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venerdì, Aprile 26, 2024

A.A.A. coerenza cercasi (ad Ischia)

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Un altro articolo di vacuità. Un altro articolo di politica ischitana. Mi sono chiesto se fosse necessario scriverlo e se, in una fase morte del pre campagna elettorale valesse la pena chiedere a tutti i protagonisti dell’agone politico un po’ di coerenza. Non tanto per il passato di ognuno e per il percorso dei singoli, ma soprattutto per il futuro che vorrebbero dare al nostro comune.

Una richiesta di serietà e di chiarezza che potrebbe portare il comune di Ischia fuori dal guado. Oggi tutti possono andare con tutti. Non c’è più storia personale che tenga. Non c’è passato che valga la pena di ricordare, non c’è dichiarazione o atto che possa impedire nessun tipo di unione. Tutti possono andare con tutti.

In questo periodo, mentre Giovanni Sorrentino sbandiera assegni non onorati da improbabili alleati e Luca Spignese fa ordine in famiglia millantando di dover raggiungere quota 450 voti per essere designato vicesindaco di non si sa quale sindaco, in via Michele Mazzella, nel quartier generale degli Sciaparra si creano nuove strategie.

Una di queste è quella di svincolarsi dal nikname troppo legato alla nonna di Antonio e di passare ad un più serio “Cernenko’s Band”. Abramo De Siano, infatti, preferisce che le sue trattative venissero identificate con il nome del famoso ex Segretario generale del PCUS. Per altri, invece, gli sciarappa sono diventati «’E Nzvat”. Non si comprende bene il motivo, ma nell’indecisione, noi continuiamo con più solido e di dispari memoria, Sciarappa’s Band.

Prima di fare il riassunto delle puntate precedenti, sarebbe auspicabile che i tavoli (non solo di cene e cenette) si parlasse di compatibilità amministrativa. Sarebbe bene per Ischia che la storia dei voti a “chiacchiere” terminasse. In alcuni momenti sembra di assistere all’estrazione del lotto. Io tengo 2000 voti, tu 500, quello 1200, quell’altro 1600, a 6500 si vince, a 5300 si va a ballottaggio.  Ma con quali candidati? Ah, nessuno lo sa. Non si conoscono ne i candidati a sindaci ne i candidati a consiglieri.

Oggi sono tutti compatibili con tutti e, se come popolo non iniziamo a far sentire il disagio davanti a certi scenari politici diventiamo complici di chi ci sta proponendo soluzioni che non garantiranno nessuna governabilità.

Chiedere coerenza nelle alleanze, rispetto per gli elettori, logica nella proposta politica e serietà nella candidatura crediamo siano i valori minimi da rispettare. Putroppo, però, assistiamo a scene da vero e proprio mercato dove emerge la necessità di dover vincere a tutti i costi anche con la consapevolezza di non poter andare avanti domani.

Una stupida corsa alla vittoria che, speriamo, non venga percorsa da nessuno. Nell’interesse di Ischia.

Ma dove siamo arrivati? Da nessuna parte. Tutto quello detto e fatto è stato azzerato per volontà di Giosi e Domenico. Tutti gli altri, che vivono un evidente complesso di inferiorità nei confronti dei due, sono fermi sulla riva del fiume aspettando di saltare sul vapore del vincitore pronti a vendersi al miglior offerente. Lo so, ho scritto un’ovvietà, ma non riesco ad arrendermi e continuerò a denunciarlo.

Questa classe politica, decaduta e priva di ogni buon senso, andrebbe bocciata nelle urne, ma come al solito sceglieremo il meno peggio. O come la storia insegna, sceglieremo (così fa la folla) “Barabba”.

Alle scorse elezioni scese in campo un piccolo esercito di oltre 170 candidati. Un’ampia porzione della nostra popolazione che questa volta segue due teste. Anzi una, quella di Giosi Ferrandino.

Con Domenico De Siano ancora fuori dai radar dopo l’ultimo gruppo di Via Iasolino, è tutto fermo. Un altro momento di pausa che è utile solo a chi comanda. Un modo per far scorrere il calendario così da avvicinarsi alle date che contano e portare tutti nelle strettoie cosi da potersi muovere come meglio si crede.

Si sente parlare di due liste da una parte, tre da un’altra, una e mezza da un’altra o mezza dall’altra ma sempre senza nomi. “Sparamenti” di posa in ogni raggruppamento e tutti convinti di aver in lista quello o quell’altro. Ah, è inutile sottolinearlo, se parli con uno, l’altro ha problemi a fare la lista, se parli con un altro è il contrario. E’ vero, questo è il gioco delle parti, eppure ci chiediamo ma tutta questa gente pronta a candidarsi, per la metà donne, dove stanno? Che dicono? Che parte fanno nella scelta del loro sindaco? Va bene tutto anche a loro? Siamo un paese storto per davvero!

Ma Ischia ha ancora una speranza: la frammentazione. Si, Ischia deve sperare che non si creino, nuovamente, solo due grandi gruppi, ma che la proposta politica resti molto spacchettata. Una scelta necessaria per evitare la vittoria al primo turno del gruppo di turno. Una necessità che speriamo possano far propria i vari in campo. Immagino una campagna elettorale con la presenza di più schieramenti. Gianluca Trani con Bernardo e Telese; Enzo Ferrandino e parte della maggioranza, il candidato di Giosi, Domenico e della Sciarappa e Giuseppe Di Meglio con Boccanfuso e Isidoro.

Uno scenario frastagliato dove oltre a neutralizzare il poter di acquisto di De Siano e la clientela spicciola e spinta della Sciarappa (per citare i due che più spingono per l’ammucchiata e il gruppone e che hanno fatto capriole e giravolte) non regalerebbe a nessuno il vantaggio che offre la percezione della vittoria. E’ sempre difficile dire no quando si prospetta la possibilità di “vincere facile” ma in tutti i ragionamenti che stiamo facendo, spero che a nessuno sfugga il più importante: siamo sicuri che Ischia non si svegli dal sonno e dica il suo, sonoro, no? Ce lo diranno le urne!

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