Questo San Valentino, tra pandemia e altra crisi, merita di essere ricordato in maniera speciale. Noi lo facciamo con la poesia di Bruno Mancini “I tuoi occhi”, tratta dalla Dalla raccolta di poesie “Segni” (1964 – 1987). La foto dell’autore e della moglie Rosaria, ne racconta l’emozione.
I tuoi occhi
sono rupi,
la tua pelle è
liscia come ghiaccio.
Capelli
nebulose.
Il tuo orecchio ricorda la scia di un
motoscafo, concentrica, in un
lago calmo alpino e limpido.
Le tue ciglia
cipressi.
Il tuo braccio e la tua spalla:
un cavallo, una cavalla.
Formiche
le tue unghie.
I tuoi occhi
sono rupi
le tue ciglia
cipressi.
Le tue dita mi ricordano il differenziale,
una tastiera di pianoforte, di fisarmonica,
le tue dita mi sembrano le leve che fanno
suonare clarini e sassofoni.
Bacio il tuo
petto,
la guancia
come premuta di arancia siciliana.
Questa luce di lanterna
questo cuscino
questo muro che ti tocca
questi libri intorno
questa luce
di lanterna
rossa
attutita da una stoffa
questa aria
tutta nostra
già respirata
già sudata.
Ti bacio
gli occhi,
capelli
nebulose.
La tua gola
è la ruota di una carrozzella,
la tua gola sono i raggi di una
ruota di carrozzella,
la tua gola è una bottiglia.
la tua fronte
è una marina,
i tuoi denti
sono teste di cerini,
il tuo labbro
è curvo come un arco
e il tuo naso
è la freccia.
Bella,
la tua fronte
è una marina.
Il tuo cuore,
lo sai,
non è tuo.
Il tuo cuore
non è tuo
il tuo cuore.
I tuoi occhi
sono rupi,
le tue ciglia
cipressi.
Ancora non cantano le prime
voci dell’alba
tu canti una nuova canzone
tu guardi e sorridi
tu cerchi le mani
tu cerchi i pensieri
Questa luce
di lanterna
attutita da una stoffa.
Gli affetti più densi
gli amori più enormi
più calmi
più belli.
I tuoi occhi
sono rupi,
le tue ciglia
cipressi,
la tua fronte
è una marina.
Grazie anche a nome di mia moglie Rosalba…