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giovedì, Maggio 2, 2024

Nella LND la confusione regna sovrana

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«Chi rinuncia (per meglio dire, rinuncerebbe) alla prosecuzione del campionato di Eccellenza, deve essere retrocesso? Anche se non ci saranno promozioni dalla categoria inferiore?».

E’ la domanda che nelle ultime 56 ore è circolata negli ambienti del calcio dilettantistico regionale ma anche nazionale. Perché il tema tocca da vicino tre realtà isolane del campionato di Eccellenza (dopo l’Ischia, domani daremo voce a Barano e Real Forio che comunque non hanno cambiato di una virgola la propria ben nota posizione), ma nel complesso 462 realtà. Oltre sedicimila tesserati, tra calciatori, staff tecnici e medici e dirigenti, dalla Val d’Aosta alla Sicilia, attendono di conoscere il proprio destino.

La nota stampa diffusa dalla LND al termine del consiglio direttivo svoltosi all’Hilton di Fiumicino, ha messo in cattiva luce la lega calcistica che annovera più squadre e tesserati in assoluto. Il passaggio, da noi evidenziato a più riprese e classificato come “aberrante”, riguardante la possibilità delle società di mantenere la categoria anche senza riprendere la via del campo, ha scatenato reazioni serie ma anche semiserie. Prima di copiare il protocollo sanitario in vigore in Serie D (e chi segue questo campionato sa che i recuperi sono saliti a 135), suggerire format per riprendere, c’è la questione “vil pecunia” che continua a tenere banco. Le società vogliono sapere quali saranno le condizioni per ripartire, quantificare le spese da affrontare, perché oltre ai tamponi settimanali, ci sono le sanificazioni da effettuar. Non solo prima delle partite.

Ritornando a quanto deciso sabato, non all’unanimità perché questa è un’altra falsa notizia, il “nodo retrocessioni” rischia di diventare un vero e proprio ostacolo per la ripresa. Evitare le retrocessioni e consentire il mantenimento della categoria per le società che dovessero rinunciare alla prosecuzione dell’attività per difficoltà economiche, sa di precedente pericoloso che va assolutamente evitato. La soluzione non può essere quella contenuta nella nota stampa, ma in effetti non si può nemmeno sostenere il contrario perché da parte della Lega Dilettanti non è arrivata alcuna rettifica. Sabato all’Hilton è stata partorita una di quelle soluzioni di puro stampo “democristiano”. Tutte le parti sono state accontentate, dandosi appuntamento a tempi migliori. Leggi notizie sui ristori e contributi che la LND ha chiesto alla FIGC nel mentre la Federcalcio, con Gravina in persona, aveva già mosso i primi passi con il ministro Spadafora prima che il governo Conte decadesse.

Ritornando al discorso delle retrocessioni, da una parte deve essere garantita la possibilità per tutte le società di giocare in adeguate condizioni di competitività, anche in considerazione delle eventuali (si spera ovviamente di no) numerose assenze che possono verificarsi nell’arco di una stessa giornata o più giornate di campionato. D’altra parte si deve evitare di correre il rischio che squadre di bassa classifica a rischio retrocessione magari utilizzino questa deroga a proprio favore e decidano di non partecipare alla ripresa del campionato. A confermare che in seno alla LND c’è poca chiarezza e che le anime sono ben diverse, arriva una dichiarazione del presidente del comitato calabro, Saverio Mirarchi, il quale ai microfoni di “Stadio Radio”, ha precisato che «non è vero che tutti potranno rinunciare a disputare le partite di Eccellenza e mantenere automaticamente la categoria. La richiesta dovrà essere ben documentata, con riferimenti precisi alle difficoltà che incontra ciascun club, poi sarà il presidente federale a decidere se accogliere questa istanza “di grazia”». Bene, benissimo. Se è questa la “linea”, perché non precisarla dopo la riunione a cui hanno partecipato tutti ma proprio tutti i 91 convocati, in primis i presidenti dei comitati regionali? Mistero del calcio dilettantistico… «Le tempistiche sulla ripresa? Già oggi le nostre proposte saranno sul tavolo della FIGC e siamo fiduciosi di poter avere segnali incoraggianti sia dal Coni che dal Governo – ha aggiunto Mirarchi –. In linea di massima è nostro auspicio poter dare il via agli allenamenti entro fine febbraio, con le squadre in campo per gli incontri a partire da marzo».

S.M.

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