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giovedì, Maggio 9, 2024

Addio a Vera Pescarolo, procidana e figlia di Vera Vergani. Aveva 93 anni, ma la sua anima era eterna

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Esistono storie tanto potenti da sfidare persino la morte stessa. Giulietta Masina raggiunse Federico Fellini cinque mesi dopo la sua dipartita, mentre Vera Pescarolo ha aspettato sette mesi prima di unirsi alla sua controparte celestiale, il suo amato marito Giuliano Montaldo, scomparso solo sette mesi fa. La loro unione era un legame indissolubile, una coppia che irradiava eleganza, ironia e un’unione profonda, persino durante i loro divertenti battibecchi.

Vera Pescarolo, una donna moderna e affascinante. Figlia della celebre attrice teatrale e del cinema muto, Vera Vergani, e del comandante procidano Leonardo Pescarolo, nipote dello scrittore Orio Vergani e sorella del produttore Leo Pescarolo.

Vera era una donna di straordinaria bellezza, determinata e intraprendente. Il suo cuore si arrese all’amore per quel giovane alto e magro proveniente da Genova che cercava di farsi strada come attore, finché lei non lo definì chiaramente “un cane”.

Hanno collaborato per tutta la vita: lei come produttrice, co-sceneggiatrice e direttrice del casting in film come Sacco e Vanzetti, Giordano Bruno, L’Agnese va a morire e il Marco Polo televisivo insieme agli altri capolavori di Montaldo, fino a L’industriale. Sono stati protagonisti insieme nel documentario La morte legale dedicato a Sacco e Vanzetti (un film che ha contribuito alla loro piena riabilitazione) e li abbiamo ammirati entrambi in Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni, in cui Montaldo ha vinto il David di Donatello dimostrando all’amata Vera che il suo giudizio sulle sue doti attoriali era stato affrettato.

Durante la pandemia, Fabrizio Corallo ha dedicato un documentario straordinario a questa splendida coppia intitolato Vera & Giuliano, ancora disponibile su RaiPlay. Il loro amore è stato raccontato con la solita ironia in quell’occasione e nel 2021 Giuliano Montaldo ha dedicato a Vera un libro intitolato “Un grande amore” per La Nave di Teseo. Nessuna parola può esprimere meglio cosa sia stato il loro incontro lungo 65 anni e la personalità di questa donna straordinaria come ebbe modo di dire alla presentazione del suo libro a Procida, nel 2021.

“Sessant’anni sono trascorsi, ma il mio esordio nella regia rimane un ricordo amaro. Il pubblico accolse il mio film con calorosi applausi convinti, ma il giorno successivo fui massacrato dalla critica. Nonostante l’appoggio dei miei amici più intimi, quelle ingiuste e feroci critiche mi ferirono profondamente. Stavo meditando di abbandonare per sempre quel mondo e quel lavoro. Avevo trentuno anni ed era tutto chiaro: il cinema non faceva per me. Ma quando ero sull’orlo di prendere quella decisione drastica che avrebbe spezzato le mie ossa tremanti, ecco che la vita mi riservò una sorpresa imprevista.

Leo Pescarolo, il produttore cinematografico, voleva incontrarmi nel suo studio per discutere una proposta di lavoro. Mi trovavo di fronte alla porta dell’ufficio di Pescarolo. Dalla stanza accanto echeggiava una voce maschile: “Avanti, accomodati”. Ma quando posai gli occhi su quella visione incredibile che si stagliava davanti a me, rimasi pietrificato. Una creatura splendida dall’eleganza magnetica e dallo sguardo penetrante mi sorrideva. Sorrideva a me. Avanzai incerto senza distogliere lo sguardo da quella meraviglia irresistibile.

Il produttore si accorse della mia fissazione verso quella presenza affascinante. “Siediti e guarda me”, mi ordinò con uno sguardo severo rivolto a lei che si avvicinava lentamente alla scrivania. Poi finalmente cambiò tono: “Vorrei offrirti un lavoro alla Rai e con un gruppo americano”. Dimenticare quel giorno che avrebbe cambiato il corso della mia vita è impossibile. Era una proposta lavorativa ma anche un colpo al cuore che mi avrebbe portato verso le profondità dell’anima.

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