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Giuseppe De Natale: Boati e rischi sismici? Niente paura!

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Intervista pubblicata su Il Dispari del 18 Febbraio 2016

Ischia è un territorio ad alta sensibilità sismica, come i Campi Flegrei quindi non c’è bisogno di alcuna nuova “scoperta” per sapere che si registrano fenomeni avvertiti dalla popolazione. Ciò non vuol dire che dovremmo fasciarci la testa. Non c’è alcun segnale che distingua l’attuale attività da quella degli ultimi decenni, ossia dagli ultimi gravi eventi. Può essere senza dubbio questo assunto la sintesi della chiara analisi del dottor Giuseppe De Natale, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, in relazione ad alcuni fenomeni che hanno destato preoccupazione ed allerta sull’isola d’Ischia.
In particolare dopo l’allarme causato dai mini fenomeni registrati tra le ore 23.25 e la mezzanotte del 10 febbraio scorso quando i cittadini delle zone alte di Casamicciola Terme e Lacco Ameno furono ridestati dalla consueta calma. Piccoli fenomeni nel buio e nel silenzio della notte preceduti da un eco riconducibile ad un boato

Dottor De Natale, nella zona di piazza Majo ed il Fango sono stati uditi alcuni fenomeni sinteticamente descritti come boati. Uno fortissimo, poi alcuni di entità minore, tutti seguiti da un lieve tremore. In che misura l’istituto che lei dirige ha registrato gli eventi?
“Si è trattato di tre piccolissimi terremoti. Magnitudo 0.6, 0.4, 0.4. Qualcuno però effettivamente ha avvertito boati. Infatti, nonostante fossero al di sotto della soglia che ci impone di comunicarli al DPC, ovvero Magnitudo maggiore di 1.5, li abbiamo comunicati comunque.

In queste zone gli echi del passato fanno sempre paura anche se a risvegliarli sono eventi di lieve entità a cui è difficile fare l’abitudine. Quale idea si è fatto in merito?
“Succede molto spesso ad Ischia, ed anche in alcune aree dei Campi Flegrei, che piccoli terremoti molto superficiali generino boati. Questo perché coinvolgono la falda freatica superficiale, generando una specie di piccole esplosioni superficiali. La sismicità di Ischia, concentrata in pratica in una piccola area di Casamicciola, è comunque da quando la registriamo, dal 1993,molto rara e di bassissima magnitudo, specie se confrontata con quella del Vesuvio o dei Campi Flegrei.”

Dunque non c’è da preoccuparsi e non ci son collegamenti come aveva ipotizzato qualcuno, con le ricerche del CNR nel Golfo?
“Le ricerche CNR nel Golfo non c’entrano nulla, sono semplici botti con aria compressa che servono per generare deboli onde sismiche utilizzate per studiare la composizione delle rocce. Un metodo molto valido, la tomografia sismica. Al massimo potrebbero spaventare alcuni pesci, ma in realtà date le frequenze del rumore prodotto non succede neanche questo”.

Vulcani, trivelle, esperimenti la questione è molto più attuale di quanto si pensi. Negli ultimi due anni questi fenomeni sono stati molto più frequenti e questo ingenera la preoccupazione per chi li vive che qualcosa possa succedere da un momento all’altro come se la nostra zona avesse una sorta di influenza da sismica. Quel che deve confortare è il costante monitoraggio ed un attenta vigilanza su questi fenomeni.
“Deve sapere che prima del 1993 non c’era monitoraggio sismico ad Ischia; fui io a premere sull’allora Direttore dell’Osservatorio Vesuviano per installare le prime stazioni sismiche. Ne installai 3, la prima ovviamente all’Osservatorio di Casamicciola, dove feci restaurare anche la vasca sismica di Grablowitz (per due volte, perché dopo pochi anni fu di nuovo in avaria per incuria). All’epoca venivo ad Ischia, ed in particolare a Casamicciola, molto spesso. Oggi, a parte il sito dove abbiamo la stazione sismica, l’Osservatorio di Casamicciola penso non abbia ancora una sua connotazione e destinazione. Sarebbe cosa buona e giusta restituirlo alla sua funzione originaria, facendone un centro di divulgazione sul rischio vulcanico oltre che di monitoraggio”.

E’ questo il pensiero e l’auspicio condivisibilissimo del direttore dell’Osservatorio Vesuviano che oltre il singolo fenomeno pone l’accento sulla necessità di ripristinare le funzioni del’Osservatorio di Casamicciola dandogli una specifica connotazione che possa favorire la sicurezza e la tutela di un territorio indubbiamente difficile e a rischio.

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