fbpx
sabato, Maggio 18, 2024

Nonno Antonio | #4WD

Gli ultimi articoli

Daily 4ward di Davide Conte del 5 maggio 2024

Essendo in volo nelle ore solitamente dedicate alla scrittura del mio editoriale per il giorno dopo, venerdì purtroppo non ho potuto preparare in tempo il tema che avevo in mente di sviluppare per l’edizione di sabato. Vi pongo rimedio agevolmente.

Il 4 maggio del 1974, cioè esattamente cinquant’anni fa, moriva mio nonno materno, il Cavalier Antonio Monti. Quando successe, io avevo meno di otto anni e non riuscivo a spiegarmi come mai, quel giorno, fossi stato anticipatamente prelevato a scuola e, tornando a casa, trovai la mia mamma e le mie zie che giravano per casa con gli occhi gonfi di lacrime e rigorosamente vestite di nero, pur continuando nei loro mestieri quotidiani. 

Era passato da poco mezzogiorno, ma anche per un bambino della mia età l’aria pareva pesantemente irrespirabile. Di lì a poco, chiedendo spiegazioni, ricordo bene zia Rachele che, con garbo e dolcezza, giunse al “dunque” integrando le mezze parole singhiozzanti delle sue cognate dicendomi: “Il nonno è già tra gli angioletti”.

Il mondo mi cadde letteralmente addosso! Nonno Antonio era per me molto più che una figura di riferimento di immenso spessore. E’ stato un vero e proprio gigante! E nella mia vita, in tutta probabilità, nessuno ha potuto mai sostituirlo in quel ruolo, nonostante i suoi esempi e la sua vicinanza siano durati decisamente poco, per quel che mi ha riguardato. A distanza di cinquant’anni, è ancora più difficile accettare che persone come Lui non nascano più e che tuttora chiunque lo ricordi ne parli in modo deferente e nostalgico al tempo stesso.

Ripercorrendo il mio breve tempo con Nonno Antonio e la storia dei suoi settantasei anni di vita, penso ogni giorno di più che il Suo modo di essere uomo stimato da tutti, cultore della famiglia, brillante, generoso, altruista, autorevole e autoritario al tempo stesso sempre, spesso anche inconsciamente, ha rappresentato un vero e proprio modello ispiratore per l’uomo che mi sarebbe piaciuto diventare. Mi sono sempre definito “nato pubblico” e non mi sono mai sottratto a tale natura, neppure quando dodici anni fa ho deciso di smetterla con la politica locale, perché so bene che non è facile eludere certe predestinazioni. Ma quando in tanti appartenenti alla generazione precedente la mia, talvolta nel chiedermi qualcosa mi dicono :“Facìtele pe l’anema e chillu nonno vuosto, ca site tale e quale a isse”, più che ringraziare per il paragone decisamente irriverente, lascio che il mio cuore si riempia di gioia nell’essere accostato anche solo per un attimo a quel gigante buono che tanto ha fatto per contribuire a rendermi quel che oggi sono.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos