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venerdì, Aprile 26, 2024

Anna Colucci, una vita tra Ischia e l’arte

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Maria Funiciello | Solare, come il suo bellissimo vestito giallo ricamato, carica di energie come solo una donna del sud, una donna di Ischia può essere. Ci ha accolti nella sua incantevole casa posizionata proprio all’ingresso di Ischia Ponte e ci ha aperto il suo cuore, cavalcando anche l’onda dei ricordi e delle emozioni.

Lei, Anna Colucci, impeccabile e sorridente, è stata ed è, nell’immaginario comune, la nobildonna di altri tempi, la professoressa sempre attenta e presente per i suoi tanti alunni che si sono avvicendati alla scuola media G. Scotti e, soprattutto, una donna dell’Arte. Quell’arte bella e reale, fatta di spaccati di vita vissuta in una famiglia di artisti a tutto tondo, di pittori e scultori, di viaggiatori e di letterati.

E, nonostante non veda più come un tempo, nei suoi occhi c’è la scintilla di vita, l’energia della voglia di continuare a scoprire il mondo in prima persona.

Anna Colucci, che spegne le sue prime 100 candeline, è una donna da prendere ad esempio per la sua forza d’animo e la sua bellissima voglia di vivere e accoglienza.

La sua personalità, particolare e magnetica, si evince fin dal cancello di ingresso: un meraviglioso cancello in ferro battuto incastonato in un ingresso bianco, con sulla destra una mattonella rossa laccata con la scritta “Colucci” e delle stelle bianche. Vi è arte in ogni centimetro, in ogni passo che si compie attraversando il cancello e salendo su attraverso due rampe di scale circondate da bellissime e curatissime piante da terrazzo.

Ad accompagnarci in questa emozionante visita vi erano Luca Mazzella, figlio del Maestro Mario Mazzella, e e Elena Mazzella, ex alunna della prof.ssa Colucci (e di cui leggerete di qui a breve una sentita dedica); una visita un po’ inaspettata che ha trasformato il tutto in un viaggio nei ricordi e nella riscoperta dei tesori artistici della famiglia Colucci.

Arte, dicevamo, e non solo. Arte e ricordi, vita vissuta e sogni realizzati. Anna Colucci, 100 anni tutti da raccontare, ci ha accolti nella sua casa in cui, ad attirare la nostra attenzione, sono stati i tantissimi quadri, le foto e le onorificenze presenti. Senza parlare delle sculture, dei libri e del pianoforte.

“Questo pianoforte costava 4 lire – ci racconta – dovremmo avere ancora la ricevuta qui, in uno dei libri di musica.”

Sorridente e felice per la visita, ci ha mostrato ogni stanza della sua incantevole casa.

“Sono tantissimi i quadri che abbiamo qui esposti, paesaggi italiani, ritratti ed autoritratti, e ancora opere di cui vado molto orgogliosa, realizzate da Vincenzo ed Edoardo Colucci, come anche una scultura che ritrae il volto di mia madre, terminata ma non “cotta”.”

Ogni stanza della preziosa casa della prof. ssa Colucci è uno scrigno di ricordi e di elementi la cui storia è densa ed interessante.

Di fianco al pianoforte, ad esempio, vi sono quattro quadri che la ritraggono da bambina mentre studia la sua amata musica e siede proprio a quel pianoforte. Quattro momenti di vita resi immortali dall’arte dei Colucci e che evidenziano la sensibilità del tratto.

Da una stanza all’altra vi sono quadri ad olio con paesaggi bellissimi di Roma e Venezia, oltre che una incantevole processione di San Giovan Giuseppe della Croce realizzata quasi a presa diretta.

“Mio padre si sistemava sul balcone di casa in via Luigi Mazzella e dipingeva – ricorda – spesso le persone che passavano erano più interessate a lui che alla processione in sé (sorride, ndr). Ischia Ponte è bellissima ed incantevole, abitavamo nel cuore del borgo, a poca distanza da Mario Mazzella e Vincenzo Funiciello, ma poi abbiamo deciso di spostarci, le rampe di scale erano diventate troppo stancanti.”

Molto contenta della nostra visita, la prof. ci ha mostrato anche la sua particolarissima e dettagliata camera da letto.

“Questa è la mia stanza – ci ha detto aprendo una bianca porta e svelandoci un ambiente meraviglioso – in cui mi piace trascorrere la giornata. Vi sono fotografie cui sono molto legata, ritratti della mia famiglia e un quadro che mi piace più di ogni altro al mondo.” Nemmeno il tempo di terminare la frase e, con un tocco, ha sollevato una zanzariera e aperto una persiana svelandoci una sorpresa che ci ha lasciati senza fiato.

“E’ lui il quadro che amo osservare di giorno e di notte, sempre” Al di là della persiana, perfettamente incastonato tra quadri e due particolari scrittoi ricolmi di foto e libri storici, si è mostrato in tutta la sua fierezza il Castello Aragonese.

“Ecco, per questo amo trascorrere il mio tempo in questa stanza – ci confida – da questa finestra posso ammirare il Castello Aragonese di giorno, illuminato dal sole e di notte, con la luna a renderlo ancora più bello.”

Dalle parole della prof.ssa Colucci traspare tutto l’amore per la nostra isola, scelta come luogo in cui vivere dalla sua famiglia ormai tantissimi anni fa, e tutto l’amore che ha ricevuto dall’isola, dai suoi alunni e dai tantissimi amici che non la lasciano mai sola.

Sono tantissime, infatti, le visite di cortesia e di auguri che la nostra amica sta ricevendo in questi giorni, non solo da persone isolane, ma anche da amici lontani, conosciuti nella sua lunga e interessante vita, una vita che potrebbe, a pieno titolo, essere da base per un romanzo da leggere tutto di un fiato.

La storia della famiglia Colucci, infatti, si intreccia a pieno titolo con quella isolana e quella italiana. Nota, infatti, la profonda amicizia dei fratelli Colucci con Gabriele D’Annunzio, amicizia che, in alcuni suoi forti tratti, è stata anche molto importante per la nostra isola.

Amante dei viaggi e della scoperta, la prof.ssa Colucci ci ha mostrato anche una bellissima foto di San Giovanni Paolo II, il Papa che ha avuto la fortuna di incontrare durante un viaggio a Roma in Vaticano, e una onorificenza del Vaticano stesso. E ci ha raccontato di un viaggio, negli anni ’70, in Giappone, e di uno al Polo Nord, dove vi era il sole di mezzanotte. Ricordi bellissimi, condivisi con noi e con la nipote che le è sempre molto vicina.

Una bella persona, solare e gentile, una nobildonna d’altri tempi, che ha attraversato, con grazie e piglio deciso, un intero secolo, 100 anni in cui il mondo è cambiato e non poco, in cui correnti e idee si sono susseguite e modificate, per poi fondersi assieme. Ma lei ha scelto Ischia, il suo cuore è qui e non la lascerebbe per nulla al mondo; ha scelto Ischia e gli ischitani. Con entusiasmo, infatti, ricorda i suoi alunni, che non ha perso mai di vista e gli amici di sempre.

Ascolare i suoi ricordi, rispondere alle sue domande puntuali e minuziose, è una esperienza che riempie i cuore e l’anima. La prof.ssa Colucci è, davvero, una delle figure più belle, fresche e sincere, della nostra società.

Auguri Anna Colucci, auguri per i tuoi “primi” 100 anni.

LA DEDICA

Luca Mazzella: “La professoressa Anna Colucci era molto amica dei miei genitori, Mario e Maria. Ricordo con piacere le visite a casa Colucci in cui la professoressa era sempre orgogliosa di mostrarci le opere d’arte dei fratelli EduardoMaria e Vincenzo, i due artisti colleghi di mio padre. Sempre molto amata e benvoluta da tutti per il suo carattere gioviale, con la particolarità di essere schietta e sincera. Dopo la dipartita di mia mamma, mi è stata sempre molto vicina, con affetto ed estrema dolcezza dimostrata ampiamente con energici abbracci e pacche sulle spalle, proprio come ha fatto l’altra mattina quando ho avuto il piacere di incontrarla e amabilmente ho partecipato a quell’antico rituale che consiste nel visitare a braccetto la sua casa museo in cui custodisce come in uno scrigno tutte le opere e ricordi di famiglia. Vederla accarezzare con lo sguardo le opere dei fratelli che la ritraggono bambina mi commuove e lei, sempre col sorriso, asserisce che i suoi amati fratelli la vedevano sempre come una bambina.”

Elena Mazzella: “Che gioia poter rivedere ed abbracciare la mia dolce professoressa di musica, Anna Colucci, delle scuole medie. Mi ha subito preso a braccetto, guidandomi nella sua casa le cui mura raccontano la storia della sua vita attraverso le opere d’arte esposte. Con orgoglio mi porta nella sua camera da letto, mi dice “il quadro più bello ce l’ho qua” spalancando la piccola finestra ad arco che come un quadro incornicia la sagoma del Castello Aragonese. Il mio triennio alla Scotti coincide con i suoi ultimi anni di insegnamento. Quando entrava in aula dopo le rigide lezioni con i suoi colleghi della sezione A, era come una ventata di gioia ed allegria. Sempre solare, accomodante, affettuosa, ci faceva entrare nella dolce melodia scandita dai tempi del solfeggio in maniera del tutto naturale. Non so se è un caso, ma in seguito ho intrapreso gli studi di pianoforte fino al quinto anno e spesso, nello studiare il solfeggio, mi saltava alla mente la sua voce squillante dai modi gentili ed affettuosi.

Classe ed eleganza erano il suo motto, noi ragazze in erba eravamo sempre molto affascinate dal suo modo estroso ma mai eccessivo di vestirsi e prepararsi, sempre attenta ai dettagli: collane, anelli e cappelli sempre all’ultima moda. Tantissimi auguri, dolce professoressa.”

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