“Ieri pomeriggio l’incontro con gli albergatori, questa mattina la conferenza stampa e poi l’incontro con i cittadini alla Biblioteca Antoniana. Gli incontri hanno confermato su una base numerica la sensazione che molti di noi hanno sempre avuto e ha offerto diversi spunti di riflessione. Entro il prossimo mese la redazione e l’adozione del piano.”
E’ questo il passaggio che ho estratto dal “cappello” del nostro Direttore alla videointervista rilasciata da Josep Ejarque a “Il Dispari TV” e pubblicata proprio ieri. Continua a non dispiacermi l’impatto che l’esperto spagnolo ha impresso al suo lavoro qui ad Ischia, sebbene sia sempre prudente nelle valutazioni in attesa di capire a quale risultato sarà in grado di approdare, non certo per le sue capacità ma essenzialmente per le risorse concrete che il Comune di Ischia saprà e potrà mettergli a disposizione. E sotto questo aspetto, sento puzza di un imminente s.o.s. ai privati!
Quel che proprio non capisco è come si possa pretendere di “spacciare” per un incontro con i cittadini una riunione fatta alla Biblioteca Antoniana, la cui capienza è ben nota a tutti. In occasioni come queste, il criterio “’cchiu poche simme e ‘chhiu belle parimme” proprio non calza, esattamente come la totale assenza di un invito diffuso in modo adeguato alla cittadinanza stessa. A meno che, in perfetto stile Ferrandino, il concetto di “cittadinanza” consideri esclusivamente i famigli, gli accondiscendenti e pochi altri fortunati del bottone uniti a quelli che, in cuor loro, pensano di poterci guadagnare qualcosina, di riffa o di raffa, vista la loro vicinanza al potere temporale.
Ecco l’aspetto che proprio non mi piace dell’esperienza targata Ejarque: il rischio di assuefazione alla volontà deforme di chi lo paga! Al suo posto, nel vedere la platea che lo ha accolto nell’incontro in questione, qualche domanda me la sarei posta e avrei preteso ben più di una spiegazione in politichese. Ma al di là che le dita della mano non son tutte uguali, forse anche in Spagna vale la massima “chi mi dà il pane, mi viene padre”.
