I giudici respingono la richiesta dei domiciliari nella sua abitazione di Lacco Ameno

E’ arrivato il secondo netto rifiuto al trasferimento dei domiciliari da Napoli ad Ischia per il tenente della Polizia municipale di Barano (attualmente sospeso) Antonio Stanziola, che era stato posto dal tribunale del riesame dopo la revoca della detenzione carceraria imposta dal giudice per le indagini preliminari Pasqualina Paola Laviano. Accogliendo le richieste del pubblico ministero Giuseppina Loreto. Accusato di una serie di reati contro la Pubblica Amministrazione e di aver “indotto” alcuni espositori del mercatino di Testaccio a sottostare a sue presunte richieste illecite. L’ordinanza con la quale si rigetta per la seconda volta nello spazio di due mesi sta a significare che i magistrati ritengono che il ricondurlo nella sua abitazione di Lacco Ameno, distante alcuni chilometri da Barano, dove si sono di fatto consumati tutti i reati che lo hanno condotto in stato detentivo, non è sufficiente a garantire che non possa comunicare con altri soggetti direttamente o indirettamente coinvolti nell’inchiesta.

Un’inchiesta, per la verità, che non sembra del tutto conclusa. Voci che circolano in ambienti ben definiti e che stanno a dimostrare che la Procura da un lato attende pazientemente che i periti nominati procedano a “sbobinare”, ad intercettare, a scoprire quelle centinaia di e-mail, di notizie archiviate e poi cancellate, tutto quanto utile che è passato per il computer utilizzato dallo Stanziola. Non soltanto il suo, ma anche quelli dei suoi familiari. Spulciando nei sistemi informatici trovati e sequestrati nell’Ufficio tecnico del comune di Barano, che secondo informazioni erano gestiti o comunque utilizzati dallo Stanziola. Questo potrebbe essere un passaggio, mentre nella contestualità si cercano altre prove, altri episodi finora rimasti “sconosciuti”.