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venerdì, Maggio 3, 2024

Sconto dell’1%: in 15 anni pagheremo 9 milioni di Euro di luce. Il “regalo” di Enzo al consorzio Research

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Gaetano Di Meglio | 1% Questo è il risparmio che avremo dalla gestione della pubblica illuminazione nel comune di Ischia. La triste storia del regalone che il comune di Ischia ha fatto al costituendo R.T.I. con RESEARCH Consorzio Stabile Scarl (mandataria capogruppo) con sede in Napoli e rappresentato dall’arch. Dario Bifulco, e la T.E.C.S. s.r.l. (in qualità di mandante) con sede in Napoli rappresentato dal Sig. Angelo Maione.

Come ricorderanno i lettori, era il mese di aprile quando vi raccontammo che il comune di Ischia aveva avviato il progetto “Gestione integrata, progettazione e realizzazione interventi di riqualificazione energetica, adeguamento e messa in sicurezza rete di illuminazione pubblica del Comune di Ischia”. La solita formula pomposa per giustificare il ricorso a una formula che in passato anche in altri comuni ha causato più dolori che gioie. E con un promotore che in precedenti esperienze non ha dato prova di affidabilità, ma che può esercitare il diritto di prelazione.

Oggetto dell’appalto, oggi affidato, era dunque la progettazione ed esecuzione dei lavori, con un investimento previsto di ben 2.752.978 euro.

Una volta “regalata” la rete della pubblica illuminazione, l’Amministrazione comunale dovrà pagare un canone annuo per la illuminazione pubblica gestita dal privato. Canone che moltiplicato per quindici anni ammonta a 7.650.000 euro Iva esclusa. Ma è l’importo del canone annuo, ovvero 510.000 euro, quello a base di gara. E su questo i concorrenti dovranno presentare le offerte al ribasso. Con quali esiti, è già facile immaginarlo, visto che un passaggio del bando specifica a chiare lettere: «Ove all’esito della presente procedura di gara vengano presentate offerte valutate economicamente più vantaggiose rispetto a quella del promotore, quest’ultimo, entro 15 giorni dalla comunicazione circa l’esito di gara, potrà esercitare la prelazione…».

Una formula prevista dal codice degli appalti e che ha dispiegato i suoi effetti a danno delle casse comunali. La formula dell’appalto che ha scelto il comune di Ischia è una di quelle che andrebbe cancellata dal nostro ordinamento o, almeno, andrebbe limitata a certi ambiti.

Per dirla in breve, il progetto promosso dal Comune era “bloccato” alla proposta del proponente. Gli altri partecipanti, anche se avessero proposto un’offerta migliore avrebbero dovuto comunque fare i conti con il promotore perché, “entro 15 giorni dalla comunicazione circa l’esito di gara, potrà esercitare la prelazione…”

E l’illuminazione del comune di Ischia è diventata una faccenda one to one.

Quante aziende hanno partecipato al bando? Una. Il promotore. Che risparmio avremo? L’1%.

Abbiamo fatto tutto questo per non risparmiare l’1% del consumo energetico. Per i prossimi 15 anni! Avete capito la fregatura?
Prima di leggere gli atti, proveremo a fare una versione for dummies di questa manovra.

In genere la pubblica amministrazione, ma anche in questo caso, bandisce un avviso pubblico per avere un servizio al minor costo considerato un capitolato d’appalto che definisce il servizio stesso. In genere, più aziende leggono l’avviso pubblico e fanno la loro offerta rispetto al servizio richiesto.

Qualcuno è al rialzo, qualche altra al ribasso. In questo caso l’avviso sarebbe stato affidato seguendo il “criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo”.
Se avessero partecipato più ditte, senza diritti di prelazioni e libere di poter sfidarsi su chi era più bravo, forse, avremmo avuto un vantaggio.

Ma non è il caso di Ischia. La regola dell’appalto preconfezionato è più forte di tutto.
Il verbale del 12 settembre 2019, firmato dal RUP, propone di aggiudicare la gara in oggetto alla RTI – Research Consorzio Stabile – TE.C.S. SRL, che ha offerto un ribasso economico pari all’1% (uno percento), una percentuale di ribasso sul tempo previsto per l’espletamento delle fasi progettuali pari al 50% e una percentuale di ribasso sul tempo previsto per l’espletamento dei lavori pari al 24,66%”.
Cosa significa tutto questo? Che per i prossimi 15 anni, grazie al ribasso economico pari all’1% (uno percento) pagheremo un canone annuale pari ad € 504.900,00, oltre IVA al 22% pari ad € 111.078,00, per complessivi € 615.978,00: totale complessivo, iva inclusa, di 9.239.670,00 euro.

La cosa triste è che con un accordo di palazzo, altrimenti non si spiega il perché il comune abbia scelto questa formula così vigliacca, si è condannato il comune a pagare un canone fisso per 15 anni senza pensare ad un possibile risparmio, anche progressivo. La gara parla chiaro, il ribasso economico che abbiamo ottenuto è pari all’1%. Gli altri due valori fanno ridere. Il primo è sulla fase progettuale che la RTI, sapendo di vincere l’appalto grazie alla formula scelta dall’ente di Via Iasolino, ha già realizzato. Il secondo, quello relativo al “tempo previsto per l’espletamento dei lavori” è un ribasso del tutto opinabile.
Leggiamo di risparmi, di mercato libero della fornitura elettrica, di modelli innovativi per l’illuminazione e il comune di Ischia, invece, si blocca ad un canone annuo fisso per spendere, nei prossimi 15 anni, oltre 9 milioni di euro.

Ma la tecnologia, tra 15 anni, non sarà migliore di quella di oggi? Ma i sistemi per l’illuminazione pubblica, in 15 anni non cambieranno e diventeranno più economici? E per i prossimi 15 anni noi dobbiamo pagare sempre lo stesso?
Nel 2016, quando prese vita questo progetto, l’indirizzo da perseguire era quello di “dare indirizzo al responsabile del Servizio 6 di predisporre gli elaborati e provvedimenti amministrativi opportuni ed idonei per la gestione del servizio di manutenzione della pubblica illuminazione il cui affidamento è in scadenza. Di privilegiare formule idonee anche mediante strumenti di partenariato pubblico privato quale il project financing per incentivare soluzioni di efficientamento energetico, ammodernamento ed ottimizzazione dell’efficienza ed efficacia dell’apparato, risparmio economico, anche, ove possibile, riguarda la stessa fornitura energetica e la struttura degli impianti degli immobili comunali”.

E cosa hanno fatto al comune di Ischia? Hanno fatto in modo che uno solo partecipasse, che uno solo descrivesse la progettazione e scegliesse quale strada seguire e uno solo fosse messo in condizione di vincere l’appalto.
Un boccone da quasi 10 milioni di euro che avrebbe fatto gola a tutti.
Resta, però, la scelta vigliacca di non pensare al massimo risparmio che avrebbero potuto avere le casse comunali. Verseremo sui conti del Research Consorzio Stabile e della TE.C.S. SRL gli stessi danari per 15 anni. Grazie allo risparmio dell’1%. Si, avete letto bene, l’1%.

1 COMMENT

  1. Qualcuno può aiutarmi a fare un sondaggio per capire quanti siano gli ILLUMINATI imprenditori ischitani che abbiano stipulato contratti per la fornitura di energia elettrica della durata di 15 anni?
    Ma certamente ora saranno in molti a voler imitare la lungimirante intuizione imprenditoriale dei nostri ILLUMINATI amministratori!
    E se non ci credete siete iuventini!

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