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mercoledì, Maggio 1, 2024

Ad Ischia nasce la motocarrozzetta

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Elena Mazzella | L’ invenzione fortuita della motoretta, riproposta dalla Piaggio sul finire degli anni ’50, si deve all’ischitano Francesco Di Meglio, conosciuto da tutti come Ciccio.
Negli anni che seguirono la seconda guerra mondiale il commendatore Angelo Rizzoli, noto produttore cinematografico, arrivò sull’isola di Ischia avviando il turismo internazionale con la costruzione del famoso Albergo Regina Isabella e Reginella nel paesino di Lacco Ameno. Erano gli anni in cui ad Ischia arrivavano personalità di spicco del mondo della cultura, del cinema e dello spettacolo che si trovavano a girare per l’isola su innovative vetture. Il primo personaggio a scrivere di questi improbabili mezzi di trasporto su tre ruote, fu Pier Paolo Pasolini nel 1959 in vacanza ad Ischia. Nel suo diario di viaggio leggiamo: “Sono solo, e porto in giro i miei due occhi, più ingenui e contenti di quel che credessi. Solo: io e Ischia. Io e migliaia di cose, migliaia di persone. Tutto nuovo. Prendo per la prima volta coscienza dell’esistenza dei loro mezzi: le motocarrozzelle. Sono i calessini dei “coolies” cinesi, attaccati ad una vespa. Di legno compensato, hanno la nobile forma panciuta delle botticelle, e sono stati accuratamente provvisti di tappetini, di bracciali, di cuscinetti. La Terra del Sole ha sempre un certo odore di chiuso. Mi avvicino a uno, biondo come una lumaca, selvatico, e mi metto d’accordo per il giorno dopo. E’ col “coolie” che mi va di andare. Il patto è fatto”.
Ma come nacquero queste strane vetture ischitane descritte dal noto regista, scrittore e poeta italiano?
In quegli anni i turisti andavano in giro per l’isola usando carrozze trainate da cavalli, condotte da abili cocchieri ischitani. Fu grazie all’intuito geniale di uno di loro che esse si trasformarono nelle famose motocarrozzelle descritte da Pasolini. Parliamo di Francesco Di Meglio, Ciccio, il quale, intercettando il vento della modernità e del progresso, sostituì il cavallo della sua carrozza con uno dei primi modelli della vespa Piaggio. Fu subito un rivoluzionario successo. Come testimoniano le foto dell’epoca divenute famose in tutto il mondo, tutti i vip che approdavano sull’isola verde si facevano ritrarre su queste folkloristiche vetture tutte ischitane, tappezzate e addobbate con gusto e fantasia.
Il caso volle che in quegli anni i dirigenti della Piaggio, famoso brand che lanciò l’invenzione della Vespa, fossero in vacanza ad Ischia. L’innovativa vettura che vollero sperimentare di persona, li conquistò a tal punto da brevettare l’idea e a lanciarla prontamente sul mercato automobilistico. Mai invenzione fu più felice: la motoretta ebbe fortuna in tutto il mondo, conquistando i mercati internazionali e fu imitatissima da altri brand automobilistici. Fu in questo modo che la motocarrozzella condusse su di una corsia preferenziale il nome di Ischia a spasso per il mondo durante gli anni della Dolce Vita, diventandone il simbolo indiscusso.
Era immancabile per il turista che arrivava ad Ischia, girare l’isola a bordo dei “coolies”, per dirla alla Pasolini. Essa conduceva l’ospite alla scoperta del territorio isolano, delle sue bellezze più nascoste, delle sue tradizioni, dei suoi costumi e delle sue prelibatezze grazie alla proverbiale accoglienza degli ischitani.
Nell’estate 1957 arrivò ad Ischia per il ferragosto l’allora Presidente del Consiglio Giovanni Gronchi, il quale volle fare il tradizionale giro dell’isola in motocarrozzetta. Un mese più tardi, il più grande attore di tutti i tempi Charlie Chaplin, ad Ischia per presentare il suo film in anteprima europea, rifiutò le lussuose macchine messe a disposizione dal commendatore Angelo Rizzoli, preferendo l’improbabile mezzo di trasporto tutto ischitano per i suoi spostamenti insieme alla moglie Oona O’Neal.
Sono anche gli anni in cui il celebre attore partenopeo Antonio De Curtis, in arte Totò, era solito frequentare l’isola di Ischia e al quale non sfugge il fascino della motocarrozzetta. Secondo la storica testimonianza di un vecchio vetturino, fu proprio a bordo della sua vettura che egli scrisse la famosa canzone “Ischia paraviso e gioventù”. Attraverso il suo nitido ricordo possiamo immaginare bene come si svolse la composizione: “Tornavamo da Lacco Ameno ad Ischia e Totò, a bordo della mia motocarrozzetta che sbalzava ad ogni buca, scriveva su un foglio bianco. Ad un certo punto iniziò a battere il piede a ritmo di musica sempre più forte. Non ebbi il coraggio di dirgli niente, nonostante temevo che la carrozzella si rompesse. Quando arrivammo mi diede duemila lire e mi disse “Sto scrivendo una canzone…”
Ma la famosa vettura ebbe il suo massimo successo due anni più tardi, nel 1959 quando venne celebrata per la prima volta ad Ischia la ventesima edizione di Miss Italia, il concorso di bellezza più seguito ed ambito del momento. Era il 30 agosto quando ad Ischia sbarcarono tantissime mamme da tutta Italia che accompagnavano le loro bellissime figlie sperando di lanciarle sul grande schermo. Vennero radunate tutte le motocarrozzette isolane che divennero mezzo di trasporto ufficiale delle Miss, che sfilarono in piedi, a bordo delle vetture, per le vie dell’isola.
Ai giorni nostri, purtroppo il progresso avanza troppo velocemente, e le storiche motocarrozzette hanno ceduto il passo a moderni mezzi di trasporto che offrono tutti i tipi di comodità per rendere agevole il tragitto.
Ne esistono ancora pochi esemplari che offrono servizio di micro taxi, ma sono richiestissimi soprattutto per cerimonie ed eventi. Sarebbe opportuno tutelarli ed incentivare le nuove generazioni a riscoprire il culto delle tradizioni che tanti turisti ricercano nei paesi in cui sono ospiti. Il nostro vuole essere un invito volto a tutte le istituzioni e alle nuove generazioni, affinchè non si perda il passato custode delle nostre radici.
Prendiamo esempio dalla celebre frase di Wang Su, che recita: perdere il passato significa perdere il futuro.

Fonte Emeroteca Premio Ischia Giuseppe Valentino

3 COMMENTS

  1. Ape “A” Piaggio, in produzione dal 1948 ma esposto come prototipo alla Fiera di Milano già nel 1946…

      • E allora? I cocchieri di Ischia possedevano veramente tecniche e pratica di officina tali da prendere una Vespa e collegarla ad una carrozza, con trasmissione e tutto il resto, come viene lasciato intendere? O piuttosto hanno montato una seduta imbottita nel cassone del suddetto “motocarro”? E l’omologazione? I depositi giudiziari erano strapieni di “pezzotti” sequestrati. Detto questo, è innegabile l’impatto che le motocarrozzette Ischitane hanno avuto, il loro fascino ed il successo riscuotono tutt’oggi. Le poche che rimangono.

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