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domenica, Maggio 19, 2024

Magistrati: applicare la legge o modificarla? | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 13 ottobre 2023

Il ruolo dei magistrati è quello di applicare la legge, non di modificarla. Questo principio è sancito dalla Costituzione italiana, che all’articolo 101 stabilisce che “la funzione giurisdizionale è attribuita a giudici ordinari istituiti e regolati dalle leggi“. Tuttavia, in alcuni casi, i magistrati hanno assunto un ruolo più attivo, interpretando la legge in modo da modificarne di fatto il contenuto. Questo fenomeno, che viene definito “interpretazione creativa”, può avere conseguenze negative, sia per il sistema giuridico che per la società civile. 

Quando la legge viene interpretata in modo arbitrario, è difficile prevedere quale sarà la decisione del giudice in un caso specifico. Questo può portare a una situazione di incertezza del diritto, che può danneggiare chi, persona fisica o giuridica, si aspetta che “la legge è uguale per tutti”. Senza per questo dimenticare, poi, che l’interpretazione creativa può essere utilizzata per favorire determinate persone o gruppi di interesse, creando di fatto una disparità di trattamento che è in contrasto con tale principio di uguaglianza. O peggio ancora, può avvalorare le idee di una parte politica d’opposizione (per la quale, magari, il magistrato di turno simpatizza) delegittimando, di fatto, l’operato della controparte al Governo.

In molti casi, poi, causa la faziosità di certa opinione pubblica, sembra non interessare a nessuno che l’interpretazione creativa possa minare la fiducia da parte dei cittadini nei confronti della magistratura, indebolendo il sistema giudiziario e rendendo più difficile la sua funzione di garante della legalità. Il giudice, infatti, è tenuto a rispettare i principi fondamentali dell’ordinamento giuridico, tra cui quelli di legalità, di uguaglianza e di ragionevolezza; e non può, inoltre, semplicemente interpretare la legge in modo arbitrario, ma deve fornire una motivazione che sia coerente con i principi dell’ordinamento giuridico.

Questo non significa che il giudice non debba interpretare la legge, purché entro margini ragionevoli e limitati e coerentemente con il testo della legge e con i principi dell’ordinamento giuridico.

Tutto ciò premesso, pensate che quanto sta succedendo a Catania nelle ultime due settimane sia in linea con quanto suesposto, o forse l’annuncio del Ministro Piantedosi di impugnare la sentenza del giudice Apostolico renda una buona volta giustizia… alla giustizia?

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