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domenica, Maggio 19, 2024

“Lacco Ameno Servizi” assolto Giorgio Balestrieri

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Paolo Mosè | All’ex consigliere comunale di Ischia Giorgio Balestrieri l’incarico di amministratore della società “Lacco Ameno Servizi” ha provocato una serie di problemi penali per essere stato rinviato a giudizio per omesso versamento all’Inps delle ritenute previdenziali ed assistenziali dei lavoratori dipendenti. E puntualmente, grazie anche al lavoro del suo difensore di fiducia avv. Gioacchino Celotti, è sempre riuscito a dimostrare la propria estraneità ottenendo l’assoluzione. Una società, la “Lacco Ameno Servizi”, che è stata al centro di dispute giudiziarie che sono sfociate nella messa in liquidazione prima e poi alla dichiarazione di insolvenza che ha richiamato l’attenzione anche della Corte dei Conti per un presunto danno economico finanziario al Comune di Lacco Ameno che ne era socio totalitario.

Processi che sono sfociati dalla segnalazione della direzione della sede di Pozzuoli dell’Inps, che lamentava che non erano stati versati i contributi. Creandosi, però, una sorta di confusione, in quanto in quel periodo cambiavano con una certa frequenza i legali rappresentanti. In quest’ultimo processo nei confronti del Balestrieri è stato lo stesso Inps a fare marcia indietro, di trecentosessanta gradi, dichiarando di essersi sbagliato. Con la testimonianza in dibattimento di uno dei funzionari che si è occupato delle vicende della “Lacco Ameno Servizi”. Una presa di coscienza che ha indotto lo stesso pubblico ministero a ritenere che quell’accusa portata avanti fino in dibattimento non poggiava su alcun riscontro o di coinvolgimento diretto dell’imputato.

Chiamato a difendersi da una delle tante leggi di natura fiscale e tributaria con le relative modifiche che vengono apportate con sempre più frequenza dallo Stato allo scopo di rastrellare sempre più denaro: «Perché, nella sua qualità di titolare della ditta “Lacco Ameno Servizi” con sede legale in Lacco Ameno alla Piazza Santa Restituta presso la casa comunale, con più omissioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, ometteva di versare all’Inps di Pozzuoli le ritenute previdenziali ed assistenziali operate sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti (comunque non risultando un saldo attivo a loro favore a seguito di conguagli tra gli importi contributivi a loro carico e le somme dagli stessi anticipate ai lavoratori per conto delle gestioni previdenziali ed assistenziali), per un totale complessivo di euro 31.000 relativamente alle seguenti mensilità: da novembre 2010 a gennaio 2011, marzo 2011, settembre ed ottobre 2012. Con recidiva reiterata».

Il pubblico ministero, come si legge, nella motivazione, ha chiesto l’assoluzione dell’imputato per non aver commesso il fatto e l’avv. Celotti, oltre ad associarsi, ha rimarcato la massima attenzione tenuta dal Balestrieri durante la gestione della “Lacco Ameno Servizi” nel pieno rispetto delle scadenze dei contributi richiesti dallo stesso Inps. Tutto il processo, quindi, ruota intorno alla testimonianza del funzionario dell’Inps che ha chiarito alcuni aspetti che erano sfuggiti nell’equiparare le somme non versate con la carica di legale rappresentante e di questo il giudice se ne fa carico allorquando scrive: «Rileva il giudicante che, alla luce dell’istruttoria espletata e dagli atti acquisiti non emerge la prova della sussistenza della penale responsabilità dell’imputato in ordine al reato a lui ascritto».

E passa a “vivisezionare” ciò che ha dichiarato il teste nell’esame e nel controesame: «Invero, il teste escusso Torrano, funzionario dell’Inps di Pozzuoli, dichiarava che, avendo fatto degli accertamenti inerenti la posizione del Balestrieri Giorgio, “lo stesso non è imputabile ai fini di questa denuncia perché è stato amministratore dal 5 gennaio 2010 al 30 agosto 2011. Il 30 agosto è stato nominato un liquidatore per questa società, quindi, lui ha perso la carica di amministratore, la denuncia è stata annullata da parte dell’ufficio”». Una dichiarazione secca che ha sgombrato ogni dubbio e ne ha sancito l’innocenza del Balestrieri. Di cui il tribunale ne fa ampio cenno: «Avendo, pertanto, il Balestrieri cessato la carica dal 30 agosto 2011, i periodi di settembre ed ottobre 2012 esulavano dall’accertamento mentre per i periodi precedenti lo stesso teste Torrano dichiarava che tutte le ritenute di acconto erano state regolarmente “versate presso il concessionario Equitalia”.

Orbene, nessun dubbio può sussistere circa la piena e completa veridicità delle dichiarazioni rese dal teste escusso Torrano, dipendente della Pubblica Amministrazione e, pertanto, pubblico ufficiale certamente consapevole delle conseguenze in caso di mendacia o reticenza e che non ha nessun plausibile interesse a mentire, allorché ha riferito con linearità e precisione fatti a sua diretta conoscenza, non contraddetti dalle altre emergenze processuali. Alla luce delle risultanze processuali esposte deve, pertanto, assolversi l’imputato dal reato a lui ascritto».

E’ ciò che accade in queste partecipate, le quali hanno sempre mostrato grosse sofferenze per far fronte alle spese di gestione e ad assicurare ai dipendenti il versamento dei contributi che sono obbligatori per legge. Il dato più clamoroso che si è registrato negli ultimi anni è ciò che è accaduto a Forio con la nascita di ben due società partecipate. La prima, la storica “Pegaso”, che oltre a gestire il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, deteneva il servizio della mobilità interna con dei piccoli autobus. Con il passare del tempo i servizi sono cresciuti a dismisura, così come il personale, creando grosse sofferenze di bilancio anche a causa dei ritardi del Comune a versare il dovuto. Fino alla dichiarazione di fallimento della “Pegaso” con il trasferimento di tutte le attività alla nascente “Torre Saracena” che si occupava esclusivamente di raccogliere i rifiuti e di trasportarli in terraferma.

Lasciando ad altri la gestione di altri servizi. Anche questa società con il passare del tempo ne ha subito le ripercussioni, l’impossibilità di far fronte alle spese con il solo canone, giunto peraltro in ritardo. Storie che non sono rimaste congelate, anzi c’è stata una serie di attività investigative nell’ambito penale e in quello contabile. Con l’intervento ovviamente dell’Inps che lamentava dei cronici ritardi. Questa situazione ha imposto al Comune di Forio di dover cambiare letteralmente registro consegnando il servizio dei rifiuti ad una società privata. Anche questa scelta non si è dimostrata lungimirante e azzeccata. Con una nuova indagine penale con provvedimenti anche cautelari, il tutto ruotando intorno alla figura di Vittorio Ciummo, attualmente detenuto per scontare una pena a cinque anni di reclusione per una corruzione consumata in un appalto nel basso Lazio.

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