fbpx
mercoledì, Maggio 1, 2024

Franco Iacono: “L’Europa sta diventando quella dei muri”

Gli ultimi articoli

L'esperienza di deputato per me è stata un'esperienza esaltante. L’Europa sta diventando sempre più l'Europa degli egoismi nazionali, dei mercanti, non l'Europa dei cittadini

Alessia Pecchiai | Il 9 maggio è stata la Giornata dell’Europa. Ieri, nel 1950, all’indomani della seconda guerra mondiale, che tanta distruzione aveva portato in Europa, il ministro degli esteri Francese Robert Schuman, davanti alle telecamere, lanciò la proposta di un nuovo organismo sovranazionale che promuovesse la cooperazione politica tra i Paesi del vecchio continente, per chiudere definitivamente la stagione delle guerre ed aprirne una nuova, all’insegna della pace e della prosperità. Da lì è partito il processo che ci ha condotti sino all’Unione Europea, così come la conosciamo oggi.
E proprio oggi, più che mai, è necessario ricordare quali sono stati i valori ispiratori di questo progetto visionario, perché solo così possiamo impedire la deriva antieuropeista e nazionalista che rischia di minare un’Istituzione che, con tutti i suoi imiti, ha garantito la pace nel vecchio continente, l’integrazione e lo sviluppo di Paesi che facevano parte del blocco sovietico e ha dato al vecchio continente un ruolo centrale nello scacchiere mondiale, che non avrebbe potuto rivestire se ogni Stato avesse corso da sé.

Sicuramente la strada per l’integrazione è ancora lunga, sicuramente l’Europa in questi anni ha commesso degli errori che l’hanno portata ad allontanarsi dal sentire comune dei cittadini, ma altrettanto sicuramente quello intrapreso nel 1950 non può essere considerato un percorso reversibile e l’uscita dall’Unione Europea non può essere un’opzione, la Gran Bretagna lo sta dimostrando, la soluzione non è meno Europa, ma più Europa. Un’Europa con delle istituzioni più forti, in grado di porre un freno agli egoismi degli Stati membri e far prevalere il bene comune su quello del singolo Stato. E per avere più Europa è determinante la sensibilità e il supporto delle nuove generazioni.
E ieri, a Ischia, in occasione della Festa dell’Europa, la 4C del Liceo delle Scienze umane ha presentato il progetto “Noi, cittadini europei attivi del Liceo Giorgio Buchner, Scuola Ambasciatrice del Parlamento Europeo”. E a questa festa non poteva non partecipare Franco Iacono, politico che non ha bisogno di presentazioni, eletto nell’Europarlamento nel 1989, nelle liste del PSI: il primo ischitano ad aver messo piede in Europa da protagonista, sia dove l’Europa opera quotidianamente, a Strasburgo e Bruxelles, sia dove l’Europa è nata, a Ventotene, dove per due volte ha partecipato in rappresentanza del Parlamento Europeo all’anniversario del Manifesto di Ventotene.

“L’esperienza di deputato europeo per me è stata un’esperienza esaltante” così Franco Iacono definisce la sua avventura europea. E i momenti che Franco Iacono ha voluto ricordare per primi sono quei momenti che hanno avvicinato i cittadini e le istituzioni locali all’Europa. Prima fra tutti, “un tema concordato con il distretto scolastico sull’Europa che consentì la selezione di una ventina di studenti che accompagnai con le loro insegnanti a Strasburgo, allora cuore indiscusso dell’Europa, in pullman, e vivemmo un’esperienza veramente straordinaria. I ragazzi – prosegue Iacono – ebbero l’opportunità in incontrare Valéry Giscard d’Estaing e spettò a me parlare loro di Parlamento europeo”.
Ma nel cuore d’Europa Franco Iacono non ha portato solo i ragazzi, ma anche le istituzioni. “Organizzai tre visite a Strasburgo del sindaco di Napoli, del Presidente dell’Unione industriale, delle Camere di commercio e di alcune delegazioni delle Università, insieme ai giornalisti delle testate napoletane e della Rai. Partivamo con l’aereo la mattina alle otto da Napoli, e con noi veniva anche con un’orchestra. Il Sindaco di Napoli incontrava il suo omologo di Strasburgo, gli industriali incontravano i commissari europei ai quali illustravano i diversi progetti, si incontrava il Presidente del Parlamento europeo e poi il concerto organizzato insieme all’Istituto Italiano di Cultura con la musica del Settecento napoletano, per dimostrare che Napoli non era soltanto pizza e mandolino. E poi ricevimento e verso mezzanotte li imbarcavo sull’aereo e tornavano.

Tutto questo – spiega Franco Iacono – consentiva soprattutto alla stampa di parlare di Europa, Europa che allora veniva percepita come un elemento estraneo, un altro mondo”. E se all’epoca alcuni colleghi di Franco Iacono avevano come slogan “Portiamo il Mezzogiorno in Europa” lui controbatteva “io voglio sentirmi in Europa, non voglio portare il Mezzogiorno in Europa, perché il mezzogiorno è parte integrante dell’Europa”.
Ma se ieri mancava un rapporto tra l’istituzione europea e i cittadini, oggi quello che sembra mancare è il rispetto degli ideali che sono alla base dell’Europa stessa e Franco Iacono è preoccupato per la deriva che sta prendendo.

“Ormai – ammette – si sta consolidando l’Europa dei muri, l’Europa della non integrazione, l’Europa, addirittura, della discriminazione”. E la sua attenzione cade sull’Ungheria. “L’Ungheria – ricorda – è stata il simbolo della lotta per la libertà. Nel 1956 i carri armati russi hanno invaso l’Ungheria e gli ungheresi sono stati accolti dappertutto. C’è stata una solidarietà diffusa espressa nei confronti degli ungheresi, come poi è successo per polacchi e cecoslovacchi. Che l’Ungheria adesso alzi dei muri mi pare una cosa assolutamente ingrata, nei confronti dell’idea stessa di Europa”.
Franco Iacono rileva come negli ultimi anni siano stati compiuti passi indietro preoccupanti. “L’Europa – afferma – sta diventando sempre più l’Europa degli egoismi nazionali, dei mercanti, non l’Europa dei cittadini”. Fondamentale per recuperare gli ideali ispiratori di questa grande utopia il ruolo dei giovani che, sottolinea Iacono, “hanno il compito di ribaltare la situazione, di tornare alle origini, al principio ispiratore del manifesto di Ventotene, che grandi statisti come Adenauer, Schumann e De Gasperi hanno tradotto nei principi ispiratori della Comunità europea e dei Trattati che regolano ancora adesso il tessuto europeo, anche se lo regolano soprattutto sul piano economico, mentre dovrebbero farlo anche su quello politico e dei valori”.

E l’importanza dell’Europa è stata ribadita anche dalla Preside Assunta Barbieri.
“L’Europa è qualcosa che va studiato, ripreso, approfondito soprattutto in quelli che erano gli ideali iniziali del Manifesto di Ventotene, di questa Europa che nasceva dopo due grandi conflitti e che voleva impedire, come è stato per 70 anni, che ci fossero nuove divisioni e conflitti, arginando gli egoismi e i nazionalismi. Dobbiamo percorrere quella strada – prosegue – che porterà questa grande unione ad essere così come era stata sognata, immaginata dai padri fondatori di questo grande sogno che era l’Europa e che purtroppo oggi vediamo un po’ scricchiolare. Bisogna continuare a crederci, continuare a percorrere quella strada, quegli ideali di libertà, di possibilità di muoversi”.
E la preside Barbieri sottolinea come l’Europa aiuti anche in termini di investimenti economici la scuola.

E si augura che questo nuovo “new deal” che sta arrivando, venga investito nel migliore dei modi, perché “rimarrà ai nostri nipoti. Una grande opportunità – sottolinea – che deve essere percorsa e capita, per sfruttarla al meglio è necessario avere una visione vera di Paese, al passo con i tempi, soprattutto a dimensione di queste nuove generazioni. Perché – prosegue – loro non sono cittadini di domani, ma sono cittadini oggi e oggi devono avere anche la possibilità di dire la loro su che cosa vogliono e sperano di poter avere da qui a qualche anno”.
Ma Europa è anche confronto e competizione, e molti studenti del Liceo di Ischia si sono fatti valere sul campo e la Preside Barbieri sottolinea l’importanza del confronto. “Sicuramente è stimolante potersi confrontare anche con altri ragazzi, con altre realtà, mettersi in competizione e misurare quelle che sono le proprie conoscenze, le abilità, le capacità e vedersi vincenti – conclude – è sicuramente un qualcosa che esalta e spinge a fare sempre meglio e sempre di più”.

www.ildispari.it

1 COMMENT

  1. E certo che andare in Europa e stata una grande esperienza per uno che non era mai uscito fuori alle mura di Napoli! Imagino una esperienza tipo Totò e Peppino a Milano? Parafrasando JFK chiediamoci cosa possiamo fare noi per l’Europa e non quante cose dobbiamo subire dal Europa! La stessa Europa che ci ha imposto il cartone per le pizze quando il foglio di carta era un ottima alternativa e molto migliore per il sapore e che adesso vuole togliere le buste di plastica per frutta e verdura ma continua a produrre milioni di bottiglie di plastica. Un Europa che non sa più cosa legiferare.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos