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sabato, Maggio 18, 2024

Gli affitti brevi non sono certo il diavolo | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 3 giugno 2023

Da “ilpost.it” apprendo certe intenzioni del sindaco di Firenze: «Prevediamo in tutta l’area Unesco della città il divieto ad attivare nuove destinazioni d’uso residenziale per affitti turistici brevi», ha detto Nardella… L’obiettivo del provvedimento è evitare che gli abitanti di Firenze smettano di vivere nel centro storico… Negli ultimi anni molte persone proprietarie di abitazioni nel centro storico a Firenze e in altre città d’arte hanno deciso di destinarle solo agli affitti brevi – un’attività poco dispendiosa e molto redditizia – trasferendosi altrove… Nardella ha poi aggiunto: “Ci rendiamo conto che è una norma ardita, ma siamo consapevoli di poterla difendere giuridicamente. Se noi non proviamo a fare azioni politicamente dirompenti nessuno si dà una mossa: siamo stanchi di annunci, il problema è diventato strutturale.

Ora, premesso che il problema dello spopolamento dei centri storici andrebbe analizzato con attenzione piuttosto che risolto con un discutibile provvedimento ad effetto che, guarda caso, arriva pochi giorni dopo le dichiarazioni del Ministro del Turismo Santanchè sul decreto legge che di qui a pochissimo regolamenterà gli affitti brevi, mi piace metterVi difronte anche ad un’altra valutazione. Ovunque, l’incontro tra domanda e offerta turistica ha subito negli ultimi anni un’evoluzione notevolissima che tiene conto di una miriade di fattori. Lo sviluppo dei bed and breakfast e delle piattaforme tipo AirBnb è figlio non solo della ricerca di un tipo di ospitalità attenta, diversa e non necessariamente più a buon mercato degli hotels, ma anche di una pericolosa massificazione dell’incoming, così come della necessità di sopperire alla carenza di strutture ricettive in piccoli centri laddove, per vincoli paesaggistici o per semplice materiale impossibilità, non possono esserne create di nuove.
Un sindaco che si rispetti dovrebbe pertanto interrogarsi sull’invivibilità di centri storici ingolfati di divieti e privi di servizi essenziali per la mobilità alternativa, nonché sullo scadimento di un’offerta turistica locale (ma anche nazionale) all’insegna della quantità e con sempre meno qualità.

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