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mercoledì, Maggio 15, 2024

Debiti della Torre Saracena, l’avvocato pignora il Comune!

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Ugo De Rosa | I debiti della “Torre Saracena”, costituita nel 2007 e posta in liquidazione già nel 2010, continuano a gravare come un macigno sul Comune di Forio. Appena tre anni di vita che hanno causato danni gravissimi. Si susseguono gli atti per cercare di estinguere la gran massa di crediti vantati da terzi e fare chiarezza sulla situazione finanziaria della società per concludere la liquidazione e arrivare allo scioglimento. Ma la strasa appare ancora in salita. L’ultima determina del dirigente del Settore finanziario Rando, che contiene ulteriori adempimenti previsti da una delibera di Consiglio comunale del 2014, in definitiva non è che un compendio del disastro finanziario della società interamente partecipata dall’Ente.
La normativa in materia e le diverse pronunce della giustizia ordinaria e amministrativa non lasciano molto scampo. Infatti Rando è costretto ad evidenziare che «che non risulta possibile configurare un rapporto di alterità tra l’ente pubblico partecipante (Comune di Forio) e la società in house (Torre Saracena Spa) che ad esso fa capo, è giocoforza concludere che anche la distinzione tra il patrimonio dell’ente e quello della società si può porre in termini di separazione patrimoniale, ma non di distinta titolarità».
Il Comune è costretto a pagare, e questo già si sapeva. Non c’è scampo: «Di dare atto tra l’altro – scrive Rando -, che per quanto sopra, e per giurisprudenza ormai consolidata le società in house non possono essere oggetto di fallimento e la massa debitoria delle società interamente partecipate dai Comuni, cioè il cosiddetto disavanzo di liquidazione, cade interamente a carico del bilancio comunale».
La determina ribadisce quindi che «escluso il ricorso alla procedura di riconoscimento di debito fuori bilancio per il finanziamento della massa debitoria della Torre Saracena PS in liquidazione, al Comune non resta altra possibilità per assumere impegni o effettuare spese a soddisfazione dei creditori rimasti insoddisfatti all’esito della procedura liquidatoria, che agire contabilmente secondo le procedure ordinarie disciplinate dall’art.191 TUEL, provvedendo al previo stanziamento in bilancio delle somme necessarie, che assume valenza autorizzatoria e successivamente impegnando con idonei atti i fondi necessari per il pagamento di tali creditori della società».
Nel 2012 il Consiglio comunale aveva approvato un piano di rientro quinquennale dell’esposizione debitoria con i creditori dell’ente, tra i quali la Torre Saracena Spa, quantificando il ripiano dell’intera massa debitoria della società, pari alla bellezza di 5.295.505,02 euro, nel quinquennio 2013/2017.
Qualcosa è stato fatto, infatti i fondi stanziati nel bilancio pluriennale 2013/2015 per il ripiano risultano essere stati in parte impegnati per il pagamento del TFR ai dipendenti licenziati dalla Torre Saracena e in parte impegnati da pignoramenti presso terzi (soprattutto per debiti erariali cartellizzati da Equitalia).
Inoltre il liquidatore della Torre Saracena Spa «ha avviato con tutti i creditori privati della società Torre saracena proposte transattive per il pagamento dei loro crediti in misura ridotta al 70% della sorta capitale, con abbuono delle spese legali e degli interessi, e in alcuni casi con il pagamento rateizzato in tre esercizi a partire dal corrente».
Con la famosa delibera del 2014, il Consiglio comunale, nel tentativo di chiudere il discorso, ovvero la fase di liquidazione, aveva stanziato nel bilancio 2014-2016 un milione e 800.000 euro: 800.000 nel 2014 e 500.000 nei due anni successivi. Stabilendo che si pagasse il TFR ai dipendenti che ancora non lo avevano ricevuto, quindi i debiti erariali e via via in base alle transazioni raggiunte dal liquidatore. Cercando di recuperare qualcosa dalla valorizzazione dei pochi beni mobili ancora di proprietà dell’azienda. Un modo per tamponare la falla e cercare di arrivare allo scioglimento della “Torre Saracena”, ma le sole spese di liquidazione (compenso liquidatore, sindaci della società, assistenza legale, piccole spese di cancelleria e postali) assorbono un budget di 70.000 euro.
Lo scopo era quello di evitare al Comune di essere chiamato in causa direttamente, ma anche questa manovra è fallita. Nonostante Rando evidenzi quali fossero le intenzioni: «La previsione di tali fondi in bilancio, secondo quanto stabilito dalla delibera consiliare n.47/2014, non equivale al riconoscimento di un credito nei confronti della società Torre Saracena Spa, e quindi non autorizza il responsabile del settore Finanziario a rilasciare dichiarazioni positive di quantità nei confronti di creditori della società che dovessero aggredire il Comune in qualità di terzo debitore, ma sono previsioni con scopo autorizzatorio per il finanziamento dei debiti societari».
Invece nel meccanismo qualcosa si è inceppato. Nonostante fosse stata messa a disposizione del liquidatore – sia pure dopo reiterati solleciti – la somma stanziata di 500.000 euro per il 2015 e 2016, Rando deve ammettere che il Comune è stato oggetto di provvedimenti di esecuzione per i crediti non soddisfatti: «Nonostante la messa a disposizione di fondi in favore della Torre Saracena Spa in liquidazione nel periodo 2015/2016 vi sono state delle esecuzioni nei confronti del Comune direttamente». Perché i creditori, stanchi di aspettare, si sono naturalmente rivalsi sull’Ente.
Alla fine, la montagna partorisce il topolino. Ovvero la liquidazione del credito vantato dall’avv. Gaetano Ottato che, non essendogli stato pagato quanto pattuito, era ricorso ovviamente alle vie legali. Ottenendo il pignoramento in danno del Comune per 2.941,47 euro. Rando approva la liquidazione della somma, che «risulta ancora pignorata e poi assegnata», e come recita la determina, la «sistemazione delle carte contabili» relative a questo credito.
Ben poca cosa, ma esemplificativa della situazione che il Comune si ritrova ad affrontare. Anni di allegra gestione delle società partecipate hanno prodotto danni che ovviamente saranno i cittadini contribuenti di Forio a pagare.

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