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lunedì, Aprile 29, 2024

Banche. Io, che ho perso 25 mila euro

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LEO PUGLIESE | La storia di Luigi è una delle tante dei volti nascosti del decreto Salva Banche. Pensionato marittimo, Luigi trova il coraggio di raccontarci il dramma che sta vivendo: «Oltre ventimila euro in azioni subordinate_ nessuno ci ha spiegato i rischi che correvamo, sono indignato e amareggiato». Luigi, sposato e padre di due ragazzi, una vita in mare, aveva investito parte del suo patrimonio proprio nella piccola Banca Marche : «Da sempre sono correntista del Banco di Napoli e lo sono ancora. Per anni grazie ad un’amicizia locale, Mimì P., avevo investito i miei capitali alla banca d’America e d’Italia che si trova a Santa Brigida a Napoli. I tassi erano alti e si facevano dei buoni investimenti. Poi con gran parte dei risparmi, negli anni novanta mi sono rifatto la mia casa che era di mi o padre con tanto giardino e prosciugai le casse dei miei risparmi. Un po’ come faceva all’epoca ogni marittimo procidano. Il passaggio poi della Banca d’America e d’Italia alla Deutch Bank, mi convinse a tornare al Banco di Napoli. I tedeschi non mi piacciono».
Veniamo ai giorni nostri dove la storia di Luigi si intreccia con la vita del figlio. «Mio figlio grande conobbe una ragazza di Monterubbiano in provincia di Fermo e spesso e volentieri ci recavamo da lui a trovarlo. Lui conviveva con lei che all’epoca faceva la farmacista. Una domenica, a tavola si discuteva di soldi e di tasse e la ragazza ci parlò della possibilità di investire anche piccole quote proprio nella banca delle Marche, che offriva dei buoni guadagni e che ci avrebbe fissato un appuntamento informale con un suo prozio, che si intendeva di risparmi e proponeva formule vantaggiose a piccoli risparmiatori».
Luigi riavvolge il nastro del tempo e prosegue. «Tornati a Procida io e mia moglie riflettemmo su quanto ci era stato detto e decidemmo anche la cifra da investire, un BOT scaduto proprio in quei giorni di circa 25 mila euro. Un piccolo gruzzoletto che a dire il vero avremmo poi destinato proprio ai nostri figli. La settimana successiva o l’altra dopo non ricordo bene, ritornammo a trovare mio figlio e preciso e puntuale si fece trovare a casa anche quel parente della sua fidanzata. L’uomo sulla sessantina con un fare affabile e da buon venditore ci spiego un poì le strategia della banca – per quello che potevamo capire – e ci rassicurò sul fatto che avremmo fatto un buon investimento. Anzi – e devo essere sincero – a testimonianza di quanto stava dicendo si portò una decina di altri contratti e una serie di documenti che attestavano la validità delle sue parole. Ci fece vedere una serie di prodotti che offriva la banca e si soffermò sulle azioni e comunque ci disse di rifletterci e di investire anche una cifra non cospicua. In poche parole ci convinse, fu bravissimo tanto che decidemmo di fare l’investimento».
E qui Luigi tira fuori le carte che testimoniano quanto ci racconta. «Non più tardi di un mese, esplicate tutti gli adempimenti sottoscrivemmo quelle azioni. Eravamo contentissimi». Il racconto di Luigi si interrompe di un tratto, squilla il telefono ed è proprio il figlio che dall’altro lato della cornetta racconta quanto ha saputo da un incontro avuto con i vertici della filiale dove il padre aveva sottoscritto le azioni. Poi si risiede e ancora più deluso: «Sono davvero schifato, scusa il termine ma lo puoi anche scrivere, si sono guardati bene dall’avvisarci che stavano messi male e che stavamo facendo un investimento sbagliato, fra l’altro con interessi non eccezionali, facendomi firmare le solite paginate che non si leggono fidandomi di quel funzionario».
La faccia di Luigi si fa scura, stralunata, con foglietti bianchi in mano pieni di numeri e percentuali che finiscono tutte inesorabilmente con un numero: zero. Carta straccia di bond subordinati e azioni, niente fra le mani se non la rabbia e lo shock di chi si è impoverito nel giro di 24 ore.
Intanto proprio ieri il governo – come riportato dai media – ha presentato un emendamento alla Finanziaria che istituisce il fondo da 100 milioni per rimborsare i risparmiatori che hanno perso tutto con il salvataggio di CariFerrara, CariChieti, Banca Marche e Banca Etruria. Ma è difficile che l’esecutivo affidi alla Consob il ruolo di ‘giudice’ su chi abbia la possibilità o meno di accedere al ristoro delle perdite subite. Secondo quanto emerge da fonti del governo, infatti, non sarà l’Autorità di vigilanza dei mercati a svolgere il ruolo di arbitro, qualora si facesse strada l’idea degli arbitrati individuali per il rimborso delle perdite subite dagli azionisti e gli obbligazionisti delle quattro banche. L’emendamento.
Sarà un “fondo di solidarietà” finanziato con 100 milioni proveniente dal Fondo interbancario per la tutela dei depositi la “ciambella” per salvaguardare i risparmiatori coinvolti dal crac delle quattro banche interessate dal decreto del governo. “Le modalità e i termini per la presentazione delle istanze” di rimborso dei risparmiatori, “i criteri di quantificazione, nonchè le procedure da esperire, che possono essere in tutto o in parte di natura arbitrale” saranno fissate con un decreto del Mef. Peraltro, il Tesoro è autorizzato a finanziare con un prestito ponte da 2,5 miliardi il fondo di risoluzione unico a livello Ue.

2 COMMENTS

  1. Dopo aver espressa tutta la mia personale solidarietà al Sig. Leo Pugliese per la spiacevole vicenda nella quale è stato coinvolto anche a causa di rapporti familiari, mi/vi chiedo se sia MORALE (termine inesistente nel dizionario politico) che siano i cittadini italiani a farsi carico delle perdite monetarie da lui/loro subite. Non so se lui, in particolare, abbia chiesto o chieda l’intervento dello Stato Italiano per rientrare in possesso del capitale investito, però so di certo che tanta “gente” italiana e tante “famiglie” italiane contribuiscono a creare le disponibilità finanziare del nostro stato SENZA aver mai posseduto 25.000 euro da destinare agli investimenti.
    Con ciò mi/vi chiedo se sia MORALE che vengano coinvolti “anche” loro, i nullatenenti, nel farsi carico dei crack finanziari subito dal Sig. Leo Pugliese e da tanti altri cittadini italiani.

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