l’insieme di azioni condotte su questo monumento, che ha ospitato iniziative culturali e di ricerca sul restauro di grande interesse (ricordo le esperienze precovid sulle mummie egiziane, ad esempio), ma mai ho avuto l’impressione che vi fossero parti del complesso in cui l’attenzione alla cura ed alla manutenzione fosse meno attenta.

  4. Se anche il figlio della signora non condivide le opinioni della mamma, forse la signora dovrebbe chiedersi se non e’ lei ad avere torto. Poi mi sembra che la signora abbia talemente tanta rabbia dentro da non riuscire piu ad essere obbiettiva. La soluzione sarebbe un dialogo tranquillo, aperto, onesto, dove ci sia un’apertura anche a rivedere le proprie opinioni. Trovo molto triste la frase in cui dice “Sappiano fin da ora che mi trasformerò in “orripilante spettro” verso gli usurpatori e millantatori”… addirittura? E comunque, si, queste sono questioni private, il Dipari non dovrebbe pubblicarle.

  5. Mi rendo conto che tutto quello che scrive la Sig. Clementina Petroni è tutto vero, perché sono andato al castello e sono rimasto irritato per le erbacce che crescono dappertutto per ampi percorsi. Anche per Via mare sono visibili quando vado con la barca. Mi sono chiesto perché i proprietari non si danno da fare per recuperare le mura pronte a crollare, sono daccordo con la Sig. Clementina anche se non la conosco.

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