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Nuzzo, il soprintendente della provvidenza | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 1 febbraio 2023

Mai spoil system fu più gradito come quello alla Soprintendenza di Napoli per quel che riguarda molto da vicino l’isola d’Ischia: “ERA ORA!”
Ha scritto benissimo il nostro Direttore, riprendendo un mio pensiero di sempre: “Il governo Meloni ha spezzato il giogo di morte che ci aveva buttato sulle spalle il ministro Franceschini e che i sindaci non sono riusciti ad evitare e, oggi, finalmente, possiamo iniziare a guardare al domani con maggiore speranza. La sfida di Nuzzo (il nuovo soprintendente) è duplice: c’è da far dimenticare gli anni di oscurantismo e di cattiva gestione da parte della dottoressa Cinquantaquattro sotto tutti i punti di vista, riconquistare fiducia e credibilità – anche istituzionale – di un ente che negli anni è stato solo un ostacolo alla crescita e alla modernizzazione dell’isola e offrire un grosso impegno alla macchina Ischia che prova ad riavviarsi dopo i fatti del 26 novembre.”

La speranza principale per la nostra comunità è quella di ritrovare in Mariano Nuzzo un professionista libero da quegli schemi tipici dell’immobilismo di sinistra che da sempre ha portato i suoi colleghi ad agire e decidere secondo più che discutibili stereotipi, ma con la logica “arò vere e arò ceca”, che da una parte consentiva scempi inenarrabili (caserma Guardia Forestale e parcheggio Siena in primis) e dall’altra si opponeva con forza anche alla semplice finestrella, tettoia o varco carraio.

L’effetto Nuzzo lo auspicherei anche in un più snello protocollo d’intesa sull’istruttoria delle pratiche di condono edilizio che giacciono negli archivi comunali da molti, troppi lustri. E perché no, in un dialogo incentivante col governo centrale rispetto a “buone pratiche” come il ravvedimento operoso o la conversione in pena accessoria degli ordini di demolizione o di ripristino, affinché piuttosto che preoccuparsi degli attacchi di “La Repubblica”, “Il Fatto” e degli ambientalisti sinistrorsi, si badi esclusivamente a quel che è più logico per tutti, a portata di giustizia ma a misura d’uomo.

Buon lavoro, Architetto! Che sia la volta buona.

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