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domenica, Aprile 28, 2024

Arresti e immunità, De Siano spacca l’Italia. E Di Maio tuona: “Perché il Pd lo aiuta?”

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Tiene banco il caso De Siano. La politica nazionale guarda a Ischia. E si divide. In attesa della decisione del Senato sulla richiesta degli arresti domiciliari per il coordinatore regionale di Forza Italia e senatore (che deve rispondere dei reati di associazione a delinquere, concorso in corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, concorso in turbata libertà degli incanti, concorso in corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, concorso in turbata libertà degli incanti, concorso in corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio), dal panorama politico arrivano commenti, condanne e dichiarazioni di solidarietà.
E anche esultanze, come quella del presidente dei senatori di Forza Italia Paolo Romani: «Il no della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato alla richiesta di autorizzazione agli arresti domiciliari per il senatore De Siano – dichiara – è una notizia positiva che va nella direzione della verità. Oggi ha prevalso il buon senso. Sono convinto che Domenico De Siano, amico e collega che stimo per il suo impegno e la sua lealtà ai valori di democrazia e di libertà che condividiamo da sempre, uscirà presto a testa alta da questa vicenda».
Di tutt’altra opinione, naturalmente, il MoVimento 5 Stelle: «Il Pd a braccetto con Forza Italia e Ncd – ha affermato in una dichiarazione la capogruppo M5s in Senato Nunzia Catalfo – getta in discarica giustizia ed equità di fronte alla legge e dice no all’arresto del senatore forzista Domenico De Siano coinvolto in reati di associazione a delinquere finalizzata a corruzione e turbativa d’asta negli appalti rifiuti sull’asse Forio-Lacco Ameno-Monte di Procida». Ha twittato, invece, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio: «Il Pd ha negato arresto per De Siano, senatore di Forza Italia accusato di corruzione. Perchè il Pd aiuta Berlusconi?».
E dunque sarà lunga e infuocata la vigilia della decisione del Senato in merito al destino di Domenico De Siano, per il quale la Procura di Napoli ha chiesto il 15 gennaio scorso gli arresti domiciliari nell’ambito dell’ormai celeberrima inchiesta sulle tangenti sugli appalti per i rifiuti nei comuni di Lacco Ameno, Forio e Monte di Procida. Per i pm Graziella Arlomede e Maria Sepe della sezione reati contro la Pubblica Amministrazione della Procura di Napoli, che lo scorso 11 febbraio hanno notificato l’avviso di chiusura indagini, De Siano è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbata libertà degli incanti. Quattordici in tutto i soggetti indagati. I reati di corruzione e turbativa d’asta sono stati contestati anche a Vincenzo Rando, ex responsabile ragioneria del comune di Forio; Giulia Di Matteo, ex segretario generale del comune di Monte di Procida ed ex segretario generale del comune di Lacco Ameno; Francesco Iannuzzi, già sindaco di Monte di Procida; Carmine Gallo, legale rappresentante del consorzio Cite, Carlo Savoia, dipendente della Cite ed all’ex sindaco di Lacco Ameno, Restituta Irace. Le indagini, avviate in seguito a un esposto da parte di tre consiglieri del comune di Forio d’Ischia sull’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento di rifiuti solidi urbani nei comuni di Lacco Ameno, Forio d’Ischia e Monte di Procida, sono state svolte dalla squadra mobile della Questura di Napoli attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, acquisizione di atti, appostamenti e pedinamenti.

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