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venerdì, Aprile 26, 2024

Un pranzo speciale, tanti amici, i ricordi e qualche aneddoto

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“Ci incontravamo, con quale amico tipo Carmine Tascone, sempre ai funerali di qualcuno. Non poteva andare sempre così. Quindi 3 anni fa pensammo di riproporre questi incontri in un’altra sede e, soprattutto, vicino ad una tavola. E’ così che è nata questa bellissima iniziativa ed è così che siamo arrivati, io e questo stupendo gruppone di amici, ad Ischia”. A parlare è Carmine Testa, Direttore de “Il Corriere del Pallone”, che insieme al professor Ernesto Milano ed alla collaborazione dell’ex dirigente dell’Ischia Isolaverde, Enrico Scotti, ha promosso l’iniziativa che mercoledì scorso ha visto gli stessi – ed una nutritissima schiera di vecchie glorie del calcio campano – pranzare al “Calise”.
Special guest del convivio, Gianni Di Marzio, ex calciatore dell’Ischia Isolaverde, nonché ex allenatore del Napoli e scopritore di Diego Armando Maradona. Fra i partecipanti, anche Luigi Mennella, Giuseppe “Billone” Monti, Franco “Taratà” Impagliazzo, Franco Del Prete, Vincenzo “Rispolone” Rispoli, Enzo Patalano, Giuliano Spignese, Guglielmo Buonocore, Tommaso Angrisani, Salvatore Di Meglio, oltre che l’ex allenatore gialloblu Franco Villa e gli ex calciatori Porzia, Cosimi e Luzi.

E proprio Di Marzio pareva muoversi fra i tavoli dell’incontro come una sposa nel giorno delle sue nozze. Intercettare qualche sua parola è stato davvero difficile, ma ci siamo riusciti. “Questo che vede non è un divertimento – esordisce un euforico Di Marzio – questo è un qualcosa di sociale, affettivo, con dei valori che oggi non esistono più. Questa è una rimpatriata impagabile, per ricordarci le cose belle della nostra vita passata, presente e speriamo anche futura. L’ex calciatore dell’Ischia Isolaverde prosegue: “Di quell’epoca mi manca Napoli ed i miei ex giocatori. Oggi sono qui con tantissimi di loro. Io ho iniziato giovanissimo a fare l’allenatore e mi manca di riuscire ad esternare il sangue partenopeo che ho addosso perché sono lontano. Tornare ad Ischia è una cosa bellissima. Ho ricordi bellissimi del mio periodo da calciatore gialloblu. Ricordo i fratelli Abbandonato, Salvatore Di Meglio che era un attaccante fortissimo, altro che Savoldi. Faceva gol da tutte le parti Salvatore, che aveva intuito anche nella vita privata, visto che oggi è anche un grande imprenditore. Quindi la gente napoletana, campana, ischitana, ha due teste, che purtroppo non hanno gli altri e noi dobbiamo sfruttare questa cosa. Oggi le cose sono diverse perché è cambiato il mondo e sono cambiate le generazioni”.
Chissà cosa sta facendo oggi Di Marzio…”Io seguo tutto il calcio, anche quello minore campano. Non posso seguire solo le mie squadre, QPR e Tromsoe, ma devo controllare il mercato internazionale. Sono appena tornato dall’Ecuador dove ho visto le eliminatorie sudamericane Under 20 ed adesso vado in Corea a vedere il Mondiale Under 20. Sono sempre in giro, ho aiutato Zamaprini a Palermo. Insomma faccio calcio. Io ho scoperto grandissimi talenti, come Maradona, Cristiano, Ronaldo, Aguero, Messi, Pato. Li ho scoperti in tempi non sospetti…”. Vicino all’entusiasta ex calciatore c’è Enrico Scotti, indimenticato ed indimenticabile dirigente dell’Ischia. Si abbracciano e Di Marzio ruba ancora la scena: “Enrico è il numero 1 in assoluto. E’ un signore ed un competente di calcio. Una grandissima persona, un aristocratico”.

“E’ una rimpatriata vera questa”, si inserisce Scotti, dando a Di Marzio la possibilità di filarsela fra i tavoli. L’ex direttore sportivo gialloblu, prosegue: “La prima di queste manifestazioni si fece a Caserta, mentre la seconda a Bacoli. L’anno scorso, appena prima della manifestazione “Gli anni della storia” che io organizzai ad Ischia, fu fatto questo incontro a cui io partecipai. Rimasi particolarmente colpito. Noi ad Ischia siamo capaci di dividerci, anche facendo calcio, mentre io ritengo che il calcio debba essere un momento di incontro, confronto e scontro, ma che comunque debba rimanere un humus che deve coltivare amicizia e lealtà. Noi ad Ischia spesso usciamo fuori dal seminato. L’anno scorso ho constatato gli occhi lucidi di molte persone che si rincontravano dopo decenni e mi resi conto che, comunque, c’erano dei valori che andavano ulteriormente coltivati. Quindi, quando Ernesto Milano mi disse di voler portare ad Ischia questa manifestazione, aderii con entusiasmo. Sapevo che appena avremmo nominato Ischia le persone si sarebbero catapultate qui, benché tutti gli intervenuti abbiano pagato di tasca loro la presenza. Quindi si è tutti qui per puro piacere. Lo stesso Gianni Di Marzio mi ha confessato di aver provato una emozione che non si aspettavo di provare. Io oggi ho trovato amici che non vedevo da 30 anni. Poi è tutto molto agile, perché fra sportivi deve essere così”.

Passiamo fra i tavoli e, fra una portata e l’altra, incontriamo Claudio Cosimi, calciatore dell’Ischia dal 1969 al 1971/72. Il classe 1945 nasce come rifinitore ed ha giocato anche in Serie B con la Reggina, oltre che in Serie C. “Che ricordi ho di quelle 3 stagioni? Sicuramente splendidi. – afferma Cosimi – Eravamo una squadra non particolarmente competitiva in uno di quegli anni arrivammo secondi dietro la Turris che vinse il campionato di Serie D (con 50 punti contro i 44 dei gialloblu, ndr) e quindi siamo riusciti a fare qualcosa di particolare che sull’isola ancora ricordano. Un aneddoto che mi riporta indietro a quegli anni che posso svelare? Oggi, a distanza di tanti anni, alcuni credono che io all’epoca sia stato il promotore di uno sciopero. Siccome ero sempre in prima linea tutti pensarono che a proporre quello sciopero fossi stato io. Io fui svegliato dalla mattina alle 9 da un paio di ischitani, miei compagni di squadra, i quali avevano preso questa decisione. Io non feci altro che accettare. Ci fu uno sciopero perchè qualcosa non andava, quindi cercammo di sensibilizzare l’opinione pubblica. Alla partita andò la seconda squadra con soli 2-3 titolari che rinunciarono alla protesta”.
Ma Ischia gli è rimasta comunque nel cuore…”Però, mi gratifica tornare qui ad Ischia perché qualcosa ho dato, visto che dopo 45 anni, mi fermano persone che si ricordano di me. Mi sono mosso da Roma apposta per incontrarle. All’epoca avevamo tanti valori e credo che oggi si stiano perdendo”. L’ex calciatore chiosa: “Io ho girato tanto, ma l’affetto e la cordialità che ho trovato ad Ischia non l’ho trovato in nessuno altro posto. All’epoca c’erano dirigenti veri, che mettevano passione e non pensavano al lucro. Gente di altri tempi. All’epoca abbiamo trovato una seconda famiglia nei dirigenti che c’erano in società. Ricordo tutti con affetto e simpatia”.

Ci spostiamo, con una mano di Enrico Scotti sulla spalla, e incontriamo Giampiero Porzia, altro interprete – era un attaccante – di quell’Ischia seconda solo alla Turris: “Io sento sempre la nostalgia di Ischia. Ogni volta che c’è qualche ricorrenza torno volentieri. Mi sento un isolano, conosco tutti e ci torno sempre con piacere. Sono stato il centravanti dell’Ischia dal 1969 a 1971 ed ho ricordi bellissimi di quelle stagioni. Arrivai insieme a Cosimi e riuscimmo a riportare l’Ischia dagli ultimi posti alle vette del campionato. L’anno dopo riuscimmo addirittura ad essere in corsa fino all’ultima giornata con la Turris, che ci superò sul fino di lana”. All’epoca il calcio nelle categorie dilettantistiche era molto più duro rispetto a quello che è oggi… “Si era molto più duro e c’era più soddisfazione a giocare. Oggi vanno in campo dei ragazzi che all’epoca non avrebbero portato nemmeno le borse. Giravano anche meno soldi e quindi si era davvero spinti solo dalla passione. Vivevamo lontani da casa ma lo facevamo con piacere. Come con piacere sono tornato ad Ischia per salutare tutti gli amici”.

Ecco anche Remo Luzi, un bambino, coi suoi 61 anni, rispetto a tanti intervenuti. Ex calciatore dell’Ischia dal 1980 all’82, è stato anche Responsabile del Settore Giovanile gialloblu qualche anno fa: “Sono al tavolo con tanti amici un po’ più grandi di me. Ricordo che quando a 15 anni cominciai a giocare in Eccellenza mi hanno un po’ svezzato. Grazie a loro sono cresciuto e poi sono diventato Responsabile del Calcio Napoli, sono stato con la Lazio, il Brescia, il Novara ed il Padova. Comunque, anche se c’è un po’ di malinconia in certi abbracci che ci siamo scambiati oggi, la cosa più bella è stato ritrovarsi e stare insieme per il piacere di stare insieme in amicizia. Qui ci sono difensori che mi hanno martellato all’epoca ma con cui oggi ci sono sincere strette di mano. Un ricordo? Io di Ischia amo ricordare il divertimento del pubblico ed il piacere di scambiare delle parole con i tifosi dopo le partite, con tanti oggi ho una sincera amicizia”.

Il giro fra i tantissimi tavoli si chiude con l’ennesimo (e ultimo) gradito incontro. C’è anche Franco Villa, ex allenatore dell’Ischia Isolaverde cocciutamente esonerato – nonostante gli ottimi risultati – dal compianto presidente Roberto Fiore dopo una sconfitta contro la Salernitata. Questo ce lo ha svelato Enrico Scotti, che sicuramente vorrà tirarci le orecchie. “Quello che resta nel calcio sono gli affetti. E dalla nostra generazione c’è sempre testimonianza di questi affetti. E’ stato veramente un piacere ritrovare dopo tanti anni tanti vecchi amici, avversari e compagni di squadra. E’ una cosa estremamente positiva. Villa fu allenatore gialloblu per poco più di metà della stagione 1988/89, la seconda della squadra in C1: “Facemmo una serie di risultati importanti – afferma Villa – che ci portarono a centro classifica, dove era quando io fui esonerato. Ho bellissimi ricordi di quella squadra, di cui facevano parte Impagliazzo, Monti, Del Prete, e tanti calciatori importanti come Buoncammino, Tappi, Gilardi. Tutti, oltre ad essere calciatori, erano uomini e mi diedero tante soddisfazioni”. L’amore per l’Ischia era tanto anche prima di arrivarci…”Io ho ammirato tanto l’Ischia prima di arrivarci. Il mio sogno era allenarla e si avverò nel 1988. Anche col pubblico mi sono trovato bene, non ricordo di essere stato contestato. E questo sentimento profondo è rimasto anche oggi che la squadra è più in basso. Ora è il momento che ad Ischia venga creata una squadra che sia all’altezza della fama calcistica dell’isola, che ha militato nei professionisti”.
Ci interrompe Enrico Scotti, che chiude con un particolare: “Dopo il primo anno in C1, si era capito che non si poteva proseguire con Rivellino, quindi proposi Franco Villa, che all’inizio non era voluto. Il suo soprannome era Kaiser e con il presidente Fiore non andava tanto d’accordo. Villa aveva il suo modus operandi, molto preciso e ligio, mentre Fiore era il classico presidente che prima della gara voleva sapere la formazione e voleva parlare alla squadra. Però, intanto col gioco di Villa ci eravamo messi tranquilli, poi successe quello che è successo…”.

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