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venerdì, Maggio 3, 2024

Pino Taglialatela: «L’Ischia attende notizie certe»

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Chi si aspettava una risposta del tipo “Tutto OK, ripartiamo subito dopo la scadenza del DPCM”, sarà rimasto deluso.

Il consiglio direttivo della Lega Nazionale Dilettanti, lo abbiamo scritto fino alla noia, doveva dare il suo parere circa la possibilità di far riprendere l’attività regionale, circoscritta al campionato di Eccellenza perché è chiaro che, con la situazione attuale, sarebbe già tanto.

Ebbene, questo parere è stato “favorevole” ma, affinché si ritorni in campo, bisognerà seguire una trafila che ruberà del tempo e che inizia senza che ci sia un governo. Non si conosce il nome dell’interlocutore che dovrà dialogare con la FIGC, la quale resta in attesa di sapere se i contributi tra ristori e spese per i tamponi, promessi al presidente federale Gravina, saranno elargiti o meno. Chi segue le vicende del calcio anche a livello di “palazzo” e dunque non soltanto di “campo”, non si sarà meravigliato di un passaggio-chiave della nota che il direttivo LND ha emesso al termine della riunione di venerdì sera. Alla Federazione sono state chieste tre cose: 1) un protocollo sanitario ad hoc; 2) un contributo straordinario per «garantire l’effettuazione dei tamponi e delle sanificazioni»; 3) una deroga relativa al format dei campionati, in questo caso dell’Eccellenza, che è di competenza del Consiglio federale. Per chi è abituato a fare “copia e incolla” dei comunicati, senza commenti e/o approfondimenti (non importa se per scelta, per convenienza, per negligenza), nulla di strano. Anzi. Se invece a quella nota (che contiene anche l’aberrazione, già trattata ieri su queste colonne, secondo cui le società che non intendono ripartire, possono restarsene a casa, conservando la categoria) vogliamo dare una diversa “lettura”, lo scenario cambia. Il rieletto presidente della LND, Cosimo Sibilia, ha gettato nell’altra parte del campo un pallone incandescente quanto avvelenato. L’altra parte del “terreno” è la Federazione presieduta da Gabriele Gravina. I due big del calcio italiano si sfideranno il 22 febbraio per la poltrona principale della FIGC. Gravina è il gran favorito, ma a Sibilia non manca l’esperienza e la scaltrezza per accorciare le distanze. Se mancheranno i fondi per ristori e tamponi, se il consiglio federale non dovesse dare l’OK per un cambiamento del format in corso d’opera (non è previsto, ma tant’è…), alla fine la Lega Dilettanti potrà sempre dire di averci provato e che è stata la Federazione a fallire gli obiettivi. Come se stessimo parlando di due entità distinte e separate… Addirittura passerebbe in secondo piano l’eventuale approvazione da parte del CONI della richiesta di ritenere il campionato di Eccellenza (al pari della C/1 di calcio a 5 e della C Femminile) di interesse nazionale per il rapporto assai stretto con la D tra promozioni e retrocessioni. Considerato quanto accaduto negli ultimi tre-quattro giorni, è lecito chiedersi quanto abbia dato fastidio l’attivismo di Gravina prima presso Spadafora e poi presso chi ha voce in capitolo nel Comitato Tecnico Scientifico. Il calcio italiano si è ridotto a questo. A schieramenti che somigliano tanto a quelli in voga in politica.

QUI FONDOBOSSO – Dunque le “linee guida” sono certe, si conosce la road map, ma non si legge da nessuna parte che le società di Eccellenza potrebbero riprendere ad allenarsi in gruppo, svolgendo le cosiddette partitelle, dal 15 febbraio. Una data indicativa che dirigenti e collaboratori dei vari comitati regionali stanno diffondendo verbalmente ai portavoce, agli amici, agli amici degli amici che poi hanno il compito di riferire. «Allenamenti possibili dal 15 febbraio? Al momento sono indiscrezioni, non c’è nulla di certo – dice il d.g. dell’Ischia Pino Taglialatela –. Abbiamo preso atto della comunicazione della LND in seguito al consiglio direttivo e, al pari delle altre società, attendiamo il da farsi. Se dovessero ricrearsi le condizioni per la ripresa del campionato, l’Ischia si farebbe trovare pronta. Auspico per il calcio che si riparta, con tutta sicurezza, iniziando da protocolli che funzionino, tamponi regolari e quant’altro. A noi farebbe piacere non perdere questa stagione e sinceramente non sarebbe il massimo concluderla con un nulla di fatto. Il nostro presidente, la società, hanno sostenuto delle spese, per allestire una bella squadra per fare bella figura in un campionato importante come quello di Eccellenza. Personalmente, da uomo di calcio, non giocare la domenica fa molto male».

La certezza che nulla è cambiato si alimenta di settimana in settimana dalla viva voce degli addetti ai lavori di casa Ischia. «Il progetto non cambia, è a lunga scadenza per cercare di arrivare nei professionisti. La società ha investito così come ha fatto l’anno scorso e due anni fa. Non siamo qui per fare le comparse – continua il d.g. –abbiamo impostato una programmazione e di sicuro non potremmo fare salti di gioia di fronte ad un eventuale stop definitivo della stagione».

Taglialatela, anche in base alle risultanze della videocall di oltre due settimane fa tra il presidente regionale Zigarelli e i club, ci ha tenuto a sottolinea che «in quella sede il nostro presidente D’Abundo mostrò le proprie perplessità per una ripresa ad aprile, con le società isolane decisamente penalizzate visto che si giocherebbe in un periodo particolare per esigenze lavorative di tantissimi calciatori. Terminare un campionato in piena estate non è il massimo per tante società, non solo quelle della nostra isola, inevitabilmente penalizzate. Perplessità legittime ma questo non significa che l’Ischia non ha alcuna intenzione di riprendere». Un chiarimento importante per sgombrare il campo da congetture e supposizioni.

G.S.

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