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lunedì, Aprile 29, 2024

‘U puorco campa n’anno. Ma anche meno |#4WD

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Un anno, non di più. Era questo il tempo che avevo pronosticato per la bestia e la sua (ma non solo) bella, al timone di una delle più iconiche aziende di tutta l’isola d’Ischia. E così è stato!
L’ego smisurato, lo stesso che nel 2018 lo aveva ispirato riscuotendo una miriade di fischi e pernacchi dopo un progetto di “rilancio in quattro punti” mai considerato neppure per un secondo dall’opinione pubblica e men che meno dai diretti interessati, ancora una volta ha preso il sopravvento. E sebbene sia indiscutibile che navigare nei mari perigliosi di una gestione da mesi sotto la lente d’ingrandimento della magistratura non costituisca terreno fertile per un lavoro tranquillo, tutto lascia pensare che dietro la sbandierata mancata condivisione di una più recente politica aziendale imposta dalla proprietà vi sia stato, come sempre accaduto nella storia di questo personaggio in costante ricerca d’autore e di chi ancora lo circonda, un semplice freno inibitorio ai suoi deliri d’onniscienza, di insubordinazione e di azioni ad excludendum della dignità, della professionalità e della pazienza altrui. E, se vogliamo, all’ennesimo probabile fallimento della sua brillante carriera on the road tra Ischia e Napoli.

Da quanto è dato sapere, non c’è stato alcun fiume di lacrime dalle parti di Piazza degli Eroi e dintorni e neppure in quelle di Via Iasolino o alla Marina, a Casamicciola: un segno tangibile, questo, che ancora una volta la mal sopportazione ha lasciato il posto ad una soluzione di continuità in quella dicotomia naturale tra realtà e sogno che da sempre ammanta le iniziative di questa gente fuori dal mondo, convinta che quest’ultimo graviti intorno a loro e che, in qualsiasi momento, possa essere riportato alla luce dalla loro mano salvifica in qualsiasi contesto ne abbia bisogno. E a parte chi ben conosce i soggetti in questione, quando mai ce lo si aspetta, eccoli autoescludersi con la stessa prosopopea che li ha visti protagonisti all’inizio della loro esperienza, ma probabilmente con il venir meno delle “motivazioni” che ne avevano reso possibile l’inizio. Che non sono certo meriti documentati sul campo.

Si torna alle marchette da cibo? Alle testate che appaiono e scompaiono secondo gli eventi di turno? Ai redditizi incarichi regionali con i soldi dell’emergenza Covid? Tempo c’è. Ma per ora, il “granone” è finito ancora una volta. 

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