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venerdì, Maggio 17, 2024

Officina e la Festa di Sant’Anna dei bambini del Ponte

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Una grande, grandissima foto campeggiava in un angolo della sala che, ogni venerdì viene messa a disposizione da Marina di Sant’Anna e che diventa la sede di Officina Sant’Anna: sul mare, di notte, illuminata da tante luci, una bellissima locomotiva raggiunge una stazione popolata di figuranti vestiti a festa sorridenti.

“Questa è la Barca realizzata da Sandro Di Massa dal titolo ‘O surdato nammurato del 1978, prima classificata.”

E’ Pasquale Di Massa, nipote di Sandro, a prendere la parola e a raccontare l’atmosfera che si viveva in quegli anni in cui lui prendeva parte alla costruzione della Barca con tutti gli altri bambini del borgo.

“Era una festa nella Festa – racconta Pasquale – noi bambini partecipavamo ad alcune fasi della realizzazione della Barca, come ad esempio andavamo alla ricerca dei cartoni da utilizzare e (ride, ndr) chi ritornava con magari uno scatolo di un frigorifero o di una lavatrice, veniva quasi osannato come un campione e portato in trionfo.”

Ad alternarsi con Pasquale e narrare un po’ anche la storia di altre figure che si sono imposte in quegli anni, Luca Mazzella.

“Assieme a Sandro vi era spesso anche Domenico Buono – aggiunge Luca – meglio noto come Domingo (o Domenico ‘e Bubbess, ndr) un uomo davvero particolare, dal grande cuore e dall’amore sconfinato per il mare. Domingo aveva un concetto tutto suo della Festa, condiviso anche da altri costruttori: per lui doveva essere partecipazione. E così cercava ogni anno di far partecipare quanti più ragazzi e bambini possibili, per poter anche trasmettere loro la tradizione.”

Tanti gli aneddoti che si sono rincorsi in una serata fatta di interventi da parte dei presenti e tante domande che hanno portato i due relatori a compiere veri e propri salti temporali per spiegare episodi e personaggi.

“Ricordo – rivela Luca – che l’anno della barca ritratta in foto, il verdetto della giuria vi fortemente contestato e io mi trovavo sul palco della giuria con mio padre. Il gruppo che si classificò terzo si avventò contro la giuria e scavalcò la ringhiera del muraglione arrampicandosi con il martello stretto tra i denti. In quegli anni andava di moda Sandokan e io, che ero un bambino, ne rimasi molto colpito, fui preso in braccio da un poliziotto che mi portò in salvo. Nessuno si fece male, era una dimostrazione accesa perché la Festa era sentita davvero come competizione tra gruppi. Il giorno dopo, lo sottolineo, tutti vennero in galleria da mio padre a chiedere scusa per essersi fatti trasportare dalla foga del momento.”

Tanti i ricordi legati alla costruzione tecnica propria della barca. “I cappelli dei figuranti – spiega Pasquale – furono realizzati da Antonio Di Scala, bravissimo creativo, mentre le giacche dei militari furono prese dal Palazzo Reale di Ischia. Tutti partecipavano alla buona riuscita della festa. Io ero piccolo e in questa opera ero stato indicato come l’addetto alla locomotiva: con una pompa riempita di polvere nera, me ne stavo nel fumaiolo e la azionavo per ricreare l’effetto del carbone che bruciava. Al termine della sfilata ero completamente ricoperto di polvere, irriconoscibile. Il sistema di costruzione era, poi, molto diverso, ad esempio la locomotiva era su una barca, era la barca di Domingo, il suo bellissimo gozzo verde che veniva anche usato per trainare i bidoni che venivano presi dalla vicina Procida. Per non parlare delle luci, ad esempio per una barca per ricreare un cielo stellato era stato forato un pannello blu e posizionate tante luci da 3v che ricreavano una luce calda. NE ho ancora uno scatolo conservato, sono bellissime.”

Tanti i ricordi condivisi e le risate per alcuni episodi narrati, come quello delle Barche che sfuggivano al controllo a causa del maltempo e del vento, o anche altri piccoli episodi legati alla costruzione.

“Quando si è piccoli – ricorda Pasquale – si viene messi come figurante a giocare davanti ai sagrati delle chiese o ai portoni delle case, poi man mano che si cresce si prende sempre più parte nella costruzione della Barca. Così era quando io ero piccolo e così è stato per anni. Si cresceva assieme a tutti, ne conservo dei ricordi davvero impareggiabili.”

Una serata trascorsa davvero tra amici, in un clima da “Officina” condividendo ricordi e soddisfacendo curiosità con domande spesso anche molto specifiche, ben spiegate, poi, da Luca, vero e proprio storico del borgo e della Festa di Sant’Anna.

Gli appuntamenti con Officina Sant’Anna continuano con venerdì 27 novembre alle ore 19.00 presso la sede di Ischia Ponte, con una serata davvero molto particolare. Da non perdere.

Per chi volesse informazioni sul progetto può scrivere a officinasantanna@gmail.com

 

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